Va bene, io c'ho provato. Ho provato a partire con più pregiudizi (negativi) possibili, a fare un pò lo snob, il superiore, avevo prontissima la matita rossa e non quella blu, volevo per una volta non fare l'entusiasta, ma non ce l'ho fatta. Dopo un tot di tempo sono stato vinto e ho ammesso la sconfitta. La Francia vince ancora, Paulette è l'ennesimo film tra il guardabile e il bellissimo di questa ultima decade. No, stavolta i risparmio il pippone "sono dei geni, fanno solo buon cinema, sono tutti belli, bravi e perfetti", la sto facendo troppo spesso, e neanche un impietoso paragone con il cinema italiano.
Paulette è una anziana signora rimasta vedova, da dieci anni esatti, dal suo Francois. Il florido risotrante che gestivano insieme è stato rilevato da un sushi bar gestito da giapponesi, vive in quei palazzoni fatiscenti della periferia parigina dove lei e circa il 10% degli inquilini sono di nazionalità francese, mentre il resto -parroco compreso- sono marocchini, algerini, magrebini, o comunque un generico africani. Paulette è razzista come poche. Li odia più che mai -parroco escluso che "si merita di essere un bianco"- e colmo dei colmi, sua figlia ha sposato Ousmane, un simpatico ragazzo di colore, da cui hanno avuto Lèo, più nero che bianco.
La bisbetica vecchina, insopportabile, violenta e sboccata è rimasta senza un soldo in tasca, addirittura sono arrivati quelli del tribunale per l'esproprio e le hanno portato via mobili, tv e sedie. Giunta alla canna del gas, ma non per questo costretta all'umiliazione di mendicare, scopre per caso che nel suo palazzo si spaccia e alla grande, con cifre enormi alzate giornalmente. Grazie indirettamente a Ousmane, poliziotto, viene a scoprire chi comanda la zona, prezziario della roba e metodi di spaccio. Inizia così una scalata al potere e al benestare economico che manco Scarface e che la porterà a stare fianco a fianco con i "marronji" e "mangia banane" che lei odia tanto. Persino davanti ai problemi e alle lotte intestine, l'indomita vecchiaccia troverà come battere la concorrenza.