Nelle sale dal 29 settembre
Dopo una pausa dal cinema che lo ha visto impegnato con la cerimonia d'apertura delle olimpiadi di Londra, Danny Boyle torna dietro la macchina da presa con un progetto più modesto: Trance, remake di un omonimo film per la TV scritto e diretto nel 2001 da Joe Ahearne, qui nelle vesti di sceneggiatore a fianco di John Hodge, che non lavorava con Danny Boyle dai tempi di Trainspotting e The Beach.
Dopo una pausa dal cinema che lo ha visto impegnato con la cerimonia d'apertura delle olimpiadi di Londra, Danny Boyle torna dietro la macchina da presa con un progetto più modesto: Trance, remake di un omonimo film per la TV scritto e diretto nel 2001 da Joe Ahearne, qui nelle vesti di sceneggiatore a fianco di John Hodge, che non lavorava con Danny Boyle dai tempi di Trainspotting e The Beach.
Simon
(James McAvoy), curatore d'aste e inguaribile giocatore d'azzardo, è
completamente sommerso dai debiti di gioco. Per cavarsi d'impaccio si
rivolge a Franck (Vincent Cassel) un pericoloso criminale che lo
convince a fare da talpa durante il furto di un preziosissimo Goya.
Il colpo sembra andato a segno, ma sul più bello Simon subisce un
trauma cranico e dimentica dove ha nascosto il quadro. L'unica
soluzione è l'intervento di un'ipnoterapista, così Franck e Simon
si rivolgono alla bella e talentuosa Elisabeth Lamb (Rosario Dawson).
Un
progetto più modesto perché Boyle, abbandonate quelle che qualcuno
potrebbe definire storie più ambiziose, si butta su un piccolo film,
un'onesta pellicola di genere in cui elementi del noir, del thriller
psicologico e dell'heist movie classico vengono mescolati in maniera
molto equilibrata.
Boyle
ci porta subito al centro dell'azione con due sequenze quasi
speculari, nella prima il protagonista descrive i sistemi di
sicurezza della casa d'aste, e in quella immediatamente successiva,
che segue lo stesso percorso nell'edificio, viene messa in atto la
rapina vera e propria, un divertente incipit dal ritmo concitatissimo
che Boyle orchestra alla perfezione con una regia precisa e una bella
musica martellante. Poi una frenata brusca e il film cambia quasi
completamente ritmo (e tono), dal piano raffinato ma semplice per
rubare un quadro di valore, si passa al tentativo disperato di
sottrarre un ricordo dalla mente del protagonista, situazione che ai
nolaniani più incalliti farà tornare in mente Inception ma che qui
viene affrontata con un taglio meno fantascientifico e più concreto,
anche se non mancano situazioni al limite del surreale (la scena
della testa).
Cala
il ritmo ma non la tensione, e In Trance si trasforma in un intricato
puzzle di cui Aherne e Hodge rimescolano continuamente i pezzi, un
accumulo spinto quasi all'eccesso di seduzioni, passi falsi e
tradimenti in cui il colpo di scena è sempre dietro l'angolo, forse
facile da prevedere ma ben nascosto dietro un intreccio anche troppo
caotico. E a sua volta anche Boyle procede per accumulo, posizionando
nelle case ultramoderne e luccicanti dei suoi protagonisti un numero
infinito di specchi, metafora facile quanto abusata di una verità
doppia e inafferrabile.
In
Trance insomma soffre per una sceneggiatura un po' grezza, che invece
di sorprendere lo spettatore con soluzioni raffinate, preferisce
disorientarlo con una matassa ingarbugliata di capovolgimenti e
rivelazioni. Eppure funziona: nonostante un climax molto intenso
inserito ad inizio film, ritmo e interesse rimangono
sorprendentemente alti. Lo stile videoclipparo di Boyle poi, che
normalmente non amo molto, trova qui una dimensione più congeniale,
quella di una Londra quasi futuristica dove l'apparenza e le
superfici (soprattutto quelle del corpo) sono tutto.
E
a proposito di corpi, c'è la bellissima Rosario Dawson, che oltre a
regalarci uno dei nudi più integrali di sempre offre anche un'ottima
interpretazione in un ruolo solo apparentemente secondario. Buono
McAvoy ma molto fuori parte in un ruolo che inizialmente era stato
proposto a Michael Fassbender, un fisico decisamente più adatto ad
incarnare il tipo di personaggio che si delinea nel corso della
storia.
Un
film di genere leggero e tutto apparenze, ma (credo) divertito e
divertente.
Sono davvero curiosa di vederlo, soprattutto dopo questa recensione positiva!
RispondiEliminaLa scena iniziale è una di quelle cose che mi hanno stampato un sorrisone sulla faccia (nel senso buono). Poi c'è da dire che a me lo stile da "videoclipparo" piace un sacco :p
RispondiEliminaUno dei momenti migliori del film, ancora mi sorprende che non si ammosci dopo un inizio del genere.
Elimina