Visualizzazione post con etichetta qualcuno da amare. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta qualcuno da amare. Mostra tutti i post

martedì 21 maggio 2013

Qualcuno da amare - Like someone in love di Abbas Kiarostami

In sala dal 24 aprile. Eh che ritardo!
1999. Abbas Kiarostami è in vacanza a Tokyo. Una sera mentre sta tornando in albergo in taxi, a colpire la sua attenzione guardando fuori dal finestrino,  non sono le mille insegne luminose della capitale nipponica, ne i localetti pieni di vita, ma una giovane ragazza, seduta sul ciglio della strada, su un marciapiede. Indossa un tradizionale abito da sposa. E' rapito da quella immagine ma il taxi continua la sua corsa e vede la sposa piano piano scemare in lontananza dentro lo specchietto retrovisore. 
Anni dopo Kiarostami tornerà a Tokyo per la premiere di alcuni suoi film e ogni volta tenterà di ritrovare quella ragazza, ritornando in quella strada. Ovviamente non la vedrà mai più. Da quel dì gli è rimasto un vuoto dentro, il senso di un incontro avvenuto ma mai proseguito o completato. Da qui, diciamo, nasce l'idea del suo nuovo film.
Diciamo, perchè dietro c'è in realtà un bell'assegnone con tanti yen e tanti zero. Secondo film di fila in trasferta per l'esiliato regista iraniano (prima era in Toscana per Copia conforme) per la prima volta in estremo oriente. La trama si riassume in due righe. Akiko è una giovane ragazza che si prosituisce per guadagnare qualche soldo. Una sera deve andare a casa di Watanabe, un simpatico vecchietto, con cui alla fine non combina niente. Nasce però tra i due un rapporto di amicizia e di reciproco aiuto nel nascondere e nel perpetrare alcune bugie. Come quella di nascondere a Noriaki, il fidanzato di Akiko, il vero lavoro della ragazza. Quando però la verità viene a galla, le cose volgono al peggio.

Kiarostami vende un film di maniera, ma privo di contenuto al suo fedele pubblico, che platealmente abbocca e ringrazia. Allo spettatore senza paraocchi, o senza un debito di eterna gratitudine verso il regista per i precedenti ottimi lavori, però Qualcuno da amare si rivela in tutta la sua pochezza.
Registicamente è senza dubbio interessante, dato che i 100 minuti e rotti del film di esauriscono in circa 6 macrosequenze dense di dialoghi, dove i movimenti della macchina da presa sono limitati al minimo come il dinamismo dei personaggi o l'evolversi della trama o gli ambienti. Mattone? Niente affatto, il tempo vola e in men che non si dica siamo già alla parte finale (che è stata scritta dal regista per prima. Il film si sarebbe dovuto chiamare The end). Un immersione totale nelle vicende dei protagonisti, nelle loro chiacchiere senza contenuto, talvolta, che fa perdere totalmente il senso del tempo e dello spazio. Ma c'è chi ha spento Somewhere, molto simile, dopo 10 minuti, quindi parlo a titolo personale.