domenica 9 settembre 2012

Bella Addormentata di Marco Bellocchio

Nelle sale dal 6 settembre
In concorso alla 69esima Mostra del cinema di Venezia

Alle 19:35 del 9 febbraio 2009 Eluana Englaro è morta per arresto cardiaco in seguito alla sospensione dell'idratazione e dell'alimentazione artificiale che l'avevano tenuta in vita in stato vegetativo per 17 anni. Marco Bellocchio decide di raccontarci le 24 ore che precedono quell'evento attraverso gli sguardi e le storie di un gruppo di personaggi più o meno emotivamente coinvolti, in un dramma che si mantiene in bilico tra il corale e l'episodico.
L'episodio principale, che fa un po' da scheletro a tutto il film, è quello interpretato da Toni Servillo e Alba Rohrwacher, lui è un senatore del Popolo Della Libertà che si prepara a votare il disegno di legge sull'idratazione e l'alimentazione, lei è sua figlia, che con un gruppo di amiche parte per Udine per partecipare alla manifestazione contro la sospensione dell'alimentazione artificiale. Principale anche perché mette a confronto due personaggi che assumono posizioni antitetiche sulla questione, il padre, nonostante le indecisioni sul voto, sembra essere nettamente a favore dell'eutanasia, la figlia invece è contraria, sul loro giudizio e sul loro rapporto però pesa il recente decesso della moglie/madre, costretta in una situazione molto simile a quella di Eluana. A questo episodio si lega quello di Roberto (Michele Riondino) e del suo fratello ribelle (Fabrizio Falco, premiato a Venezia come miglior attore esordiente), anche loro a Udine per manifestare però a favore dell'eutanasia. C'è poi la storia del Dottor Pallido (Pier Giorgio Bellocchio, figlio del regista) che tenta in tutti i modi di aiutare la tossicodipendente Maya Sansa, e quella di Isabelle Huppert , ex-attrice teatrale che sprofonda nella fede e rinuncia alla carriera per assistere la figlia in stato vegetativo.
Una struttura corale per ricordarci poco elegantemente che la storia di Eluana è una storia italiana, anzi universale, che direttamente o indirettamente sfiora tutti, dal politico all'artista. Una scelta narrativa che, oltre a risultare tremendamente didascalica, rischia anche di sembrare poco coraggiosa, un modo per rifuggire un tema troppo spinoso, spalmato in una serie di sotto-trame invece di essere adeguatamente sviscerato in un blocco narrativo compatto.
A peggiorare le cose ci si mettono il copione, la sceneggiatura in generale e le interpretazioni di alcuni attori. Visto che ho già utilizzato l'aggettivo didascalico ne aggiungo un altro: caricaturale, perché in Bella addormentata tutto viene portato all'esasperazione, i personaggi annunciano il loro stato d'animo invece di lasciarlo trasparire dall'insieme dell'interpretazione, e i temi portanti vengono semplicemente piazzati sotto al naso dello spettatore senza un minimo di tatto. Così per esempio gli esponenti del PDL diventano delle autentiche macchiette, guardano i protestanti e dichiarano sghignazzando “Tanto non contano niente!” e poi si precipitano nelle stanze del potere a farsi fotografare in pose fasciste, o a raccontarsi l'un l'altro di come Berlusconi li ha salvati tutti dalla galera, perché evidentemente non se lo ricordano. Di certe cose bisogna parlarne è vero, ma bisogna parlarne nel modo giusto, altrimenti anche la tesi più convincente perde credibilità e diventa un'arma a doppio taglio.
Toni Servillo fa Toni Servillo, lo fa bene ma mi piacerebbe vederlo alle prese con qualcosa di diverso, e anche per questo aspetto E' stato il figlio, di Daniele Ciprì. Lo stesso vale per Alba Rohrwacher che però trovo sempre meno sopportabile nella parte dell'impacciata cronica. Ma mentre loro fanno il possibile per tenere a galla la barca, il resto del cast fa di tutto per affondarla; Isabelle Huppert esclusa, non se ne salva uno, dal terribile Brenno Placido, passando per Gianmarco Tognazzi e concludendo con Maya Sansa, attori convinti che il livello di drammaticità di una scena sia direttamente proporzionale al volume della voce.
Se Bella addormentata fosse stato incentrato su tutt'altro tema sarebbe stato semplicemente un film insignificante, ma visto che affronta un argomento così importante e delicato in modo così goffo, il peso dei difetti aumenta in modo esponenziale, non ci si può permettere di parlare di eutanasia con toni da un Posto al Sole.
Qualcuno ha detto che il film di Bellocchio possono capirlo solo gli italiani ed è per questo che a Venezia è stato boicottato, la prima parte è vera, solo noi italiani possiamo capire e riconoscere l'italietta rappresentata da pellicole come questa, ma non significa che debba piacerci.


5 commenti:

  1. 'mazza che stroncatura, mi hai tolto la voglia di andarlo a vedere.-. Non mi aspettavo un risultato così. L'unica cosa che mi spinge ora a vederlo è la Huppert, ed è una motivazione troppo debole.-.

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    1. Anche perché ha poco spazio ed è molto sacrificata.
      Non so che dirti, se ti interessa davvero un'occhiata dagliela comunque. Sbrigati però, perché nelle sale secondo me ci rimarrà poco, ieri eravamo in pochissimi, un gruppo ha mollato dopo pochi minuti e una signora ha russato per tutto il secondo tempo.

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  2. Bellocchio adesso si mette pure a fare i capricci. Non c'è niente di più penoso, adesso sono quasi contento di averlo stroncato.

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  3. Non ho idea di come sia finito su questo blog, e però devo farti i miei complimenti, caro "intrinseco". La lettura è scorrevole e dimostri grande conoscenza. Ci aggiungi lo spirito critico necessario.
    Hai un profilo twitter che è possibile seguire e da cui linki recensioni?

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    1. Ciao e grazie per i complimenti.
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      Qui invece trovi quello di questo blog, dove vengono linkate anche le recensioni dei miei due colleghi: https://twitter.com/Filmbusterds

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