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domenica 10 febbraio 2013

Zero Dark Thirty di Kathryn Bigelow

Nelle sale dal 7 febbraio

Quasi non sembrerebbe, ma dall'11 settembre 2001 sono già passati più di undici anni, undici anni in cui il tema del terrorismo si è gradualmente allontanato dalle nostre pagine di cronaca fino quasi a scomparire, almeno qui in Europa. In America naturalmente le cose sono andate in modo leggermente diverso, e la questione è rimasta sempre a galla, spesso sussurrata con un po' di deferenza, ogni tanto gridata a squarciagola in qualche talk show dissacrante. Ma le domande erano sempre le stesse: che fine ha fatto il terrorista più pericoloso e ricercato del mondo ? E perché una potenza bellica come gli Stati Uniti dopo dieci anni non è ancora riuscita a stanarlo ?
Già nel 2008 Kathryn Bigelow aveva iniziato a tastare il terreno iracheno con il suo The Hurt Locker, che sicuramente ha rappresentato un buon campo di prova per la messa in scena realistica di operazioni militari più o meno complesse. Oggi, sempre affiancata dal cronista investigativo Mark Boal, porta sullo schermo questo Zero Dark Thirty (mezzanotte e mezza in gergo militare, l'ora in cui si svolge l'assalto), nato come ricostruzione di una ricerca infruttuosa durata oltre dieci anni e poi riscritto da zero in seguito all'eliminazione di Osama Bin Laden avvenuta il 2 maggio 2011.
I fatti più importanti li conosciamo tutti, ma la trama li costeggia dal punto di vista di Maya (Jessica Chastain, sempre più bella, ma come fa ? Come ?) personaggio liberamente ispirato alla vera agente della CIA che ha dedicato dodici anni della sua vita e della sua carriera alla ricerca di Osama Bin Laden, rendendo possibile il suo ritrovamento. E la prima metà del film riassume come meglio può questi dodici anni, soffermandosi in particolar modo sui principali attentati terroristici che li hanno segnati, da Madrid nel 2004 fino a quello di Camp Chapman nel 2008, in cui persero la vita vari agenti della CIA. Parallelamente assistiamo ad una lunga estenuante indagine che procede a passo di lumaca tra lungaggini burocratiche, scarsità di fondi e scandali sulla pratica della tortura, fino all'irruzione dei Navy Seals nella fortezza di Abbottabad.