"Questo è l'inizio dei campi di concentramento americani!" Dalton Trumbo.
Dopo la fine della seconda guerra mondiale, nel 1945, gli Stati Uniti sperimentarono un'intensa agitazione politica. La preoccupazione dominante era la diffusione del comunismo, ed in seguito alla vittoria comunista in Cina nel 1949 e l'inizio della guerra di Corea, la paura si intensificò andando ad'interessare tutti i livelli della vita americana, tra cui l'industria cinematografica di Hollywood.
Ci furono inoltre problemi correlati, come l'opposizione allo sviluppo di un settore a livello sindacale a Hollywood e la determinazione dei gruppi conservatori e di destra nello smantellamento di molti dei programmi liberali sviluppati durante la presidenza Roosevelt.
A partire dal 1947, elementi della sinistra liberale di Hollywood furono sottoposti a forti pressioni, e molti furono costretti a lasciare il settore, mentre altri subirono l'umiliazione di denunciare i loro orientamenti e fornire alla Commissione Parlamentare per le Attività Antiamericane (HUAC) nomi di amici e colleghi. Alcuni sono stati anche invitati a lavorare per l'Anti-communist Film come Howard Hughes con il suo Ho sposato un comunista (1949), che uscì anche con il titolo Donna al molo 13. Altri, meno fortunati perchè non collaborativi, ebbero un destino diverso (e parlerò proprio di uno di loro).
Il cambiamento del clima politico dopo il 1947 ha fatto sì che film come Odio Implacabile (1947) e Barriera Invisibile (1947), con le loro critiche di antisemitismo negli Stati Uniti, non fossero più possibili. In realtà, era praticamente impossibile la produzione di film con evidenti, o letterali, sentimenti liberali dopo il 1947-1948. Film di questo tipo sono stati sostituiti da un ciclo dei cosiddetti caper film (o heist movie, film di rapine o colpi criminali insomma), che, in alcuni casi, hanno comunque mantenuto quella capacità dei film noir di critica ai vari aspetti del capitalismo - anche se queste critiche furono pesantemente camuffate.
Il genere noir era figlio di una comunità composta da comunisti, socialisti e liberali che andavano tenuti strettamente sotto controllo d'ora in poi, in un periodo post-guerra ancora difficile e pieno di contrasti. Attori, scrittori, registi e produttori come Jules Dassin, Edward Dmytryk, Robert Rossen, Abraham Polonsky, Dalton Trumbo, Elia Kazan, Clifford Odets, Nicholas Ray, Cy Endfield, John Garfield, Lee J. Cobb, Howard Da Silva, Karen Morley, Sterling Hayden, John Huston, Humphrey Bogart, e Robert Ryan furono tutti toccati dal maccartismo e in alcuni casi iscritti a una lista nera, che non permetteva più di lavorare a meno che non si emigrasse dagli Stati Uniti.
Trattati come traditori e spie, queste persone venivano allontanate da qualsiasi studios e benchè il periodo sia durato relativamente poco, per molti significò la fine della carriera e l'oblio perenne.