Poche ore prima nello stesso posto avevamo assistito a una interessante conversazione con un altro gigante, Ken Loach, e il numero di curiosi presenti per il regista britannico sembrava poter stabilire un nuovo record. Primato spazzato via dai fans del regista cileno naturalizzato francese.
C'è persino un ragazzo vestito come lo sciamano de La montagna sacra. Tra il pubblico si parlano le più svariate lingue, inglese, italiano, francese, spagnolo e sono molto più presenti le copie dei suoi libri di psico magia o sciamanesimo piuttosto che quelle dei suoi film.
Per i tanti presenti questa non è una conversazione con il proprio regista preferito o con un uomo d'arte, ma con un filosofo, un sacerdote, un guru da seguire ciecamente. L'atmosfera che si respira è particolare, diversa dalla solita dei festival di cinema.
Jodorowsky arriva, in perfetto orario, lo scroscio di applausi scuote la valle. Bastone alla mano, sorriso a 32 denti, calzatura sudamericana d'ordinanza. Il moderatore della conversazione ne fa una breve presentazione, immaginando benissimo come tutti conoscano il personaggio alla perfezione. Dopodiché la procedura classica, che prevede una 30 di minuti di intervista e il resto dedicato alle domande dal pubblico, viene fatta subito deragliare. Le mani alzate si fanno strada fin da subito e il pubblico si appropria di Alejandro.
A questo punto succede di tutto.
Bisogna essere sinceri, se eravate interessati a una conversazione sul cinema, sareste stati delusi. Le domande sul cinema sono state poche e possono essere riassunte con la parola miracoli. Miracoli necessari per poter realizzare i propri film, sempre in ristrettezze economiche, come il crowdfunding necessario per realizzare La danza de la realidad, come il produttore che sulla fiducia gli regala 2 milioni di dollari o ancora John Lennon che lancia la sua carriera dopo che decide di mostrare El Topo, cult epocale, durante una delle sue proiezioni di mezzanotte in un cinema underground di New York, affollato di fans dell'ex Beatles, tutti in fila per vedere i suoi corti sperimentali con Yoko Ono. E miracoli avvenuti durante le riprese di un suo film, come una attrice scontrosa che muoredi colpo e viene sostituita dalla ben più disponibile nipote.
Poi come detto è successo di tutto. Domande sul passato, sul trio Panico composto da Alejandro, Roland Topor e Fernando Arrabal, richieste di un rito collettivo che purificasse l'anima di tutti i presenti (con perculata fantastica del regista-guru che prima chiede a tutti di unire i mignoli della mano con quella del proprio vicino, di portare le mani in aria, salvo poi dire "Voilà! State tutti già meglio") o di un rito per pulire la testa dei politici corrotti, richieste di abbracci, spiegazioni sulla psicomagia, se esiste o meno ed infine il momento più tenero, quando un ragazzo svizzero-messicano ha chiesto a Jodorowski di officiare le nozze di lui e la sua fidanzata.
Dapprima ha chiesto loro di guardarsi negli occhi, poi di unire i piedi, per il cammino che faranno insieme, i loro sessi, per la vita sessuale che farà parte del loro futuro insieme e che darà loro degli eredi, i loro cuori per l'amore ed infine di baciarsi. Insomma, non una cosa che tutti possono raccontare.
L'incontro si è concluso oltre i tempi massimi e nonostante la preoccupazione degli organizzatori e delle guardie del corpo, l'artista, mimo, regista, filosofo, scrittore, poeta, attore, guru si è concesso al suo pubblico per una sfilza di autografi, regali e persino una busta con dentro delle "medagliette" da benedire. Eh così, con buona pace del cinema, i suoi fans sono andati a casa estasiati.
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