Anno nuovo, puntata nuova, e finalmente è tempo di classifiche.
Dopo che chiunque sulla rete ha stilato una lista dei migliori film dell'anno, potevamo noi esimerci dal dire la nostra? Potevamo ? Eh ? EH ?
Giammai! E allora tiriamo le somme su questa memorabile annata cinematografica. Tante categorie, tanti film e naturalmente le nostre personalissime classifiche dei migliori e peggiori film dell'anno.
Ma non finisce qui! Perché dopo la puntata sarete voi, pubblico da casa, a votare i vostri favoriti nel sondaggione del secolo, i Filmbuster(d)s Award!
Perciò dite alla vostra mamma o al vostro papà "Scaricami l'ultima puntata di Filmbuster(d)s o va all'inferno!"
[00:00:27] L'angolo del tripudio
[00:11:47] La posta del cuore
Film in sala:
[00:27:45] The Butler
[00:31:18] American Hustle
Le classifiche:
[00:41:20] Due parole sull'anno appena concluso
[00:59:05] Miglior film d'animazione
[01:08:55] Miglior blockbuster
[01:21:55] Miglior colonna sonora
[01:30:00] Miglior fotografia
[01:38:05] Miglior sceneggiatura
[01:47:25] Miglior attore
[01:57:25] Migliore attrice
[02:06:05] Miglior regista
[02:14:50] Peggior film dell'anno
[02:21:15] Miglior film dell'anno
Potete
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giovedì 9 gennaio 2014
martedì 31 dicembre 2013
American Hustle - L'apparenza inganna di David O. Russell
Nelle sale dal 1 gennaio
2014
Si avvicinano gli Oscar, e, come da (recentissima) tradizione, si avvicina anche l'uscita italiana dell'ultimo film di David O. Russell, il regista-sceneggiatore che da tre anni a questa parte sembra lavorare solo in funzione della scintillante cerimonia del fu Kodak Theatre. Dopo le macchine da premio, o da nomination, The Fighter e Il Lato Positivo, è la volta di American Hustle, da noi con il sottotitolo "l'apparenza inganna", un heist movie che incontra una commedia che incontra una love story, condito con un cast di purosangue.
Irving Rosenthal (un irriconoscibile Christian Bale) è un inguaribile truffatore: traffica in opere d'arte false e organizza finti prestiti (ma qui non ho capito il meccanismo della truffa, urgono delucidazioni) tutto per vivere nel lusso e mantenere la moglie Rosalyn (Jennifer Lawrence) che non sopporta ma con cui continua a vivere per non danneggiare il figliastro. La sua ancora di salvezza è l'amante e complice Sidney (Amy Adams, sempre scollatissima), ma i due vengono beccati da Richie (Bradley Cooper), un agente dell'FBI che garantisce loro l'immunità se lo aiuteranno ad incastrare l'amatissimo sindaco Carmine Polito (pronunciato "carmain" e interpretato da Jeremy Renner).
Irving Rosenthal (un irriconoscibile Christian Bale) è un inguaribile truffatore: traffica in opere d'arte false e organizza finti prestiti (ma qui non ho capito il meccanismo della truffa, urgono delucidazioni) tutto per vivere nel lusso e mantenere la moglie Rosalyn (Jennifer Lawrence) che non sopporta ma con cui continua a vivere per non danneggiare il figliastro. La sua ancora di salvezza è l'amante e complice Sidney (Amy Adams, sempre scollatissima), ma i due vengono beccati da Richie (Bradley Cooper), un agente dell'FBI che garantisce loro l'immunità se lo aiuteranno ad incastrare l'amatissimo sindaco Carmine Polito (pronunciato "carmain" e interpretato da Jeremy Renner).
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martedì 25 giugno 2013
Filmbuster(d)s - Stagione 2 - Episodio 6
Dopo la solita carrellata di news rispondiamo alle vostre graditissime richieste e poi passiamo subito ai film in sala nelle ultime settimane: Hates, Star Trek - Into Darkness, Stoker, Man of Steel e Tulpa.
Sono due ore belle piene, fatevele bastare per tutta l'estate!
[00:00:25] Chiacchiericcio vario
[00:07:30] News
[00:13:40] Le vostre domande
I film:
[00:58:00] Hates
[01:03:40] Star Trek - Into Darkness
[01:19:20] Stoker
[01:37:40] Man of Steel
[01:48:40] Tulpa
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sabato 15 giugno 2013
La Casa alla fine della strada di Mark Tonderai
La neo divorziata Sarah e sua figlia diciassettenne Elissa si trasferiscono dalla chiassosa e pericolosa Chicago in una piccola cittadina della provincia americana, immersa nei boschi e nel buon vicinato. La nuova casa è un vero sogno, giardino enorme, due piani, tutta in legno e lontana da rumori fastidiosi. L'unico problema è che confina con un'altra casa, che credevano disabitata, dove anni prima furono commessi atroci delitti. La figlia dei vicini, in un raptus omicida, ha ucciso i genitori e poi il suo corpo non è stato più ritrovato ma si crede sia annegata nel fiume vicino. Ora il suo inquilino è l'altro figlio Ryan, lontano dalla famiglia quando avvennero i fatti. Tutti in paese lo deridono o ne hanno timore, ma Elissa scopre che in realtà è un ragazzo timido e delicato e tra i due scatta la scintilla dell'ammore. E poi parte il colpo di scena.
Oh prima o poi Jennifer Lawrence un film doveva sbagliarlo (ai tempi delle riprese, 2010, non era ancora la diva del momento e il fatto che il film esca proprio ora è un vero colpo mancino), non è che poteva rimanere immacolata a vita. Certo X Men non è che sia un vanto o Hunger Games un capolavoro, ma erano pop corn movies al limite della tolleranza. Stavolta no, è inciampata (dopo gli Oscar) in un horror semplicemente insignificante. Sarà difficile quindi raggiungere le canoniche 30-40 righe, abbiate pietà.
Non è neanche un brutto film, ma è noioso e si, insignificante, non c'è un altro aggettivo che gli stia meglio.
Tenta di fare l'occhiolino a Psycho unendo il suo Norman Bates a Michael Mayers e dandogli la faccia di un imbecille (l'attore Max Thierot). Il torpore in cui è sprofondato lo spettatore si "interrompe" quando i ragazzi del liceo picchiano a sangue e senza senso il nostro Ryan, la classica scena dove il buono viene margnolato e tutti soffrono per lui, ma quando si ribella e spacca giù tutto, viene visto come un pazzo isterico e soprattutto violento. "Oh stavamo scherzando, ma tu hai voluto calcare la mano".
Ecco che finalmente la storia inizia, peccato (o per fortuna) che sono passati già 60 minuti e ne mancano solo 30 circa, hanno perso troppo tempo. E giù di corsa con il colpo di scena suddetto -neanche tanto prevedibile, almeno in parte, anche se odorante di clichè in ogni dove- e un finale abbastanza troncato.
In effetti, noia a parte, i primi due atti, non sono neanche male, se non fossero così statici, e fanno presagire una soluzione finale gagliarda. Invece rimane piatto, non si scompone e rotola fino al traguardo.
Non è neanche un brutto film, ma è noioso e si, insignificante, non c'è un altro aggettivo che gli stia meglio.
Tenta di fare l'occhiolino a Psycho unendo il suo Norman Bates a Michael Mayers e dandogli la faccia di un imbecille (l'attore Max Thierot). Il torpore in cui è sprofondato lo spettatore si "interrompe" quando i ragazzi del liceo picchiano a sangue e senza senso il nostro Ryan, la classica scena dove il buono viene margnolato e tutti soffrono per lui, ma quando si ribella e spacca giù tutto, viene visto come un pazzo isterico e soprattutto violento. "Oh stavamo scherzando, ma tu hai voluto calcare la mano".
Ecco che finalmente la storia inizia, peccato (o per fortuna) che sono passati già 60 minuti e ne mancano solo 30 circa, hanno perso troppo tempo. E giù di corsa con il colpo di scena suddetto -neanche tanto prevedibile, almeno in parte, anche se odorante di clichè in ogni dove- e un finale abbastanza troncato.
In effetti, noia a parte, i primi due atti, non sono neanche male, se non fossero così statici, e fanno presagire una soluzione finale gagliarda. Invece rimane piatto, non si scompone e rotola fino al traguardo.
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mercoledì 6 marzo 2013
Il lato positivo di David O. Russell
Hum difficile parlare di questo film per una considerevole quantità di righe. Il motivo è che dopo averlo visto mi è rimasto in mente ben poco, anche a soli pochi minuti dalla fine. Famola corta, famola sporca. Pat Solitano è pazzo. Dopo 8 mesi di cure in una clinica psichiatrica per il suo disturbo bipolare, è stato rilasciato, a condizione che frequenti regolarmente uno psicologo e che rimanga sotto l'occhio vigile dei genitori. Perchè è finito in clinica? Un giorno, tornato a casa da lavoro, ha trovato la sua adorabile mogliettina sotto la doccia con un collega, un professore di storia sull'anziano andante. Ha dato di matto e gli ha letteralmente spaccato la faccia a suon di pugni. Ora che è di nuovo in società punta a riconquistare la moglie, che nel frattempo si è trasferita e ha fatto emanare un ordine che vieta a Pat di avvicinarsi a lei ad una distanza inferiore ai 2 km. Pat non riesce a capire che le cose sono cambiate, che è finita, vive nel passato.
A dargli una mano arriva Tiffany, un amica di amici. Anche lei ha i suoi problemi. Dopo che le hanno ammazzato il marito poliziotto, appena sposato, si è buttata sul sesso e si è portata a letto chiunque le passasse a tiro, comprese le donne. E' pronta a fare lo stesso con Pat che però la ferma, essendo lui ancora sposato. Forse il rifiuto lo rende amichevole e tenta in tutti i modi di farle dimenticare il passato e di ricominciare. Dio li fa e poi li accoppia.
Dopo essere stato comprato anni fà dai fratelli Weinstein e dopo essere stato via via accantonato per diversi motivi, fra cui la morte nel 2008 di Sidney Pollack e Anthony Minghella, che avrebbero dovuto, nell'ordine, dirigerlo, Silver Linings Playbook di Mattew Quick, ha trovato finalmente una troupe e un cast in vita e pronto a portarlo su schermo. In circa cinque anni ha subito 25, venticinque!, riscritture, non ultima quella di David O. Russell che si è ricordato dell'avviso lasciato da Pollack, "difficile mixare nel modo corretto la dosi di humor, romance, sentimenti e le problematiche che scaturiscono dalla malattia del protagonista", ci ha messo letteralmente del suo, perchè se non ricordo male, ha un fratello o un parente con dei problemi psichici molto simili a quelli di Pat (per altro una cosa che accomuna mezzo cast).
Il lato positivo non è una commedia, non è un dramma, non è neanche una commedia nera e neanche una romanticheria. E' un pò di tutto e di tutto niente. Di difficile catalogazione, se proprio gliela si deve dare, è un film che spiazza lo spettatore, indeciso se ridere davanti alle follie-pazzie, agli scatti di ira e di violenza, alle litigate alle 4 di notte per Ernest fottuto Hemingway, o se provare compassione e intristirsi per quel tipo di malattia. Ogni volta che ci si lascia andare e ci si concede una risata, subentra una scena che irrigidisce i toni e che disorienta.
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