martedì 25 marzo 2014

Lovelace di Rob Epstein, Jeffrey Friedman

In sala dal 27 marzo.

-Mississipi.
-Nomina l'unica cosa al mondo ad avere una gola più profonda di Linda Lovelace.

Gli anni 70 furono l'epoca d'oro del cinema porno. La rivoluzione sessuale del 1968 sdoganò completamente l'argomento taboo per eccellenza e il mondo iniziò a sentirsi più libero a riguardo, vivendo la propria sessualità, non più con vergogna ma con molta libertà. Chiaramente l'industria cinematografica per adulti sguazzò letteralmente in un ambiente simile. Ai tempi esistevano i cinema porno, anche in pieno centro, ben in vista e ben riforniti, internet ancora non ci inondava di milioni di video zozzi  al secondo e senza neanche alzarsi dalla sudaticcia poltrona di casa e i film si scrivevano(!). Sceneggiature complesse, ricche di battute divertenti per smorzare l'atmosfera, molto varie e originali, giusto per non mostrare solo decine di minuti ininterrotti di penetrazioni e/o sesso orale. Il pubblico, e le parti bassi, aveva quello che si aspettava e in più poteva appassionarsi ai personaggi e non annoiarsi (una volta finito sapete cosa). Tutto questo prima dei sex-tape casalinghi, delle camere a mano e degli amatori esibizionisti che hanno definitivamente tolto la creatività e l'inventiva. In fondo, credono loro, basta passare subito all'azione. In definitiva però il porno rimaneva chiaramente un prodotto di nicchia, fino a quando non arrivò Gola Profonda.
Fine cappello introduttivo (non fate doppi sensi sconci).

Avevo un sacco di pregiudizi su questo Lovelace e si concentravano tutti, principalmente sul casting. Per una volta aveva poca importanza la somiglianza coi reali protagonisti, quello che davvero mi faceva storcere il naso era che per rappresentare, forse, la più famosa pornostar della storia, era stata scelta una delle tante fidanzatine d'America, la bella e angelica Amanda Seyfried. Curriculum impeccabile, composto di film per famiglia, per teenager, commedie, romanticherie etc... Una tra le più amate dal pubblico, un astro nascente nel firmamento hollywoodiano, una che non può permettersi un film "scabroso". La sua scelta era una chiara dichiarazione d'intenti; "Faremo un film sul porno senza il porno (sesso)", insomma non aspettatevi eccessi, nudità o scene esplicite. Leggendo il resto del cast (Franco, Brody, Bentley) si aveva la conferma.
Non volevo certo un bel pornazzo ma, dato l'argomento, un po' di coraggio nell'osare si. Epstein e Friedman invece fanno l'esatto opposto, non osano, ma al contempo lo fanno e in direzione contraria, realizzando un film (drammatico) all'acqua di rose su una porno attrice. E funziona, hanno avuto ragione e mi hanno convertito.

Lovelace colpisce fin dall'inizio, in cui, in soli 60 secondi, fornisce un quadro generale e completo di cosa sia stato Gola Profonda per la cultura americana e per l'industria pornografica degli anni settanta. Il Via col Vento del cinema hard, sale piene in tutto il paese, incassi record (alla fine si dice circa 600 milioni di dollari ma pare un po' esagerato),  la protagonista Linda Lovelace argomento e personaggio conosciuto e dibattuto nei maggiori talk show televisivi nonché prima attrice del genere a ottenere una fama simile. In seguito gli scandali e l'intervento dei giudici per bloccarne la proiezione. In poche parole rivoluzionò il sistema.
Dopo un inizio simile prosegue con un'ottima prima parte dove presenta i personaggi  e mostra la scalata alla fama di questa ragazzina con 'quel' particolare talento. Le feste, gli amici, i divertimenti, la bella vita. Tutto fila a meraviglia per Linda e il neo marito Chuck, ex padrone di uno strip club e con seri problemi con il fisco. Ritmo, divertimento, rifacimento di alcune delle scene più famose del film originale. 
A questo punto, all'apice del secondo atto, si prende una pausa. Fa un salto avanti, 6 anni dopo quei giorni incredibili, e decide di fare dietrofront, e raccontare di nuovo la storia, ma stavolta da un altro lato, quello più
brutto e doloroso.

Dietro tutto questo sfavillio si cela la verità. Gli abusi e lo sfruttamento domestico violento di un uomo geloso e possessivo che per pagare i suoi debiti, l'ha prima fatta prostituire e l'ha in seguito gettata nelle fauci del mondo del porno. Una famiglia che prima di averle voltato le spalle per la vergogna, l'ha esortata a obbedire ciecamente a quel suo magnaccia picchiatore solo perchè suo marito. Non abbiamo assistito al realizzarsi del sogno perverso di una ragazza, ma abbiamo visto la coercizione a cui è stato sottoposto il suo corpo. Assistiamo anche a qualcosa di diverso e strano tuttavia: il porno, e la fama che gli ha dato, diventano la via per liberarsi da quell'uomo, così da rinascere -per l'ennesima volta e con un nuovo ennesimo nome- libera. Il film che ha contribuito all'emancipazione del sesso ha portato all'emancipazione di una donna succube e schiavizzata.
La seconda parte, più drammatica e più posata, dove vengono fuori i soliti clichè da biopic tanto fastidiosi, è anche la parte che funziona meno perchè tutto d'un tratto si appesantisce e perde di vigore. L'orgasmo è ormai avvenuto. Tuttavia il meccanismo, per una volta diverso e rimescolato, funziona e invece di essere una scialba biografia breve (17 giorni di Linda nel business) lo diventa solo da tre quarti in poi.

Lovelace, finalmente arrivato in Italia dopo mesi di titubanza, è un film capace di sorprendere, divertente e affascinante, intaccato solo parzialmente dalla struttura tipica del film biografico-drammatico/tratto da una storia vera. Il cast zuccheroso di bei visini hollywoodiani è un difetto a cui riesce, per fortuna, a passare sopra e mostrando solo qualche tetta qua e la, salva la faccia sua e quella della Seyfried. 

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