In sala dal 23 aprile.
Abbandonata e rinnegata malamente, da fans e produttori, la trilogia targata Sam Raimi, che tanto era andata bene al botteghino e tanto era piaciuta, salvo poi perdersi nel naufragio misterioso, clamoroso e volontario (diciamolo) del terzo capitolo, ecco che arriva il nuovo Spider-man, quello di Marc Webb, quello Amazing, qui al secondo capitolo di una trilogia. Addio al Peter Parker-Tobey Maguire tanto sfigatello e benvenuto al teenager ribelle con tanto di ciuffo Andrew Garfield, volto perfetto per incarnare un nuovo tipo di supereroe; sbruffone, strafottente, molto teen, molto ggiovane d'oggi, abbastanza figlio di quel Tony Stark che il pubblico tanto ama e tanto rimpiange.
Questo nuovo Uomo Ragno è figlio anche del suo nuovo "papà" cinematografico, ovvero Marc Webb, regista nato con una commedia romantica, 500 giorni insieme, e coi videoclip delle popstar più in voga. Uno dal pedegree quindi ben chiaro, prestato a sorpresa, ma neanche tanto, alle gesta dell'uomo in calzamaglia blu e rossa. Se nel primo Amazing Spider-man il tocco di Webb (quasi 'ragnatela', spider web in inglese) si intravedeva, in questo secondo capitolo rompe gli argini e si impone alla grande, se non fosse che rimane pur sempre un film di supereroi, e di quelli devi parlare, purtroppo.