tag:blogger.com,1999:blog-3378473766826604859.post5156696922457719984..comments2023-10-20T10:18:45.216+02:00Comments on Filmbuster(d)s: Arirang di Kim Ki-dukIntrinsecohttp://www.blogger.com/profile/14750600638882398676noreply@blogger.comBlogger4125tag:blogger.com,1999:blog-3378473766826604859.post-42528076950316979412012-09-04T00:05:46.921+02:002012-09-04T00:05:46.921+02:00Finalmente l'ho visto anche io, mi ha fatto ve...Finalmente l'ho visto anche io, mi ha fatto venire in mente Caro Diario di Nanni Moretti. Che si tratti di diari o di confessioni, come nel caso di Kim Ki-duk, credo che un regista non possa mai smettere di riflettere su e con il mezzo cinematografico, quindi il ricorso alla finzione lo trovo più che giustificato. Certo dice che sta girando un documentario, ma urla anche a gran voce che vuole disperatamente girare un film, un dramma in cui lui interpreterà tutti i personaggi, ed è quello che fa.<br />E poi appunto, trattasi di opera d'arte, per di più abbastanza personale, non serve un perché e non esiste un modo giusto.Intrinsecohttps://www.blogger.com/profile/14750600638882398676noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3378473766826604859.post-85980679301277200312012-09-03T21:35:41.641+02:002012-09-03T21:35:41.641+02:00Beh non Il monco, l'arte non è che deve avere ...Beh non Il monco, l'arte non è che deve avere un perchè; l'arte la si fa come si fanno tantisssime cose inutili,l'importante è l'espressione e ciò che se ne può ricavare. Qualcosa è "artistico" quando si decide che è artistico(come un cesso può essere considerato arte proprio perchè si trova all'interno di un museo): quando l'oggetto, l'opera, è il terreno dove l'artista comunica con l'osservatore, proprio in virtù del fatto che entrambi sanno che che l'oggetto è un mezzo(il medium è il messaggio): per questo non si sarebbe potuto parlare di cronaca( ma anche per il semplice fatto che ci sono molti elementi surreali, senza contare il finale). Quì però ci stiamo addentrando in luogi che non hanno a che fare più a che fare con il film.Anonymoushttps://www.blogger.com/profile/16275317715619231545noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3378473766826604859.post-77077635572935181772012-09-03T01:00:41.988+02:002012-09-03T01:00:41.988+02:00Bello il paragone con Magritte, anzi azzeccato. Ot...Bello il paragone con Magritte, anzi azzeccato. Ottimo anche quello che sottlinei (si poi sposto tutto nel blog, fai anche te) sulla dissoluzione tra cinema e vita. Continuo a ritenere deleter...Visualizza altro<br />Non capisco solo la questione deve avere un principio. Ce l'avrebbe anche il tipo di progetto che indicavo io, quelo à la Godard. E le sensazioni diventano arte perchè è voluto che diventino tali, e ancora, allora a che pro? Te la sei solo tirata, se avesse ato un impostazione diversa erano cronaca, e non arte. E sarebbero rimaste sue.Il Moncohttps://www.blogger.com/profile/03232739983692799632noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-3378473766826604859.post-82284254389845514232012-09-03T00:02:50.587+02:002012-09-03T00:02:50.587+02:00ho visto il film(il primo che vedo di Kim ki duk),...ho visto il film(il primo che vedo di Kim ki duk), e ho letto anche il l'analisi del Il monco. Non sono d'accordo su alcuni punti: premesso che sono(e siamo, spero. E se non lo siete lo sieterete) tutti fan del quadro "questa non è una pipa<br />" di magritte, e che kim ki duk che si sfoga davanti una cinepresa non è il kim ki duk vero, ma una rappresentazione(o un'interpretazione), non capisco a che pro muovergli una critica sulla finzione che emerge da un'opera che si pone, secondo Il monco, come vera e autoanalitica. Non capisco perchè criticarne negativamente l'artificiosità. E qui veniamo al dunque: non credo che il punto di una possibile analisi si debba spostare sulla veridicità o meno della confessione del regista, ma su un altro aspetto: la dissoluzione del confine tra opera cinematografica e vita reale. Quando kim da il suo primo ciak, il film già è iniziato da un bel po', non c'è uno stacco vero e proprio tra l'arte e il quotidiano. Ecco, su un piano estetico, questo è interessante. Una dissoluzione che non può accettare interventi come le luci, che distorgono il reale(non si può fare a meno del montaggio, unico modo che il regista ha di intervenire e di non essere una scimmia che filma e basta). Tutto ciò però si mantiene nel campo della finzione, come giusto che sia, ma allo stesso tempo la dissoluzione non può essere netta(un film per motivi palesi deve avere un principio).Non lo so, sull'aspetto terapeutico sono meh, abbiamo immagini in cui kim ride di se stesso che parla, mi sembra tutto un grande bluff per prenderci in giro a tutti(e tanto è risolto, visto il finale; è inutile porci dei problemi).E al di là di questo, forse sono sensazioni che lui ha provato, ma dal momenti che sono filmate e diventate opera d'arte, non sono più sue: non è più kim ki duk quello che vediamo. (va beh, forse ho fatto un'analisi che esula dalla volontà dell'autore, e magari la tua è più inerente e precisa e io sono stato traviato dai libri di estetica, però un parere mi era stato chiesto e mi pareva scortese non dirloXDAnonymousnoreply@blogger.com