venerdì 30 giugno 2017

Il bianco e il nero #55: La vita di Margaret Mitchell prima di Via col vento


Dedicato a Emy Otto

"La vita non ha nessun obbligo di darci ciò che ci aspettiamo"
Margaret Mitchell

Era il 30 giugno del 1936 quando uscì in alcune librerie americane il romanzo dal titolo Via col vento. Autrice era una sconosciuta Margaret Mitchell, giornalista con alle spalle già tre romanzi mai pubblicati.  In meno di due settimane avrebbe polverizzato ogni record di vendite e in meno di 10 mesi avrebbe consacrato la Mitchell, quando le venne conferito il premio Pulitzer il 3 maggio 1937. Un successo che nessuno avrebbe mai potuto lontanamente immaginare e che si sarebbe tramutato in un film tre anni dopo con Clarke Gable e Vivien Leigh, vincitore di 10 Oscar.

Torniamo però indietro di una decina d’ anni. Siamo nel 1926, Margaret Mitchell ha appena terminato di scrivere ‘Ropa Carmaign, una novella breve su una ragazza bianca del sud innamorata di un uomo mulatto. Nessun editore però è interessato al suo lavoro. Non è la prima volta che le succede di essere rifiutata. In precedenza ci aveva provato con Lost Laysen, incentrato sull'amore di tre uomini per la stessa ragazza, opera scritta su due quaderni e regalata al suo fidanzato ai tempi, tale Henry Love Angel (si chiamava proprio così, non è un vezzeggiativo). Lost Laysen verrà pubblicata poi nel 1996, a quasi 80 anni di distanza, dal New York Times diventando un best seller.

L’altro suo tentativo era stato The Big four, un romanzo di 400 pagine sulla vita di un gruppo di ragazze in un collegio.  Purtroppo non è più reperibile in quanto la stessa Mitchell lo distrusse forse per vergogna o insoddisfazione. Nel frattempo la sua carriera da giornalista proseguiva. Era diventata una reporter per l’Atlanta Journal dopo essersi sposata con John Robert Marsh, direttore editoriale presso l’Associated Press. Prima di andare avanti dovremmo parlare della giovane Margaret Mitchell e dei suoi innumerevoli flirt. Molto bella e proveniente da una famiglia altolocata della Atlanta che conta, aveva fatto il suo ingresso in società a 20 anni, nel 1920. In un articoletto di gossip del giornale locale venne descritta così

“…ha avuto nella sua breve vita, forse, già più uomini letteralmente ‘morti d’amore’ per lei e più gentlemen corteggiatori che la maggior parte di tutte le ragazze di Atlanta”

Margaret amava divertirsi e andare ai party. Si autodefiniva un ‘tentatrice senza scrupoli’ e nei goliardici e ruggenti anni 20 per trovarla dovevate cercarla nei locali più in della città, alle prese con i balli più scandalosi e proibiti come il tango e l’apache, danza nota per includere un bacio sulla bocca con il proprio compagno.  In quel periodo frequentava o era fidanzata anche con 5 ragazzi contemporaneamente. Poco prima di sceglie Marsch come sposo, era legata, sempre contemporaneamente, anche a un certo Berrien Kinnard Upshaw, di pochi mesi più grande di lei. Erano un terzetto inseparabile lei, Upshawer e Marsch, tanto che Margaret si sposò prima con Upshaw, detto Red, mentre Marsch faceva loro da testimone.

Questo primo matrimonio fu un disastro e durò appena due anni, quando nel 1924 Red scappò di casa senza mai più farsi vedere. Margaret uscì da quella relazione a pezzi, abusata fisicamente e mentalmente, a causa del temperamento violento di lui e dell’alcolismo di cui soffriva. Marsch, appena tornato in zona dopo essere diventato un contrabbandiere di liquori (l’editoria non rendeva così tanto) si offrì di appianare le cose, concesse un prestito a Upshaw per pagare le spese legali per il divorzio, in cambio la Mitchell non lo denunciò alla polizia per le violenze subite.
Ancora legalmente sposata con Upshaw, Margaret si sposò una seconda volta con Marsh e i due si trasferirono nella casa nota ai tempi come The Dump, la discarica, e oggi diventata la casa-museo visitatissima da curiosi e turisti ad Atlanta.

Il suo primo articolo venne pubblicato il 31 dicembre 1922 dal titolo “Atlanta Girl Sees Italian Revolution”.  Non aveva un argomento specifico, scriveva un po’ di tutto, dalla moda, alla storia, a notizie locali. La maggiore fama la ottenne quando intervistò l’attore più famoso del mondo, Rodolfo Valentino, il 1 luglio 1923.

Il suo stile era molto descrittivo e enfatico  e il suo modo di raccontare trasudava passione. Nella sua carriera intervistò anche 4 delle donne più importanti di Atlanta, diventando una esperta della storia ‘rivoluzionaria’ della città, un hobby che le ritornerà utile in futuro come ben sappiamo. Dopo appena 4 anni nei quali scrisse 129 articoli, 85 storie e diverse recensioni di libri, a pochi mesi dal suo secondo matrimonio si ritirò a causa di un grave infortunio alla caviglia.

In quel periodo di riposo forzato a casa diventò una lettrice assidua. Riempì entrambi i piani della sua casa di libri tanto che il marito per ironizzare una volta le disse “Ma perché non lo scrivi tu un libro invece di leggerne migliaia?!?”.  In seguito da battuta divenne una vera e propria idea e per assecondarla in questa impresa le regalò la macchina da scrivere Remington Portable n.3 nel 1928, ora esposta nel museo ad Atlanta.  Per i successivi 3 anni non fece altro, scrisse un romanzo ambientato durante la guerra civile americana con protagonista una certa Pansy O'Hara (divenuta poi Scarlett e in italiano Rossella). Quel romanzo diventò Via col vento.

Prima di sedermi a scrivere, avevo già in mente chiaramente ogni minimo dettaglio della storia”.

Un mese dopo la sua uscita, il romanzo registra oltre duecentomila copie vendute, mentre sei mesi più tardi le vendite supereranno il milione di copie. E’ un andamento che non ha precedenti, batte record su record e chiunque in America ne vuole possedere una copia. Diventa un oggetto di culto, indispensabile,  un caso editoriale studiato e in vano replicato da tanti altri.

Nonostante questo successo Margaret Mitchell rifiuterà ogni proposta di collaborazione successiva e con lo scoppio della guerra e la malattia del padre non tornerà più alla macchina da scrivere. Rifiuterà per tutta la vita di dare un seguito alle vicende di Scarlett e Rhett e vieterà anche a chiunque il permesso di scrivere il sequel dell’epopea. Solo nel 1991 i suoi eredi concederanno l’autorizzazione a dar vita a nuove avventure dei due protagonisti, e la scrittrice Alexandra Ripley darà alle stampe Scarlett, che in pochi mesi venderà sei milioni di copie in quaranta Paesi.


Il film omonimo uscito nel 1939, prodotto da David O. Selznick, fu anch'esso un successo da record. Per decine di anni è rimasto il film dal maggiore incasso in assoluto con 190 milioni solo per il mercato casalingo, mentre se arrotondato per l’inflazione sale a 3.44 miliardi di dollari.  

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