Dove
eravamo rimasti ? Ah giusto, Dark Star trova un distributore,
Carpenter si prende tutto il merito del progetto e O'Bannon rimane
con un pugno di mosche. Dopo aver smaltito l'incazzatura però
l'artista non rimane con le mani in mano e inizia subito a lavorare
su una nuova sceneggiatura, e ancora una volta sceglie un soggetto
fantascientifico.
Mi
piace pensare che la decisione non sia casuale, forse O'Bannon ha
ancora in mente l'idea originale alla base di Dark Star,
ovvero quella storia fantascientifica a cui aveva lavorato con John
Carpenter e che con il tempo si è trasformata in una parodia a basso
budget. O forse, e questa è la possibilità più intrigante, sta
cercando di rifarsi della delusione economica e personale di Dark
Star; tirando fuori una sceneggiatura geniale dimostrerà agli altri
e a se stesso di non avere niente da invidiare a Carpenter, e
soprattutto attraverso il suo talento potrà provare che Dark Star è
anche farina del suo sacco. Insomma il giocanotto vuole
soddisfazione, e si può dire che in un certo senso se la sia presa,
perché come vi ho anticipato nella prima parte lo script in
questione è quello di Alien di Ridley Scott. Il ragazzo che in Dark
Star aveva creato un alieno con un pallone da spiaggia e un po'
di vernice è lo stesso che ha contrinuito a creare una delle
creature più celebri dell'immaginario horror.
Dan O'bannon e Hans Ruedi Giger |
Contribuito
perché come sicuramente saprete il design del terribile xenomorfo è
stato ideato da Hans Ruedi Giger ma Dan O'Bannon ci ha comunque messo
lo zampino. Secondo quanto racconta in varie interviste fu infatti
lui a proporre alla Fox di affidare il lavoro all'artista svizzero,
la casa di produzione però non prese la cosa troppo seriamente e
così O'Bannon fu costretto a contattarlo personamente e a pagarlo di
tasca propria per realizzare dei disegni dimostrativi per il design
dell'alieno. Sempre secondo le sue dichiarazioni, qualche tempo dopo
ricevette una telefonata dalle autorità doganali dell'aeroporto di
Los Angeles che lo contattavano riguardo ad una busta indirizzata a
lui contenente “illustrazioni pornografiche”. La pornografia in
questione erano i primi schizzi del celeberrimo facehugger,
evidentemente abbastanza impressionanti da far cambiare idea alla
Fox. Giger venne subito coinvolto nel progetto e visto che si dedicò
immediatamente alla realizzazione dello xenomorfo fu proprio O'Bannon
a rifinire il facehugger secondo le richieste di Ridley Scott.
Ma
facciamo un salto indietro di 14 anni e qualche migliaio di
chilometri, siamo in Italia nel 1965 e al cinema sta per uscire
Terrore nello spazio
(Planet of the Vampires
in America), il primo e unico film fantascientifico diretto da Mario
Bava. La trama si ispira vagamente al racconto breve Una
notte di 21 ore di Renato Pestriniero (Bava come O'Bannon è un
voracissimo lettore di racconti fantascientifici), e secondo molti ha
a sua volta ispirato la sceneggiatura di Alien.
Effettivamente i punti in
comune sono numerosi e abbastanza evidenti, piuttosto che elencarveli
preferisco farvi un breve riassunto della trama, sperando così di
mettervi un po' di curiosità:
L'artigianalissimo Terrore nello spazio |
Due astronavi, la Argos e
la Galyot, atterrano su un pianeta sconosciuto completamente
ricoperto di nebbia (ovviamente i mezzi a disposizione del regista
sono limitatissimi, ma non si scappa, la morfologia del pianeta è
quella) attirate da un segnale radio indecifrabile (in Alien era una
richiesta di soccorso), ma durante la discesa i membri dei due
equipaggi perdono i sensi e, quando si risvegliano, iniziano ad
uccidersi l'un l'altro senza motivo. L'equipaggio della Argos viene
però salvato dall'intervento del capitano (Barry Sullivan) che è
riuscito a rimanere cosciente durante la discesa, ma il deflettore di
meteore della nave, indispensabile per viaggiare nello spazio, è
andato distrutto. Così i superstiti devono raggiungere la nave
gemella per recuperare pezzi di ricambio e ripartire, ma
improvvisamente i soldati caduti tornano in vita e iniziano ad
uccidere.
Dopo poche scene i
protagonisti realizzano che i morti resuscitati sono in realtà
posseduti da forme di vita aliene incorporee che possono sopravvivere
solo all'interno di un ospite (anche qui è difficile non notare una
grossa somiglianza, qui si tratta di entità eteree che si
appropriano di un corpo, in Alien una creatura si serve di un ospite
per completare la sua fase embrionale). Ad un certo punto del film
scopriamo anche che questi parassiti avevano già attirato altre
vittime sul pianeta, e infatti i protagonisti si imbattono in una
nave aliena popolata da scheletri giganteschi che ricordano parecchio
lo space jockey (per i non addetti: il gigantesco cadavere alieno che
vediamo all'inizio di Alien).
Chi vi ricorda ? |
Ho parlato di ispirazione
ma si può tranquillamente dire che Alien sia una versione
riveduta e corretta del film di Bava, un Terrore nello spazio
ad alto budget con tutte le conseguenze del caso, ma queste forme di
“ispirazione” sono piuttosto frequenti nel mondo del cinema,
l'importante non sono tanto le idee quanto più il modo in cui queste
idee vengono utilizzate, o'bannon e Scott comunque dichiararono di
non aver mai visto Terrore nello spazio. Resta solo il dubbio
su cosa avrebbe potuto fare uno come Mario Bava se avesse avuto gli
stessi mezzi a disposizione, ma di questo magari si potrebbe parlare
in una delle prossime rubriche.
Tornando a O'Bannon, con
Alien arriva finalmente il colpaccio che tanto aspettava e che
gli permette di diventare a tutti gli effetti uno sceneggiatore
hollywoodiano, negli anni successivi collabora alla realizzazione
degli altri episodi della saga degli xenomorfi, compresi i
terrificanti Alien vs Predator, e tra le varie cose scrive
film come Tuono Blu, Atto di forza, Screamers –
Urla dallo spazio, Hemoglobin
e Space Vampires.
Nel 1985 scrive e dirige
il suo primo film, Il ritorno dei morti viventi, a metà tra
horror e parodia romeriana. I fatti di La notte dei morti viventi
sono realmente accaduti, ma Romero (anzi, “quello lì” come lo
chiamano i protagonisti) ha dovuto cambiare e ridimensionare la
storia dopo aver ricevuto pressioni dall'esercito. I morti viventi
sono stati incapsulati e spediti in varie località, alcune delle
capsule però sono andate perdute e alcune sono finite proprio nel
magazzino di materiale sanitario in cui lavorano i protagonisti.
Ovviamente i due liberano inavvertitamente uno dei morti viventi
provocando la solita inarrestabile reazione a catena che farà
risvegliare tutti gli abitanti del vicino cimitero. E qui sta
l'innovazione di O'Bannon, i suoi zombie corrono (ma forse il
primato spetta a quella chiavica di Fragasso o al Lenzi di Incubo sulla città contaminata, anche se in questo caso non si tratta di veri e propri zombie) non possono essere
uccisi con un colpo in testa (anche
ridurli in pezzi serve a poco) e sopratutto parlano, anzi, si
lamentano di quanto è terribile essere morti e di quanto sia
necessario mangiare cervelli per placare la loro tremenda agonia. Uno
stranissimo mix di humor e dramma insomma, e secondo me questa
citazione vale più di mille parole:
-Hai
mai pensato a quanti modi ci sarebbero per morire in maniera violenta
? Oppure Spider, hai mai pensato a quale sarebbe la morte più atroce
?
-Ma
io a morire non ci penso per niente.
-Secondo
me il modo peggiore sarebbe circondata da vecchiacci, che mi
mordono... mi sbranano... mi mangiano viva...
-Si,
e poi ?
-Prima
mi strappano i vestiti...
-Hey,
portate qua le torce, Trash ci fa un altro spogliarello...
Nel
1992 fa un secondo tentativo alla regia con The
Resurrected, ispirato ad
un racconto di H.P. Lovecraft, ma i produttori gli tolgono il film
dalle mani e lo completano con scene che lui aveva precedentemente
deciso di tagliare. La cosa lo tormenterà per anni e contribuirà a
peggiorare le sue condizioni fisiche e psicologiche, verrà colpito
da varie infezioni intestinali che i conoscenti attribuiranno ad una
grave forma di ipocondria. Dopo la sua morte, avvenuta il 17
settembre 2009, la moglie rivelerà che O'Bannon soffriva del morbo
di Crohn da quasi 30 anni.
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