Nelle sale dal 11 luglio.
"Robbott robbott ti ammazzo di bott".
Nel 1974 la Toho, come nuovo rivale per il suo quattordicesimo sequel della saga di Godzilla, se ne uscì con un robot gigante comandato dalla polizia anti mostri, la G Force; il super robot era Mechagodzilla. L'esperimento funzionò e Mecha ritornò in un paio di episodi compreso Godzilla Vs Mechagodzilla 2 dell'epoca Heisei (ps: è nell'aria anche un 3). Questi non è che una delle tante fonti (Tengen toppa Gurren Lagann., Evangelion e la lista potrebbe non finire mai) a cui attinge Del Toro insieme al suo sceneggiatore Travis Beacham, per il suo Pacific Rim.
2020, da circa sette anni la terra è in lotta contro mostri alieni alti decine e decine di metri, comunemente chiamati con il termine giapponese, kaiju. Spuntano fuori non dal cielo, ma da una faglia tettonica creatasi sul fondo dell'oceano pacifico. Le loro apparizioni, prima sporadiche, si intensificano sempre più, tanto che tutti i popoli si uniscono per escogitare un modo per fermarli. Ne creano due: una enorme muraglia che tenga fuori i mostri, facilmente trapassabile e dai lavori infiniti; dei robot alti quanto i mostri, comandati da super soldati addestrati e connessi tra loro neurologicamente. I robot, o meglio, i jaeger, cacciatore in tedesco, se la cavano più che bene, fino a quando non arrivano dei nuovi kaiju, di livello avanzato, più pericolosi e possenti di prima. Tra la muraglia che non regge, i mostri che spuntano sempre più rapidamente e il fondo stanziato per i jaeger bloccato, pare evidente che bisogna fermare i kaiju in un altro modo e definitivo. Ma come?