Al cinema da giovedì 1 agosto
La notte del giudizio (The Purge) è l'ultima scommessa della Blumhouse di Jason Blum, uno dei produttori dietro molte delle principali produzioni horror recenti, da Paranormal Activity al discreto Sinister. Uno che sa quello che fa insomma, e infatti The Purge, con un budget di appena tre milioni di dollari, ne ha incassati più di trenta solo nel primo weekend, aprendo la strada ad un seguito in meno di un nanosecondo.
La notte del giudizio (The Purge) è l'ultima scommessa della Blumhouse di Jason Blum, uno dei produttori dietro molte delle principali produzioni horror recenti, da Paranormal Activity al discreto Sinister. Uno che sa quello che fa insomma, e infatti The Purge, con un budget di appena tre milioni di dollari, ne ha incassati più di trenta solo nel primo weekend, aprendo la strada ad un seguito in meno di un nanosecondo.
Per porre fine all'ondata di povertà,
disoccupazione e criminalità che ha portato l'America sull'orlo del
baratro, i Nuovi Padri Fondatori istituiscono lo "sfogo"
annuale (La Purga aveva un suono troppo scatologico), una finestra di
dodici ore nella notte del 5 luglio in cui le leggi vengono soppresse
e ognuno è libero di dare sfogo alle proprie pulsioni animalesche
per il bene del paese.
Il 5 luglio del 2022 la famiglia Sandin
(Ethan Hawke, la belissima Lena Headey e relativa prole) si barrica
in casa dietro un sofisticatissimo sistema di sicurezza, disposti ad
accettare lo sfogo ma non a parteciparvi.
La premessa, più vicina alla
fantascienza distopica che all'horror, è estremamente intrigante,
una di quelle idee azzeccatissime che traggono forza proprio dalla
loro semplicità: in un futuro riconoscibile e non troppo remoto
viene inserito un elemento straniante (la violenza) per scatenare una
riflessione più o meno forte sul presente. Un tema piuttosto caro
alla fantascienza classica che è recentemente tornato alla ribalta
soprattutto grazie al successo di The Hunger Games (a me però ha
fatto venire in mente l'episodio Il ritorno degli Arconti di Star
Trek).
In La notte del giudizio però questa
premessa rimane tale, perché James DeMonaco (sceneggiatore del
remake di Distretto 13, brr...) preferisce mantenersi sui
rassicuranti binari dell'home invasion, trattando l'elemento
fantascientifico come un semplice pretesto per servire allo
spettatore l'ennesimo collaudatissimo assedio domestico. Di
conseguenza quel sottotesto socio-politico così interessante va un
po' a farsi benedire, e, nelle rare occasioni in cui emerge, lo fa
nel modo più banale e diretto possibile, puntando tutto su una
rappresentazione più esplicita possibile della violenza o su
situazioni didascaliche che dovrebbero mettere il protagonista (e lo
spettatore) di fronte alla sua ipocrisia. Come accade in molti di
questi film infatti il punto è sempre lo stesso, l'allegra
famigliola alto-borghese che rifiuta il concetto di violenza verrà
in qualche modo costretta a venire a patti con il proprio lato più
bestiale, secondo dinamiche viste e straviste che The Purge ripropone
senza nessuna novità, e soprattutto senza la capacità di renderle
interessanti come hanno fatto decine di film prima di lui, a partire
da classici come Cane di paglia o Funny Games.
Come banalissimo thriller
comunque il film funzionicchia, senza guizzi creativi e senza
scossoni, ma con una tensione che ogni tanto riesce persino a farsi
palpabile, in particolare durante tutta quella sequenza in cui i
protagonisti si riuniscono alla luce dei monitor per attendere
insieme l'ora fatidica, e subito dopo, quando i primi colpi d'arma da
fuoco iniziano a riecheggiare oltre le porte blindate. La seconda
parte del film invece, nonostante l'azione confusionaria e il ritmo
concitato, è quella che fuziona meno, non tanto per le forzature più
o meno tollerabili che mettono in moto gli eventi, ma per tutta una
serie di situazioni riproposte un numero improbabile di volte senza
nessuna variazione o vergogna, come il continuo girovagare in un
dedalo di corridoi bui alla ricerca dell'ennesimo jump scare, o tutte
quelle volte in cui uno o più personaggi vengono sorpresi alle
spalle da un altro personaggio creduto morto, o di cui ci siamo
semplicemente dimenticati. Una ripetitività e una povertà di idee
che scatenano qualche sbadiglio di troppo per un film di appena 85
minuti. Ma stringi stringi La notte del giudizio è solo l'ultimo di
tanti (troppi) home invasion che non hanno nulla da aggiungere al
discorso, il classico prodotto estivo di cui ci si può anche
accontentare ma che alla fine sparisce nel nulla con il caldo.
Resta solo il mistero
dell'incasso stratosferico, sarà la penuria di film ?
L'idea di fondo è tanto buona quanto stupida, appunto per questo il film mi ispira parecchio. Il fatto è che mi aspetto, come sembra confermare la rece, uno smosciamento con l'incedere del minutaggio. Boh, effettivamente però non mi resta altro da vedere...
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