Mi piace pensare alla Cultura come a un album di figurine. Si parte con tutte le pagine vuote e si inizia piano piano a coprire tutti gli spazi bianchi, partendo da argomenti che ci piacciono o ci interessano o cadono sotto i nostri occhi. Pensiamo al cinema, immaginiamo una ipotetica pagina/sezione/album con le figurine del cinema. Abbiamo appena visto un film francese della Nouvelle Vague, uno di Truffaut. A questo punto cercheremo di completare -se ci è piaciuto, chiaramente- la sezione Nouvelle Vague con tante altre figurine, muovendoci orizzontalmente, ovvero proseguendo con i film di Truffaut, o verticalmente, quindi passando a registi dello stesso genere o periodo (Godard, Chabrol), o diagonalmente, scegliendo di vedere un documentario su quel film, un remake, una pellicola che tratta la stessa tematica o una che non c'entra assolutamente nulla, ma che ha in comune la città in cui è stata girata o uno degli attori. Per non parlare della lettura di un libro o dell'ascolto di un disco. Ognuno traccia e percorre il percorso che preferisce.
E' un esercizio affascinante che vale per ogni ambito e che spesso viene fatto senza rendersene conto. Stiamo collezionando di volta in volta pezzi necessari alla formazione di una cultura il più possibile completa. Ogni tassello ci permette di avere una visione più ampia del mondo in cui ci siamo avventurati e una comprensione maggiore di quello già visto, letto, ascoltato.
Ogni opera è in grado di stimolare un percorso, magari debole in avvio, ma forte man mano che incontra altri tronconi a cui legarsi. Anche il film più insulso può portare alla conoscenza di un sotto genere e di personaggi, autori imprescindibili o in grado di incontrare la nostra sensibilità.
Ebbene c'è tuttavia un autore che più di tutti porta a completare ed ampliare quell'album di figurine. Si chiama Quentin Tarantino e piaccia o no, dovrebbe essere il primo passo di ogni appassionato di cinema wanna be.
Tarantino o lo si ama o lo si odia, è uno di quegli artisti che divide le masse e non lascia indifferenti. Per una volta però non parleremo della qualità del suo cinema ma di quello che c'è dentro e come sia in grado di espandere la nostra conoscenza.
Prima di tutto Quentin è uno di noi e Quentin è per tutti. E' uscito da un videonoleggio nel quale guardava e parlava solo di cinema tutto il giorno, è il classico movie geek in grado di ricordare a menadito tutti gli attori secondari di un film di serie B asiatico. Una passione e una conoscenza sterminata e varia che ha tradotto e importato nel suo di cinema.
Al contempo non è elitario, non è complesso, non è irraggiungibile. I suoi film sono accessibili a tutti -chiaro, a diversi livelli di lettura- e dal più minchione palestrato, al più radical chic, tutti hanno un punto di incontro nell'amore per le "tarantinate", ormai vero e proprio marchio di fabbrica.
Ed è forse questo il suo maggiore pregio, tutti possono partire da Tarantino, imparare, comprendere, espandere e prendere il volo, costruirsi una propria storia. Film come Kill Bill, Le Iene o anche Django Unchained, sono le porte per qualcosa di più grande, di molto più grande e senza tangibili confini.
Partiamo appunto da Le Iene, un film a cui qualcuno può avvicinarsi per la trasmissione aberrante di Italia 1 o perchè ha sentito parlare di alcune scene, o le ha viste su Youtube (questo è un altro pregio del cinema di Tarantino, costellate da scene e scenette cult, in grado di diventare virali sul web).
Prima di tutto è un noir e ci apre le porte verso un genere estinto ma tutto da esplorare con capolavori del passato e a cui si ispira come Rapina a mano armata di Kubrick o La jungla d'asfalto di Huston.
Secondo è un omaggio -o se vogliamo, un remake- di City on fire poliziesco made in Hong Kong di un maestro del genere come Ringo Lam e con un grande, ancora semi sconosciuto come Chow Yun-Fat. Inoltre per il tipo di racconto è molto simile al capolavoro Rashomon di Kurosawa.
Quarto ci sono attori formidabili e dalle carriere particolari come Michael Madsen e Harvey Keitel. Non sono mai scelti a caso gli interpreti dei suoi film. Basti fare l'esempio di Pam Grier in Jackie Brown o Gordon Liu in Kill Bill.
Terzo ha una colonna sonora meravigliosa con brani di The George Baker Selection, Bleu Swede, Stealers Wheel e Harry Nilson. E apriti cielo, qui c'è una ben di Dio senza fine. Appartengono a album che non avranno forse fatto la storia della musica commerciale americana, ma che sono delle piccole perle.
E così con un solo film ci siamo aperti il mondo dei classici americani, il filone action asiatico e la grande musica americana indie e funk. Da qui potremmo distaccarci già da Tarantino e re incontrarlo più avanti sul nostro cammino, ma vediamo un altro esempio.
A prova di morte - Deathproof, prima parte del dittico Grindhouse con l'amico Robert Rodriguez e il suo Planet Terror. Siamo totalmente in un altro genere, difficilmente inquadrabile, ci sono le corse automobilistiche, gli stunt etc... ma c'è anche una prima ora buona in cui non si vede una singola autovettura in corsa.
Anche qui, un grande film omaggiato, Punto Zero di Sarafian ma soprattutto è un omaggio al cinema d'exploitation degli anni 70. E qui si apre un genere con mille sottocategorie come il sexploitation, il blaxpoitation (omaggiato in Jackie Brown), lo stesso spaghetti western potrebbe essere considerato un exploitation del genere western. Casa di questi film era la grindhouse, cinemini a doppio spettacolo con prezzo del biglietto molto basso, come la qualità dei titoli proposti, c'è da dirlo.
In questo caso la colonna sonora è un continuo riferimento ad altri film. It's So Easy di Willy De Ville arriva da Cruising di Friedkin, è presente il tema principale di Italia a mano armata di Franco Micalizzi per non parlare di Paranoia prima di Ennio Morricone, qui tema di Stuntman Mike ma già il tema in Il gatto a nove code di Dario Argento.
Vi basta? Siamo riusciti a toccare l'exploitation americano come il polizziottesco italiano.
Chiudiamo con Kill Bill e la parte asiatica di Q. Se non fosse stato per Lanterne rosse di Yimou, la Cina non si sarebbe mai affacciata alla ribalta cinematografica, ma senza Tarantino ci saremmo persi tanti grandi film sommersi o andati persi. Basti il fatto che ha sponsorizzato a gran voce Hero, sempre di Yimou, per fargli una statua. Oggi viviamo in un epoca in cui è facile scaricare determinati film semi sconosciuti o informarsi a riguardo, perchè internet rende tutto possibile, ma se non fosse per "megafoni" come Tarantino, molte cose rimarrebbero chicche per pochi e i possessori non si sognerebbero di condividerle, tanto a chi interesserà mai?
Dopo il noir, l'exploitation, il pulp, e prima dello spaghetti western, Tarantino ci porta a conoscenza del wu xia pian, il cappa e spada asiatico, legato alla tradizione e al mito dell'oriente. Tre grandi fonti di ispirazione:
1) la Shaw Brothers, compagnia di produzione di Hong Kong che firmò molti dei wu xia più celebri, come Le invincibili spade delle tigri volanti, I sette guerrieri del kung fu e La mano sinistra della violenza.
2) Lady Snowblood di Fujita Toshiya, caposaldo del revenge movie nipponico
3) L'ultimo combattimento di Chen di e con Bruce Lee, il suo ultimo film (incompiuto), da cui prende a parte la tuta di Beatrix anche la struttura.
Quindi altro materiale su cui lavorare per mesi forse, i wu xia, il revenge movie e i grandi film di arti marziali.
E potremmo continuare con Jackie Brown, che ci porterebbe a Jack Hill e Foxy Brown, Inglorious basterds e Quel maledetto treno blindato di Enzo G. Catsellari (e annesso filone italiano), Django unchained e quindi Django e gli spaghetti western, ma anche i film scritti da Tarantino, come Una vita al massimo dove tira in ballo Sonny Chiba o Natural Born Killer omaggio a Bonnye e Clyde.
Insomma Tarantino è un primo passo imprescindibile per i cultori della settima arte e ad ogni visione delle sue opere, a distanza di anni e con una cultura sulle spalle mutuata proprio grazie a loro, se ne può godere maggiormente.
Ovvio che bisogno poi avere la voglia di guardarsi Bande à part di Godard (perchè è anche il nome della casa di produzione di Tarantino) e quindi scoprire la Nouvelle Vague o Un bacio e una pistola perchè ha ispirato Pulp Fiction. Tarantino aprirà pure le porte, ma poi spetta a noi.
E per chi si lamenta che Tarantino porterebbe solo verso una brutta strada, priva di reale qualità, possiamo pure tranquillizzarvi. Seguire un percorso, non esclude in nessun modo un altro, anzi, probabilmente ci permette di passargli a fianco e di esplorarlo in seguito. Intanto l'album si riempie sempre di più.
Prima di tutto Quentin è uno di noi e Quentin è per tutti. E' uscito da un videonoleggio nel quale guardava e parlava solo di cinema tutto il giorno, è il classico movie geek in grado di ricordare a menadito tutti gli attori secondari di un film di serie B asiatico. Una passione e una conoscenza sterminata e varia che ha tradotto e importato nel suo di cinema.
Al contempo non è elitario, non è complesso, non è irraggiungibile. I suoi film sono accessibili a tutti -chiaro, a diversi livelli di lettura- e dal più minchione palestrato, al più radical chic, tutti hanno un punto di incontro nell'amore per le "tarantinate", ormai vero e proprio marchio di fabbrica.
Ed è forse questo il suo maggiore pregio, tutti possono partire da Tarantino, imparare, comprendere, espandere e prendere il volo, costruirsi una propria storia. Film come Kill Bill, Le Iene o anche Django Unchained, sono le porte per qualcosa di più grande, di molto più grande e senza tangibili confini.
Partiamo appunto da Le Iene, un film a cui qualcuno può avvicinarsi per la trasmissione aberrante di Italia 1 o perchè ha sentito parlare di alcune scene, o le ha viste su Youtube (questo è un altro pregio del cinema di Tarantino, costellate da scene e scenette cult, in grado di diventare virali sul web).
Prima di tutto è un noir e ci apre le porte verso un genere estinto ma tutto da esplorare con capolavori del passato e a cui si ispira come Rapina a mano armata di Kubrick o La jungla d'asfalto di Huston.
Secondo è un omaggio -o se vogliamo, un remake- di City on fire poliziesco made in Hong Kong di un maestro del genere come Ringo Lam e con un grande, ancora semi sconosciuto come Chow Yun-Fat. Inoltre per il tipo di racconto è molto simile al capolavoro Rashomon di Kurosawa.
Quarto ci sono attori formidabili e dalle carriere particolari come Michael Madsen e Harvey Keitel. Non sono mai scelti a caso gli interpreti dei suoi film. Basti fare l'esempio di Pam Grier in Jackie Brown o Gordon Liu in Kill Bill.
Terzo ha una colonna sonora meravigliosa con brani di The George Baker Selection, Bleu Swede, Stealers Wheel e Harry Nilson. E apriti cielo, qui c'è una ben di Dio senza fine. Appartengono a album che non avranno forse fatto la storia della musica commerciale americana, ma che sono delle piccole perle.
E così con un solo film ci siamo aperti il mondo dei classici americani, il filone action asiatico e la grande musica americana indie e funk. Da qui potremmo distaccarci già da Tarantino e re incontrarlo più avanti sul nostro cammino, ma vediamo un altro esempio.
A prova di morte - Deathproof, prima parte del dittico Grindhouse con l'amico Robert Rodriguez e il suo Planet Terror. Siamo totalmente in un altro genere, difficilmente inquadrabile, ci sono le corse automobilistiche, gli stunt etc... ma c'è anche una prima ora buona in cui non si vede una singola autovettura in corsa.
Anche qui, un grande film omaggiato, Punto Zero di Sarafian ma soprattutto è un omaggio al cinema d'exploitation degli anni 70. E qui si apre un genere con mille sottocategorie come il sexploitation, il blaxpoitation (omaggiato in Jackie Brown), lo stesso spaghetti western potrebbe essere considerato un exploitation del genere western. Casa di questi film era la grindhouse, cinemini a doppio spettacolo con prezzo del biglietto molto basso, come la qualità dei titoli proposti, c'è da dirlo.
In questo caso la colonna sonora è un continuo riferimento ad altri film. It's So Easy di Willy De Ville arriva da Cruising di Friedkin, è presente il tema principale di Italia a mano armata di Franco Micalizzi per non parlare di Paranoia prima di Ennio Morricone, qui tema di Stuntman Mike ma già il tema in Il gatto a nove code di Dario Argento.
Vi basta? Siamo riusciti a toccare l'exploitation americano come il polizziottesco italiano.
Chiudiamo con Kill Bill e la parte asiatica di Q. Se non fosse stato per Lanterne rosse di Yimou, la Cina non si sarebbe mai affacciata alla ribalta cinematografica, ma senza Tarantino ci saremmo persi tanti grandi film sommersi o andati persi. Basti il fatto che ha sponsorizzato a gran voce Hero, sempre di Yimou, per fargli una statua. Oggi viviamo in un epoca in cui è facile scaricare determinati film semi sconosciuti o informarsi a riguardo, perchè internet rende tutto possibile, ma se non fosse per "megafoni" come Tarantino, molte cose rimarrebbero chicche per pochi e i possessori non si sognerebbero di condividerle, tanto a chi interesserà mai?
Dopo il noir, l'exploitation, il pulp, e prima dello spaghetti western, Tarantino ci porta a conoscenza del wu xia pian, il cappa e spada asiatico, legato alla tradizione e al mito dell'oriente. Tre grandi fonti di ispirazione:
1) la Shaw Brothers, compagnia di produzione di Hong Kong che firmò molti dei wu xia più celebri, come Le invincibili spade delle tigri volanti, I sette guerrieri del kung fu e La mano sinistra della violenza.
2) Lady Snowblood di Fujita Toshiya, caposaldo del revenge movie nipponico
3) L'ultimo combattimento di Chen di e con Bruce Lee, il suo ultimo film (incompiuto), da cui prende a parte la tuta di Beatrix anche la struttura.
Quindi altro materiale su cui lavorare per mesi forse, i wu xia, il revenge movie e i grandi film di arti marziali.
E potremmo continuare con Jackie Brown, che ci porterebbe a Jack Hill e Foxy Brown, Inglorious basterds e Quel maledetto treno blindato di Enzo G. Catsellari (e annesso filone italiano), Django unchained e quindi Django e gli spaghetti western, ma anche i film scritti da Tarantino, come Una vita al massimo dove tira in ballo Sonny Chiba o Natural Born Killer omaggio a Bonnye e Clyde.
Insomma Tarantino è un primo passo imprescindibile per i cultori della settima arte e ad ogni visione delle sue opere, a distanza di anni e con una cultura sulle spalle mutuata proprio grazie a loro, se ne può godere maggiormente.
Ovvio che bisogno poi avere la voglia di guardarsi Bande à part di Godard (perchè è anche il nome della casa di produzione di Tarantino) e quindi scoprire la Nouvelle Vague o Un bacio e una pistola perchè ha ispirato Pulp Fiction. Tarantino aprirà pure le porte, ma poi spetta a noi.
E per chi si lamenta che Tarantino porterebbe solo verso una brutta strada, priva di reale qualità, possiamo pure tranquillizzarvi. Seguire un percorso, non esclude in nessun modo un altro, anzi, probabilmente ci permette di passargli a fianco e di esplorarlo in seguito. Intanto l'album si riempie sempre di più.
Bell'articoletto. Fa venire davvero voglia di estendere la ricerca.
RispondiEliminaFortuna che le fonti di Tarantino le conosco tutte, e le ho viste tutte... Sì, è vero. Lo giuro! Perché mi guardate così?