
L'americano Neil (Ben Affleck, in un
ruolo inizialmente assegnato a Christian Bale) conosce la francese
Marina (Olga Kurylenko), i sue si conoscono e si amano nelle strade
di Parigi e sulle spiagge di Mont Saint Michel. Quando lui torna in
America, lei lo segue insieme a sua figlia nel "nuovo mondo",
ma il loro amore appassisce e scivola via come le maree dei luoghi in
cui è nato.
To the Wonder è la logica
continuazione di un ciclo ideale iniziato qualche anno fa con The New
World, un ciclo che coincide anche con lo sviluppo da parte di Malick
di una certa idea di cinema, completamente libera dalle convenzioni
narrative tradizionali. I suoi sono film che lavorano per sottrazioni
e accumulazioni: ad ellissi narrative sempre più ampie e frequenti
si accostano sequenze in cui la macchina da presa lascia parlare le
immagini in tutti i loro infiniti dettagli, ad una quasi totale
soppressione dei dialoghi sopperisce un uso intensissimo del
soliloquio, quasi un flusso di coscienza dallo stile molto letterario
che ci apre una finestra sulla mente dei personaggi, continuamente
tormentati da dilemmi che poi affliggono anche il regista stesso.
Quello che differenzia To the Wonder da
Tree of Life è il vistoso cambio di scala, laddove il secondo
metteva continuamente a confronto l'infinitamente piccolo della
provincia americana con l'infinitamente grande dell'armonia
universale, il primo si concentra sull'aspetto più terreno ed
infinitesimale, la piccola storia di un innamoramento che è anche un
piccolo spaccato autobiografico.