-E' una trovata che non dura.
-Anche dell'automobile si disse così.
Dialogo sul cinema sonoro, Cantando sotto la pioggia.
Cantando sotto la pioggia non è solo, probabilmente (non amo troppo le classifiche), il miglior musical cinematografico di tutti i tempi, ma è anche una significativa lezione di storia del cinema americano.
Tra un numero musicale e l'altro racconta di un importante periodo di cambiamento all'interno dell'industria cinematografica a stelle e striscie e quindi mondiale. Il film, del 1952, quindi auguri per i 60 anni portati benissimo, racconta delle vicende di una coppia di amici, un attore e un compositore, a cui si aggiunge poi una donna, sulla cresta dell'onda proprio quando il loro lavoro subirà una modifica epocale. Siamo nel 1927 e da poco è stato inventato il sonoro.
Volevo, se riesco, usare il film per parlare di quell'epoca e far notare tutte i piccoli riferimenti e citazione che Donen e gli sceneggiatori hanno disseminato qua e là. E poi perchè no, regalare qualche chicca del making of, dal tiranno Gene Kelly ai piedi sanguinanti di Debbie Reynolds.
Partiamo dall'inizio. Nella prima scena siamo alla prima del nuovo film dei due divi del momento Lina Lamont (Jean Hagen) e Don Lockwood (Gene Kelly), Canaglia reale (The Royal Rascal), presentato come la miglior pellicola del 1927. Come era consuetudine ai tempi, si preparava non una serata qualsiasi, ma un vero evento epocale. Tappeto rosso, l'intero Hollywood Boulevard chiuso al traffico e transennato, migliaia di fans adoranti, aerei in cielo con striscioni, altoparlanti e riflettori che illuminavano tutto a giorno. A Hollywood un film veniva presentato così. Certo ancora oggi per film importanti, in grandi città, si organizzano prime di un certo livello, ma ormai il cinema ha perso quell'attrattiva che aveva più di 80 anni fà. Dopotutto è ormai grandicello e consumato.
Ai tempi, sede della proiezione era il mitico Grauman's Chinese Theatre. Questo edificio particolarissimo, l'esterno è modellato sulla forma di una pagoda cinese e l'entrata è sorvegliata dal rilievo di un dragone e due statue di cani tipiche dell'architettura della dinastia Ming, merita che si sprechi un paio di righe a riguardo.
Deve la sua nascita a un altro particolare cinema, il Grauman's Egyptian Theatre, chiaramente questo ispirato all'epoca egizia, inaugurato nel 1922. I lavori per il collega cinese iniziarono nel 1926 e vide la luce un anno dopo, il 18 maggio 1927, per la premiere del nuovo film di Cecil B. DeMille Il re dei re.
Grauman commissionò il lavoro su uno dei suoi terreni, il 6925 di Hollywood Blvd., alla società di architetti meyer and Holler. L'architetto sarebbe stato Raymond M. Kennedy, già autore dell'Egyptian. Partner finanziari di Grauman erano gli amici Mary Pickford e Douglas Fairbanks (due colossi del cinema muto, creatori, insieme a Charlie Chaplin della United Artists).
Proprio mentre si lavorava con malta, mattoni e cemento il nuovo teatro, nacque per puro caso uno dei simboli di Hollywood, proprio li davanti, la celeberrima Walk of Fame, ovvero le impronte dei più famosi attori impresse nel cemento fresco con la propria firma. La leggenda vuole che Norma Talmadge, un'attrice del cinema muto famosa ai tempi, oggi sconosciuta, sia finita con le scarpe dentro al cemento fresco, da li nacque l'idea di farlo fare a tutti i più grandi. Nel 1937 però Grauman disse che fu lui il primo a finirci dentro per caso e da lì gli venne l'idea. Chiamò quindi Mary Pickford, poi la Talmadge e come terzo Fairbanks. Le loro impronte sono ancora visibili oggi.
Dal 1944 al 1946 ospitò la cerimonia della consegna degli Oscar (adesso e quasi sempre al Kodak Theatre) Nel 1967 il teatro venne dichiarato monumento nazionale. Ancora oggi alcune premiere si svolgono qui, ma come detto, anche se c'è ancora molta folla, molte celebrità, molti flash, non ha più il fascino di un tempo.