Nelle sale dal 5
settembre.
Scozia medievale, Re
Fergus e Regina Elinor decidono di consolidare l'alleanza con i lord
locali (MacGuffin, MacIntosh, Dingwall) mettendo in palio, come da
tradizione, la mano della figlia Merida in un torneo di tiro con
l'arco al quale parteciperanno i rampolli delle tre famiglie. Tuttavia Merida, da
sempre restia a sottostare alle regole da brava principessina dettate
dalla madre, decide di ribellarsi e, sfruttando la sua abilità con
l'arma in questione, rivendica la propria indipendenza e fugge via di
casa. Condotta dai fuochi fatui
presso la casa di una strega, chiede alla megera un incantesimo che
gli permetta di cambiare il proprio destino ma bisogna stare attenti
a ciò che si desidera...
Ribelle – The Brave è
lo sperato ritorno di Pixar al cinema di qualità dopo il tonfo
qualitativo del poco ispirato (se non da motivi di matrice
strettamente economica) Cars 2: se, dopo ben undici film che avevano
ottenuto consensi pressoché unanimi, il successo di pubblico e
critica dell'ennesima opera sembrava scontato, il secondo episodio
della saga automobilistica aveva fatto storcere il naso ai più,
spingendo alcuni a pensare che la magia si fosse spezzata e che fosse
l'inizio di un calo qualitativo inesorabile. L'annuncio di voler
realizzare altri seguiti dei brand più famosi non aveva aiutato in
tal senso. Ecco, magari ho esagerato
e la situazione non era esattamente così drastica, ma alzi la mano
chi dopo il tonfo non ha nutrito perplessità sul futuro degli
studios.
A onor del vero, sebbene
Brave abbia incassato molto bene al botteghino, la critica
statunitense non gli ha tributato il solito plebiscito di elogi e i
detrattori hanno fatto leva sulla presunta derivazione di temi e
background dalla produzione Disneyiana, tacciando la pellicola di
poca originalità.
Senza dubbio, la
lavorazione è stata travagliata, con l'allontanamento per divergenze
creative di Brenda Chapman a lavori già avviati: nessuna misoginia,
come qualcuno ha accusato, succede spesso nel cinema d'animazione,
tuttavia per la Chapman si trattava di una storia di particolare
importanza, intima, scritta pensando al rapporto conflittuale con sua
madre. L'avvicendamento con un uomo dalla diversa sensibilità poteva
causare un tragico deragliamento, invece, fortunatamente, Brave è un
film, a parere di chi scrive, riuscitissimo, segno probabilmente
della forza della sceneggiatura della Chapman.
Diciamolo subito: è un
film Pixar minore.
Personalmente ritengo che
nella produzione dello studio spicchino quattro opere su tutte: Gli
Incredibili, Wall-E, Ratatouille e Up. Ribelle non ha la verve
creativa, il gusto citazionistico e la storia di ampio respiro che
caratterizzano questi “Fantastici 4” e che li elevano su tutti
gli altri.
Tuttavia, da qui a
definirlo “narrazione standardizzata stile Disney travestita da
film Pixar” come qualcuno l'ha definito, ce ne passa di acqua sotto
i ponti.
Il retaggio di una serie
di pellicole così qualitativamente elevate è che molti danno per
scontati elementi, stilemi e raffinatezze che scontate non sono
affatto, e per accorgersene basta guardare un film d'animazione in
computer graphic di altri studios. A mandare in frantumi la tesi che
sia un film disneyano basta tenere in considerazione la rottura di
alcune regole della fiaba cinematografica: Merida non è ne il primo
ne l'ultimo (si spera) modello femminile dal carattere forte, ma
l'emancipazione del personaggio passa per l'affermazione rigida e
inflessibile delle proprie volontà e non, come succederebbe nel
Disney medio, per il compromesso della realizzazione di un amore
impossibile: si veda Aladdin, Rapunzel, La principessa il ranocchio e
molti altri. Per non parlare poi del cattivo del film, la strega, che
de facto cattivo non è, bensì si tratta di una sorta di maestra
riluttante dai metodi un filino drastici. In ogni caso, bisogna tener
conto del fatto che la ribellione porta allo scontro tra madre e
figlia, e non è cosa da poco perché di solito la figura materna, o
più in generale la donna, è quasi sempre messa in ombra nell'opera
Disney se non quando declinata con toni negativi, si pensi alle
innumerevoli matrigne.
Altro elemento che si da
per scontato quando si parla di Pixar è la certosina cura per il
dettaglio e la realizzazione tecnica all'avanguardia: basta mettere
sull'altro piatto della bilancia un Kung fu Panda a caso per rendersi
conto che la caratterizzazione dello scenario, la Cina, passa per
qualche ideogramma qui o lì, un paio di fuochi d'artificio e pagode
assortite. In Brave, a voler essere aulici, si sente quasi l'odore
dei pini dopo la pioggia e ti sembra di toccare il tessuto del Kilt
mentre le cornamuse suonano a festa, i rossi capelli di Merida si
potrebbero quasi toccare, prenderne uno singolarmente o soppesare una
ciocca tra le dita.
Meritano una menzione a
parte i personaggi, per la caratterizzazione sia fisica che
psicologica e per la recitazione, sempre puntuale e spesso efficace
nel comunicare emozioni senza l'ausilio delle parole: in primis la
Regina Elinor, madre fantastica nella sua inflessibile severità,
condivide con Merida il ruolo di protagonista e forse gode di una
maturazione altrettanto evidente. Unico elemento che stona sono i tre
fratellini di Merida, una declinazione poco felice della comicità
slapstick, più calzante a un film Dreamworks che Pixar.
In definitiva, Ribelle –
The Brave è una storia intimista, personale e forse proprio per
questo non nelle corde di molti, ma non bisogna farsi fuorviare
dall'utilizzo di musiche o dal setting principesco/medievale, si
tratta piuttosto di un ottimo film Pixar con tutti i crismi del caso.
Se non avete troppa fiducia nei prossimi sequel annunciati dallo
studio, fossi in voi mi terrei ben stretto questo progetto inedito
anche visto e considerato che, a causa della tribolata lavorazione,
sarebbe potuto essere un flop clamoroso.
Oh, questa di recensione me la ero persa! Direi che concordo sostanzialmente su tutto. Ho particolarmente apprezzato la resa del rapporto tra madre e figlia, basato su delle incomprensioni che non riguardano un personaggio verso l'altro, come spesso accade, ma sono reciproche, portando entrambi i personaggi alla maturazione ed alla comprensione. L'aspetto che ho preferito è stata proprio la cura dei dettagli dell'ambientazione proposta, dopo quella molto superficiale e quasi "posticcia" di Cars 2, uno dei marchi di fabbrica dei bei Pixar di cui ci ricordiamo. La Scozia riesci a "toccarla" ed a percepirla, è viva.
RispondiEliminaInsomma, io lo promuovo.
Per il futuro, da buon Pixarfag rimango fiducioso! È vero che Monsters University è un seguito, ma lo era anche Toy Story 3 (o pure il 2) :D. Inoltre il background che presenta il primo Monsters and Co. (per me poi come film rientra totalmente tra i migliori Pixar) a mio parere può prestarsi ad elaborazioni originali.
E poi, c'è sempre El Dia de los Muertos... :D
E non solo, anche The Good Dinosaur e il film di Unkrich nella testa di una ragazzina. Anche io penso che il background di Monsters & co. sia "approfondibile" (che bel neologismo...), solo che trovo che il setting universitario possa dar vita a situazioni che potrebbero risultare un po' abusate.
RispondiEliminaAlla Ricerca di Nemo 2 invece mi mette i brividi.
Ah vero, mi erano passati di testa gli altri progetti (sperando comunque li portino a termine, Newt grida ancora vendetta)... Pure io temo un po' nel vedere l'ambiente universitario, che potrebbe portare a fin troppe cose già viste, ma rimango comunque speranzoso...
RispondiEliminaNemo 2? Lo fanno? Questo ce lo vedo decisamente meno...