Non si vede Godzilla nella locandina e rispecchia alla perfezione il film |
In sala dal 15 maggio.
"Let them fight".
Le premesse erano tra le migliori. Un pessimo, orripilante, disgustoso precedente capitolo, datato 1998 e diretto da Hal Emmerich. Così brutto e fuori luogo che era impossibile fare peggio, e questo già dava ampie speranze, ampie aspettative, ma anche ampie pacche sulla spalle. "Dai che stavolta j'a famo". Un regista giovane, esperto conoscitore della materia e con alle spalle un buon (non eccezionale) monster movie, come Gareth Edwards. Ed infine, forse la cosa più importante, l'apporto produttivo della Toho, la vera mamma di Godzilla, insomma, ai giapponesi spettava una parola importante all'interno del progetto.
Tutto molto bello, se poi pensiamo al livello raggiunto oggi dalla CGI e dal buon successo ottenuto con Pacific Rim. E invece niente. Per dirla molto in breve, il nuovo Godzilla è come andare allo stadio e sedersi dietro una colonna, come ascoltare una canzone alla radio dove prende poco il segnale, andare a una festa per rivedere un vecchio amico ma trovarlo troppo impegnato in altre conversazioni, come andare a fare un tour turistico di notte e sotto la pioggia. Un vedo non vedo fastidioso, o in questo caso un vero e proprio Mostro non Mostro.