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giovedì 9 maggio 2013

Confessions di Tetsuya Nakashima

Nelle sale dal 9 maggio.
Ecco, quando ho letto questa cosa ho pensato a un errore o a un caso di omonimia. Ma io sto film l'ho vista da almeno due anni e mi ricordo che già ai tempi era uscito in Giappone da un pò, il tempo canonico per permettere di mettere online una versione pirata ma di buona qualità. Com'è possibile che quel Confessions, successo di pubblico e critica, messo da moltissimi nella top 10 del 2010 o 2011 esca adesso in Italia? Misteri della distribuzione, al solito. Dopo Hunger (trainato però da Shame) e gli occasionali Ghibli che ritornano in sala per sole 24 ore, come gli sconti sui siti di elettronica, ecco un altro esempio di film vecchio, già visto da tutti quelli che erano interessati, particolare ma lodato, che viene gettato in pasto al sozzo e becero pubblico italiano medio con una distribuzione a macchia di giaguaro stinto. Quanti andranno a vederlo? Per fortuna che la settimana della festa del cinema darà forse una mano e darà una mano a perpetrare questa politica insensata. Fine polemica.
Dunque si, io Nakashima lo conoscevo già (pfff io e Tetsuya? Così eh, così!) grazie alla mia perversione per le attricette giapponesi. Tutto nacque -si la faccio a mò di confessione così mi lego anche al film, che scrivere così fa tanto blogger di successo, dicono- quando buttai un occhio un pò vergognoso su Kamikaze girls con Kyoko Fukada (luv <3). Sembrava una vaccata, ragazzine-lolite con costumi rococò (no bè quello mi fa impazzire. I vestiti proprio), stile videoclipparo e fumettaro, umorismo infantile e spiccatamente nipponico. Non potevo partire con le peggiori aspettative. E invece fu subito amore, con successiva corsa a comprare il DVD e cercare più info possibili su questo geniale e folle regista.  
Appresi con gioia che non era al suo primo film, anzi era uno navigato e potevo quindi godermi subito le altre sue pellicole più famose, Memories of Matsuko, il suo cult, e appunto Confessions, nuovo di pacca. Lodato dal mondo intero per il suo stile a metà tra un manga e uno spot pubblicitario, Nakashima nasce proprio dal secondo campo e per molto tempo è rimasto famoso solo per le sue accattivanti  pubblicità-e qui dovrei mettere un link a una di esse ma non le trovo. Amen.
Si ma parlaci di Confessions che già è vetusto se poi la meni ancora un pò.
Da oggi (3 anni fa NDR) la cattiveria ha un nome, Confessions. Raramente ne ho vista tanta tutta concentrata in una sola pellicola. Deprimente, senza via di scampo, sconsolante, cattivo, spietato. Una virata decisamente dark per il definito Jeunet dagli occhi a mandorla, qui molto più Haneke like. Catalogabile sotto revenge movie, è un dramma-thriller psicologico che lascia atterrito e schiacciato qualsiasi spettatore, incapace di trovare una singola, minima, dose di bontà o di felicità per 108 minuti circa.

Un'insegnante sta facendo lezione come tutti i giorni e come tutti i giorni la classe non se la fila. Allora inizia a parlare della sua vita privata, dell'ex compagno malato di AIDS, con cui ha avuto una figlia anni prima. I due si sono lasciati proprio perchè lui non voleva rischiare di infettare la piccola, nata sana. Racconta di come la bambina, pochi giorni prima, sia stata trovata morta in piscina, affogata. La polizia ha detto che è stato un incidente, ma lei, grazie a qualche indizio trovato e qualche particolare (e soprattutto a una confessione) ha scoperto che è stato un omicidio, commesso da due dei suoi alunni. Come vendetta, dato che la legge minorile giapponese li tutela e dopo una piccola inutile punizione li reintegra nella società, dice di aver inserito del sangue sieropositivo nel cartone di latte dei due, che si sono appena slurpati con gioia. E questo è solo l'inizio, "solo" i primi 30 minuti. 
Potrebbe benissimo essere la fine di un agghiacciante thriller e invece è la partenza. Una serie di confessioni, una dietro l'altra, di persone coinvolte si susseguono. Ognuna portatrice di un pezzetto di verità. Centrali sono i due killers e il modo in cui reagiscono, in maniera diametralmente opposta, alla vendetta dell'insegnante. Ma è solo una iniziale fase per la via alla redenzione.