Neanche la pioggia può fermare uno come sir Christopher Lee. Oltre 200 film all'attivo in cui è stato di volta in volta, il re dell'horror (anche se lui non ama questa definizione), uno dei cattivi più memorabili della saga di James Bond, Scaramanga, l'uomo dalla pistola d'oro, il conte Dooku di Star Wars e Saruman de Il signore degli anelli, due delle saghe più amate del nuovo millennio, Fu Manchu, Mohammed Ali Jinnah, Rochefort, Dracula e questi non sono solo che alcuni dei suoi ruoli più celebri, all'interno di una carriera iniziata ben 67 anni fa.
E se questo non dovesse bastare, è stato uno degli ospiti di maggiore successo nella storia del Saturday Night Live, ha prestato la sua voce a molti videogiochi e si è persino buttato nella lirica per rinascere oggi come cantante heavy metal con due dischi all'attivo.
"Sorprendere sempre il proprio pubblico" così ha detto oggi ad un pubblico divertito e appunto sorpreso dalla mille facce di un artista eterno. Nell'intervista "condotta" da Emmnauel Burdeau senza una struttura precisa (o meglio, c'era ma è saltata presto davanti agli aneddoti di sir Lee), l'attore inglese si è lasciato andare ai ricordi più spassionati legati ai suoi film e ai suoi colleghi.
Come Peter Cushing, con cui ha lavorato in decine di film, attore e persona formidabile, "sapeva prepararsi la pipa, leggere il giornale, recitare e bere il te nello stesso momento, senza nessuna difficoltà" ricorda Lee "ma aveva anche un piccolo difetto. Pronunciava le T in modo molto marcato. Io lo prendevo spesso in giro ma lui non se ne accorgeva mai". Un'amicizia durata decenni e coronata da tanti scherzetti come quando Lee chiamava spesso Cushing al telefono imitando di volta in volta diversi personaggi dei cartoons, da Silvestro a Yosemite Sam (riproposti al momento e ancora molto somiglianti).
Prima alcune doverose premesse. Cominciamo dal regista, Dario Argento, il maestro del brivido, con lui ho mosso i miei primi passi (letteralmente, perché ho cominciato molto piccolo proprio con Profondo Rosso) nel mondo del cinema horror. Poi sono cresciuto, anagraficamente e come spettatore, ma la passione per sangue, frattaglie e guanti di pelle nera è rimasta, e così col tempo ho conosciuto e approfondito registi come Lucio Fulci, Riccardo Freda, Antonio Margheriti e Mario Bava, che ad oggi è ancora uno dei miei preferiti. Ma mentre io crescevo, il cinema di Argento rimaneva ben fermo dove stava, idee e stilemi degli anni '70 riciclati senza vergogna, sceneggiature approssimative, interpretazioni che gridano vendetta (e con interpretazioni intendo per il 90% Asia Argento), ridoppiaggi che gridano vendetta ancora più forte... Insomma un porcaio, si passa da disastri pretenziosi come La Sindrome di Stendhal a veri e propri abomini come Non ho sonno, forse una delle migliori commedie italiane degli ultimi 20 anni. Dopo un film del genere chiunque avrebbe cambiato nome e sarebbe sparito dalla circolazione, e invece no, Argento continua imperterrito la sua discesa nel baratro, mentre intorno a lui una folla ancora incredibilmente ricca di ammiratori accoglie a braccia aperte ogni nuovo abominio. E quindi largo a schifezze come Il Cartaio, La Terza Madre e Giallo, un film rimasto in ballo per mesi perché nessuno aveva il coraggio di distribuire l'ennesima fatica del Maestro, mentre contemporaneamente Adrien Brody era impegnato a fare causa alla produzione perché non era ancora stato pagato. Ma almeno si ride, e pure piuttosto forte, però ogni volta, mentre cerco disperatamente di riprendere fiato, ripenso ai suoi primissimi film e mi chiedo: cos'è andato storto ? Sono stati dei casi fortunati (non proprio tutti eh) ? Argento è stato colto da una precocissima senilità ? Oppure quel poco di talento che c'era si è adagiato su una formula vincente senza sapersi rinnovare ? Non mi è dato saperlo e nemmeno mi interessa più.
L'altra premessa era la questione Dracula, ma visto che mi sono dilungato abbastanza mi collego direttamente alla trama e colgo due piccioni con una fava. Nel 2012, quando i vampiri ci sono stati riproposti in tutte le salse e le variazioni possibili, ha ancora senso uscirsene con l'ennesimo film sul papà di tutti i succhia sangue ? 7 film della Universal tra il 1931 e il 1948, 9 film della Hammer dal 1958 al 1974, senza contare tutta una serie di apocrifi, parodie e altri casi isolati, come il celeberrimo adattamento di Francis Ford Coppola.
E cosa tirano fuori Argento e gli altri tre sceneggiatori ? Niente, ambientano tutta la storia a Passburg (siamo in Germania ? Pare di si) e trasformano Jonathan Harker in un bibliotecario. Dracula lo assume per sistemare la biblioteca di famiglia e intanto terrorizza gli abitanti del luogo, finché ovviamente non compare Mina e succede quello che deve succedere.
Mi direte voi “A chi interessa la trama di un horror di Dario Argento ?”, e avete ragione, a nessuno sano di mente, quindi vado dritto al punto: Dracula 3D è una delusione in tutti i sensi, lo è stato per me, che mi aspettavo un trash involontario esilarante, e lo sarà per molti altri che andranno al cinema sperando in una festa di frattaglie e violenza, perché Dracula 3D è semplicemente noioso. La dose di effettacci splatter per esempio non va oltre il livello a cui ci hanno abituato gli horror indipendenti italiani degli ultimi anni, e il ritmo non aiuta per niente, al punto che tra una risata e l'altra è una vera impresa trattenere gli sbadigli, o il sonno, come nel caso degli altri 4 spettatori nella mia sala.
Allora passiamo alle cose importanti, le risate. Purtroppo sono una rarità, soprattutto perché le scene veramente significative sono quelle che abbiamo già visto decine di volte nei trailer e nelle clip che circolano da mesi su internet (ricorderete tutti il troiler, quella cosa grezzissima senza post-produzione che mostrava persino il finale del film). Quello che balza subito all'occhio è una computer grafica imbarazzante e tremendamente invasiva, ci sono mosche, calabroni, ragni, ragnatele, gufi, lupi e intere stazioni ferroviarie ricreate nel peggiore dei modi, si tratta di fotogrammi davanti a cui è davvero impossibile rimanere seri. E poi c'è una delle apparizioni più attese, la mantide gigante, che però colpisce soprattutto per il suo essere completamente fuori luogo.
Subito dopo vengono regia e fotografia. Con l'eccezione di qualche scena particolarmente dinamica le inquadrature sono praticamente tutte identiche: piano americano di due personaggi ripresi di profilo mentre parlano, e quanto parlano... il solito concentrato di didascalismo e teatralità.
La fotografia condisce tutto alla perfezione, è così brutta che le scenografie reali sembrano degli sfondi digitali, e la luce è usata in modo così strano che gli elementi della scena sembrano appiccicati sgraziatamente su questi sfondi terribili. Probabilmente la cosa dipende dal fatto che il film è studiato per essere proiettato in 3D, ma il risultato è talmente antiestetico che si sposa alla perfezione con tutto il resto
Nel mucchio ci metto anche la solita Asia Argento, che insiste a recitare con la bocca piena di minestra, e un paio di topless talmente goffi e gratuiti che sembrano prelevati di peso da un film porno di quart'ordine, come le musiche di Simonetti.
Tirando le somme, Dracula è un disastro, ma non il disastro che mi sarei aspettato, se non fosse per questo incomprensibile abuso di CG potrebbe essere considerato addirittura un passo avanti rispetto agli ultimi due lavori di Argento. E' pessimo ma non per le solite ragioni. Ecco, si potrebbe persino dire che lo stile di Argento ha subito una svolta, le nuove tecnologie gli hanno offerto nuovi entusiasmanti modi di fare pessimo cinema.
E potrei fermarmi qui, perché non c'è molto altro da dire e perché è sempre piuttosto difficile parlare in maniera costruttiva di pellicole del genere, però ci tenevo a riportare alla memoria un'intervista che risale a quando Dracula 3D era ancora in fase di produzione. Ricordo che in quell'occasione uno dei giornalisti quasi sghignazzando chiese ad Argento cosa ne pensava del Dracula di Francis Ford Coppola e in cosa sarebbe stata diversa la sua versione, e lui si limitò a rispondere con un sorrisetto complice e un'aria di superiorità. Ecco, quel momento mi fece particolarmente schifo.
PS: Il fatto che il sottoscritto e Il Monco non siano stati accettati come comparse in questo film non ha influenzato il giudizio complessivo, ma il dolore ci lacera l'anima.
Ed Wood, di Tim Burton, anno 1994. Bela
Lugosi, interpretato dal premio Oscar Martin Landau, è seduto su una
poltrona in attesa del ciak quando un tecnico gli si avvicina
chiedendogli un autografo; mentre l'attore verga il foglietto bianco,
il tecnico fa l'errore di esprimergli la sua ammirazione per il ruolo
di spalla di Boris Karloff ne Il Raggio Invisibile.
Apriti cielo!
Lugosi sbotta mandando all'altro paese il malcapitato, aggiungendo
che Karloff non era degno nemmeno di portargli le borse (edulcoriamo)
e che il ruolo di Frankenstein non era minimamente paragonabile a
quello di Dracula dal punto di vista attoriale.
Burton, nello
spazio di 1 minuto, romanzando (Lugosi rispettava il collega e
l'amico Karloff) fa conoscere a una generazione di giovani cinefili
una, anzi LA rivalità per eccellenza della storia del cinema, che
gettò le basi del genere Horror e che appassionò e stupì le platee
di tutto il mondo.
Ma andiamo con ordine: Nell'estate del
1927, dopo aver recitato per anni a Broadway in numerose
rappresentazioni, Bela Ferenc Dezso Blasko, in arte Bela Lugosi,
viene scritturato per il ruolo di Dracula nell'adattamento di Deane &
Balderston del romanzo di Bram Stoker. La rappresentazione sarà un
vero successo di pubblico, al punto da essere ripetuta ben 261 volte.
E' proprio durante una delle repliche che un divertito produttore
della Universal Pictures nota la performance di Lugosi e lo propone
come attore protagonista nella trasposizione cinematografica
dell'opera a un perplesso Carl Lemmle, fondatore dello studio,
inizialmente esitante a cimentarsi nell'azzardo di produrre il primo
film horror della storia.
Convinto Lemmle, acquistati i diritti
dell'opeara di Deane e iniziata la produzione nella primavera del
1930, la leggenda vuole che la prima scelta della Universal per il
ruolo di Dracula fosse Lon Chaney, attore feticcio del regista Tod
Browning e che il ruolo fosse stato assegnato a Bela Lugosi solo dopo la
morte di Chaney per un cancro ai bronchi, avvenuta nell'agosto dello
stesso anno. Se è vero che Lugosi inizialmente non rientrave nei
piani di Lemmle, sulla veriditcità di questo rumor regna
l'incertezza, alimentata da almeno 2 dati di fatto che sembrano
smentirla: Lon Chaney era sotto un contratto di esclusività a lungo
termine con la Metro-Goldwyn-Mayer dal 1925 e aveva negoziato il
lucrativo rinnovo poco prima di morire, mentre Browning fu assunto
come regista dalla Universal solo all'ultimo minuto, dopo la morte
del regista designato Paul Leni.
In ogni caso, Lugosi sconfisse la
concorrenza di una decina di attori di spicco dell'epoca, anche e
sopratutto perchè accettò un contratto, tutto sommato poco
remunerativo, anche per gli standard dell'epoca, di 500 $ a settimana
per un totale di 7 settimane di lavorazione: 3500 $ in totale.
Sono molte le leggende metropolitane
che ruotano attorno alla produzione del film: una su tutte quella che
voleva che Lugosi non sapesse parlare l'inglese e avesse imparato a
memoria foneticamente le battute da recitare. Falso. Sebbene
l'accento di Bela tradisse le sue origini straniere, era dal 1919 che
recitava in lingua inglese.
La straordinaria e particolarissima
performance di Dracula fu dunque tutta farina del sacco dell'attore
Ungherese, che caratterizzò il personaggio con la sua camminata, i
suoi sguardi e il suo modo esotico di parlare la lingua anglosassone,
ispirando gli attori che vennero dopo di lui e che tentarono di
imitarlo, a volte fallendo miseramente, offrendo una versione
caricaturale e a tratti comica della fonte originale.
Un'altra leggenda, stavolta vera, parla
del fatto che Browning, ancora scosso dalla dipartita di Chaney,
disprezzasse la sceneggiatura, ritenuta ridondante e pacchiana, e che
spesso lasciasse il set affidando i ciak al direttore della
fotografia Karl Freund, vero e proprio regista non accreditato. Di
conseguenza il film non sorprese la critica dal punto di vista
registico, anzi sono molti a considerare la versione in lingua
spagnola del film, che veniva girata di notte negli stessi set da
troupe e cast diversi (siamo agli albori del sonoro, il doppiaggio
ancora non esisteva...) fosse migliore sotto molti punti di vista.
Addirittura, alcuni storici del cinema hanno ipotizzato che il film
perfetto ideale sarebbe stato quello spagnolo con Lugosi nel ruolo di
Dracula.
Il film uscì al Roxy Theatre di New York il 12 febbraio
1931 e fu un successo clamoroso: i quotidiani riportarono lo shock
del pubblico, alimentato dal discorso finale dal vivo di Edward Van
Sloan (Van Helsing nel film) che affermò che <<[...]queste
cose ESISTONO.>>. In 48 ore furono staccati ben 50000
biglietti, una scommessa vinta dalla Universal che aveva già avviato
la macchina organizzativa per realizzare il secondo grande film
horror della storia del cinema americano, Frankenstein... [Continua]