Nelle sale dal 21 settembre
Ve lo ricordate Pascal Laugier ? Insieme a Xavier Gens, Alexander Aja, Alexandre Bustillo e Julien Maury fa parte di quella new wave che qualche anno fa ha richiamato l'attenzione del pubblico internazionale sul cinema horror francese, letteralmente rinvigorito da una massiccia trasfusione di sangue giovane.
E' proprio Laugier a dirigere una delle pellicole più fortunate e rappresentative di questa breve parentesi, Martyrs, un horror molto atipico che nell'arco di poche scene passa dal truculento spinto al mistico, sconvolgendo gli spettatori più sensibili e tutti quelli che dell'horror hanno una visione piuttosto stereotipata. Da appassionato del genere devo ammettere di non essere un grande ammiratore di questo filone, però sempre da appassionato, e soprattutto da italiano, non posso fare a meno di ammirare l'originalità e la vitalità del cinema francese (e spagnolo).
Dopo Martyrs Laugier sparisce dalla scena per quattro anni (salvo forse per un rumor su un possibile remake di Hellraiser), e oggi torna nelle sale scrivendo e dirigendo questo The Tall Man, produzione franco-canadese che gli assicura la partecipazione di un'attrice come Jessica Biel, oltre ad una serie di attori americani meno celebri (Jodelle Ferland, Stephen McHattie e William B. Davis, il mitico “Uomo che fuma” di X-Files), un po' la stessa cosa capitata a Xavier Gens con il suo The Divide, che vi consiglio di recuperare.
La Cold Rock del titolo italiano è una città morta, la classica cittadina mineraria che inizia lentamente ad appassire dopo che la grande miniera intorno a cui è cresciuta viene chiusa. Alla crisi e al degrado si aggiunge presto un'altra tragedia, i bambini di Cold Rock iniziano a sparire, rapiti nel cuore della notte da una misteriosa figura che i locali chiamano The Tall Man. Un vero e proprio orco che fa la sua drammatica apparizione ogni due mesi secondo una macabra tradizione a cui i cittadini sembrano quasi essersi rassegnati. Su questo sfondo si muove Julia Denning (Jessica Biel), un'infermiera costretta a vestire i panni troppo grandi del defunto marito, medico e pilastro della comunità. Ma i due mesi dall'ultimo rapimento sono trascorsi, e suo figlio David diventa la nuova vittima del rapitore.
A raccontarlo così sembrerebbe il più classico degli horror americani, e infatti i cliché ci sono tutti, la città mineraria, i bambini rapiti, la madre coraggiosa che non vuole arrendersi al mostro di turno... Ma in The Tall Man di classico c'è solo la struttura, e quella premessa così poco originale e interessante si rivela presto qualcosa di più complesso, attraverso una serie di colpi di scena che disorientano lo spettatore capovolgendo in continuazione il suo punto di vista. Perché, contrariamente a quanto suggerisce la locandina e a quanto si potrebbe intuire sentendo il nome del regista, I bambini di Cold Rock non è un horror ma un vero e proprio thriller, e se la componente horror è comunque abbastanza marcata, sono i toni drammatici a dominare di più.
Mi rendo conto di essere un po' troppo evasivo, ma è difficile parlare dei meriti di un film del genere senza incappare nei proverbiali spoiler, però qualcosa la devo pur dire, perciò vi basti sapere che ad una prima parte tutto sommato misteriosa e intrigante, che potrebbe benissimo costituire un film a se, ne segue una emotivamente più coinvolgente basata tutta su una serie di rivelazioni più o meno sorprendenti, a partire da ciò che non è stato detto piuttosto che da qualcosa che è stato spacciato per vero agli occhi dello spettatore, per esempio con dei flashback volutamente ambigui. Il motivo per cui questa seconda parte funziona così bene è proprio l'assenza di soluzioni narrative eccessivamente didascaliche, tutto ciò che lo spettatore non può intuire da se viene semplicemente suggerito, o raccontato in modo più diretto in contesti che rendono queste spiegazioni abbastanza giustificate. A questo si aggiunge un'ottima gestione dei tempi narrativi, sia quando il ritmo è più disteso, come nella parte introduttiva e in quella finale, sia quando si fa più concitato, come nell'inseguimento centrale, un climax piuttosto intenso che incredibilmente pur essendo inserito a metà film non compromette l'interesse per la seconda parte, che anzi si fa via via più appassionante.
The Tall Man sembrerebbe quindi uno di quei film che esauriscono tutta la loro forza ad una prima visione, dopo che i colpi di scena hanno svolto il loro compito; e in un certo senso è così, ma c'è qualcosa di più, la componente emotiva di cui parlavo prima, quella che nella maggior parte degli horror e dei thriller viene quasi sempre meno, anche quando si parla di vicende estremamente drammatiche; tutto quello che muove i personaggi sulla scena e riesce a farci entrare in sintonia con loro persino in mezzo allo squallore di una storia del genere, a interrogarci come loro sul valore di quello a cui abbiamo appena assistito, a rimanere con qualche dubbio, perché le cose spesso sono più complicate di quello che sembrano. E se si è disposti ad accettare qualche compromesso in un mix così particolare di adrenalina, mistero e dramma, I bambini di Cold Rock è un film che riesce ad emozionare come raramente succede quando si parla di orrore.
Nota di merito a Jessica Biel, prima di tutto per essersi prestata a qualcosa di così distante dalle sue solite partecipazioni, e poi perché nonostante tutto se la sbriga discretamente, struccata e imbruttita il giusto per immergersi al meglio in uno sfondo così desolante.
Visto di recente. Mi è piaciuto due sacchi.
RispondiEliminaL'idea di base mi ha ricordato "Lo zoo dei bambini" episodio di "Ai confini della realtà".
Rimedierò, è uno dei tanti episodi che mi mancano, o magari l'ho visto e non me lo ricordo.
EliminaRipensandoci a freddo mi piace ancora di più, e il bello è che non amando Laugier sono partito molto prevenuto. Mi aspettavo qualcosa sulla linea di Martyrs o peggio, pensavo si fosse venduto e avesse diretto il solito horror americano d'accatto.
In qualche maniera son riuscita a vederlo e ti ringrazio di avermelo consigliato: quel pizzico di thriller e di capovolgimenti di fronte mi hanno deliziato, l'ultimo addirittura commosso (quando si parla della costruzione di un "mostro" che distraesse dalla rivelazione reale).
RispondiEliminaNon condivido per questioni etiche le motivazioni che portano a quelle azioni, anche se mi sono fatta coinvolgere dall'eroismo per qualche minuto, ed è lì che m'è venuto l'occhio lucido.
Mi spiace scrivere come una deficiente, ma non voglio essere più esplicita per rispetto verso chi il film non l'ha ancora visto.
Di Martyrs ho letto la trama e me lo risparmio volentieri^^ Saint Ange è disgustoso o si lascia vedere?
Grazie.
A me invece il magone l'ha fatto venire l'ultimissima scena.
EliminaMi spiace ma Saint Ange non l'ho ancora visto, da quel che leggo in giro è una ghost story ambientata in un orfanatrofio, quindi non dovrebbe essere particolarmente disgustoso.
Mi attira soprattutto per Virginie Ledoyen, ma ne ho sentito parlare maluccio.
A me il magone è venuto ogni volta che inquadravano Jodelle. Non so perché, ma pure cresciuta mi fa piangere.
RispondiEliminaManca pure a me Saint Age. Lo vediamo insieme Ippò? Oppure andiamo da Intr a romperglieceli a lui?
Virginie Ledoyen in Saint Ange è nuda nudissima, potete recuperarlo anche solo per quello (per i maschietti, le femminucce invece si troveranno di fronte un innocuo thrillerino soprannaturale ben girato ma un po' inconcludente).
RispondiEliminaThe Tall Man l'ho trovato molto buono, soprattutto perchè il trailer lo spaccia per quello che non è. Infatti al cinema il pubblico era un po' diviso: qualche caprone ha osato lamentarsi, ma ci abbiamo fatto l'abitudine...
Mi sarebbe piaciuto un sacco vederlo al cinema, soprattutto con il senno di poi. Pensavo lo avrebbero distribuito meglio, forse per la Biel ben in mostra in locandina...
EliminaGrazie per la visita, sto dando un'occhiata alle tue recensioni.
è un bellissimo film.ottimi gli attori
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