Cento volte Paramount, poster celebrativo. |
Quest'anno, esattamente l'8 maggio e il 7 giugno, due colossi del cinema sono diventati centenari. Un traguardo, per molti, irraggiungibile, se si pensa soprattutto a quante cose possono cambiare nell'arco di un secolo, figuriamoci il 20esimo secolo e figuriamoci nel mondo rocambolesco del cinema. Un traguardo che denota la presenza assidua e costante di questi due "nonnetti" fin dagli albori, fin da quando il cinema era ancora in fasce e molti storcevano il naso o non ci credevano poi tanto.
I due in questione sono la Paramount pictures e la Universal pictures. Nell'arco della loro sterminata carriera ci hanno fatto sognare e ci hanno regalato film, registi, attori e storie che non dimenticheremo mai. In questa puntata vorrei quindi fare un viaggio nel tempo, a quegli anni di incredibile innovazione e sviluppo dell'industria che portarono il cinema alla dimensione che conosciamo oggi con l'invenzione dello studio system.
*We have to go back.
Torniamo quindi al 1905 circa. Il mondo non aveva ancora conosciuto nessun conflitto globale, la penicillina ancora non era stata scoperta e il cinema era ancora una cosa nebulosa, difficile da inquadrare. Prima di questo periodo l'andamento dell'industria cinematografica era stato fluttuante. Nato nel 1896, il cinema rimaneva un esperimento, un gioco, un'attrazione. Nessuno gli dava troppa fiducia e nessun produttore/inventore tendeva a spenderci troppo. Ma grazie a un nuovo tipo di proiezione, che permetteva a più persone, in una grande sala di vedere la stessa cosa, invece di proiezioni singole, gli introiti iniziavano a crescere e il business a trovare persone interessate.
Tuttavia la "distribuzione" cinematografica funzionava ancora in maniera assai complicata e ottusa, se paragonata, non dico ai tempi nostri, ma anche solo a qualche anno dopo. I produttori vendevano le copie delle loro pellicole direttamente ai gestori di sale e teatri (o a volte di magazzini affittati per creare una piccola sala momentanea) e questi, dato che il prezzo delle pellicole era piuttosto alto e siccome non c'era una quantità tale da permettere una certa varietà, dovevano mostrare e rimostrare lo stesso film.
Nel 1905, con l'espansione dell'industria, le cose tendono a cambiare. Serve una struttura, una produzione che riesca a soddisfare la crescente domanda e delle sale vere e proprie adibite al cinema, non improvvisate. Questo portò a cambiare lo stesso cinema, come media. Nacquero così film di maggiore durata, ogni scena veniva composta da più inquadrature, la narrazione diventava più comprensibile e le storie più complicate. Forse in nessun altro periodo della storia del cinema si è assistito ad altrettanti cambiamenti nelle caratteristiche formali e stilistiche di questo mezzo.
*L'America invasa.
Torniamo quindi al 1905 circa. Il mondo non aveva ancora conosciuto nessun conflitto globale, la penicillina ancora non era stata scoperta e il cinema era ancora una cosa nebulosa, difficile da inquadrare. Prima di questo periodo l'andamento dell'industria cinematografica era stato fluttuante. Nato nel 1896, il cinema rimaneva un esperimento, un gioco, un'attrazione. Nessuno gli dava troppa fiducia e nessun produttore/inventore tendeva a spenderci troppo. Ma grazie a un nuovo tipo di proiezione, che permetteva a più persone, in una grande sala di vedere la stessa cosa, invece di proiezioni singole, gli introiti iniziavano a crescere e il business a trovare persone interessate.
Tuttavia la "distribuzione" cinematografica funzionava ancora in maniera assai complicata e ottusa, se paragonata, non dico ai tempi nostri, ma anche solo a qualche anno dopo. I produttori vendevano le copie delle loro pellicole direttamente ai gestori di sale e teatri (o a volte di magazzini affittati per creare una piccola sala momentanea) e questi, dato che il prezzo delle pellicole era piuttosto alto e siccome non c'era una quantità tale da permettere una certa varietà, dovevano mostrare e rimostrare lo stesso film.
Nel 1905, con l'espansione dell'industria, le cose tendono a cambiare. Serve una struttura, una produzione che riesca a soddisfare la crescente domanda e delle sale vere e proprie adibite al cinema, non improvvisate. Questo portò a cambiare lo stesso cinema, come media. Nacquero così film di maggiore durata, ogni scena veniva composta da più inquadrature, la narrazione diventava più comprensibile e le storie più complicate. Forse in nessun altro periodo della storia del cinema si è assistito ad altrettanti cambiamenti nelle caratteristiche formali e stilistiche di questo mezzo.
*L'America invasa.
Il re indiscusso del cinema in America era Thomas Alva Edison, l'inventore di qualsiasi cosa. Dal caratterino difficile, tendeva a fare causa a chiunque provasse a cimentarsi con il cinema, ad usare una sua invenzione o addirittura a inventare una variazione sul suo modello. Per questo ed altri motivi, l'industria americana era rimasta un pò indietro ed inoltre tendeva a produrre solo per il mercato interno, e quindi a non esportare.
Se in quel periodo avreste voluto andare al cinema lo avreste trovavato infestato di film europei. A dominare il mercato erano principalmente tre nazioni: la Francia, con i due colossi Gaumont e Pathè, capaci di produrre già prodotti di tutti i generi (documentari, trucchi, storici) e di aprire nuovi teatri di posa negli Stati Uniti, in Italia e in Russia; l'Italia con la Cines, specializzata in film d'arte e in comiche; la Danimarca con la Nordisk.
Sembra strano pensarlo, oggi con una Hollywood così dominante, ma allora l'America stava alla finestra. Dopotutto non era la principale potenza economica quale è oggi e quale sarà da dopo il primo conflitto mondiale in poi, quando tutte le industrie europee dovettero vedersela con le conseguenze di una guerra combattuta sul proprio terreno. Coincidenza vuole che proprio nel periodo pre 1914, i produttori, distributori e gestori delle sale americane tentatorono di dare un pò di stabilità alla confusa situazione dell'industria cinematografica.