martedì 30 aprile 2013

Il bianco e il nero #35: Scandals of Hollywoodland. Episode IV: Drugs

Dunque si, ero molto combattutto su che argomento scegliere per questa quarta e ultima miniserie sugli scandali di Hollywood. Da una parte c'era il classico gruppo misto (tanto caro a Missouri4) quindi un best of dei rimasti fuori; un pò di suicidi, omicidi, etc... però. Dall'altra c'era la difficoltà di trovare abbastanza storie per un nuovo argomento. Che, seguendo il classico motto, Sesso, droga e rock n' roll, doveva essere la droga (niente rock, al massimo jazz). E allora vada per la polverina bianca, la pipetta, il cannone, la striscia, la siringa, e chi più ne ha più ne metta. D'altronde, stars are so high!
---
-Bello, onesto, con grande carriera davanti a se venderebbe la madre per un pò di morfina.
-Ultima dose a Parigi.

Nella prima riscopriremo un talentuosissimo uomo di spettacolo, divenuto tossicodipendente dopo uno sfortunato incidente e nella seconda la bellissima (per il contesto, permettetemi questo aggettivo) morte di una giovane attrice, il primo scandalo degli anni 20.

Puntata numero uno: Episode I: Homicides.
Puntata numero due: Episode II: Suicides.
Puntata numero tre: Episode III: Sex.
Puntata numero quattro: Episode IV: Drugs.
---

-Bello, onesto, di successo,
venderebbe la madre per un pò di morfina-
Se aveste conosciuto Wallace Reid di persona, probabilmente l'avreste odiato. Bello bellissimo, amato da tutte le donne, uno di quelli a cui si aprono mille porte solo per l'aspetto fisico. Bravo bravissimo, ragazzo tenace, esuberante, intraprendente e mosso dalla volontà di fare di tutto. Talentuoso talentuosissimo, qualsiasi cosa lo mettevi a fare, dopo 10 minuti, la sapeva fare meglio di te e di un professionista. Inoltre persino negli hobby eccelleva. Nella musica per esempio, dove sapeva suonare il pianoforte, il banjo, il violino e il tamburo. O nello sport, atleta provetto in diverse discipline tra cui corsa, atletica in generale, football e baseball. 
Come se non bastasse era pure figlio di buona famiglia. Le sue potenzialità, come il suo futuro, erano illimitate. Dopo aver fatto persino il militare e essersi diplomato, venne instradato, a soli 19 anni, dal babbo nel magico mondo di Hollywood. Suo padre, Hal Reid era un noto regista teatrale, sposato con l'attrice Bertha Westbrook. Da qualche tempo aveva deciso di dare una chance al cinema e trasferì l'intera famiglia dal Missouri alla città degli angeli.Nel 1910 Wallace debutta con The Phoenix di Milton Nobles. Bello, aitante e fotogenico, viene messo sotto contratto dalla Vitagraph (preistoria degli studios). Siccome ci tiene al babbo e lo vede un pò in difficoltà in confronto a lui, porta ai suoi capi un suo scritto, nella speranza che decidano di affidargli la regia. Alla Vitagraph devono capire male e affidano a lui stesso e non al babbo, la direzione di Tribal Law.  E siamo solo nel 1912. 
Non che per fare il regista ai tempi ci volesse chissà che talento, però è una scalata improssiva a impressionante. Un altra epoca, un altra industria... Nel giro di pochi anni diventa anche autore e sceneggiatore perchè si diverte moltissimo anche a stare dietro la macchina da presa e alle quinte. Ma la sua carriera non è che al principio dell'ascesa.
Alla Universal conosce la collega Dorothy Davenport, sua futura moglie. Nel 1915 è partecipe del doppio Nascità di una nazione-Intolerance di D.W. Griffith. Viene quindi contattato dalla Famous Player di Lusky (altra preistoria e futura Paramount) dove diventa l'eroe di diversi film di corse sportive come The Roaring Road, Double Speed, Excuse My Dust e Too Much Speed.

Nel 1919 mentre si trova in Oregon per girare The valley of the giants, è vittima di un incidente ferroviario, nel senso che si è proprio schiantato il treno (non so dire se per motivi di scena o per sfiga). Pur di continuare a girare gli danno la morfina e qui finisce la sua carriera e la sua vita. 
Reid ne diventa dipendente e ne abusa nelle quantità. Fila come un treno e non sente neanche il nuovo sforzo che impongono le pellicole, non più della durata di 15 minuti ma intorno ai 60. Molti attori pur di reggere certi ritmi si buttarono sulle sostanze stupefacenti. Come Barbara La Marr (dalla quale prende il nome d'arte Hedy) o Mabel Normand. Wallace nei tre anni successivi gira 24 film e in tutta la sua carriera ne girerà la bellezza di 241.
Tuttavia a soli 30 anni di vita è un mezzo morto. Si spende e si accende come una lampadina, tutto condizionato dalla forza della quantità di morfina che si prende. Lo studios intuisce che potrebbe perderlo e lo fa internare in un sanatorio. Poco prima di entrarci Wallace confida all'amico Cecil B. De Mille "O ne esco guarito o non ne esco proprio". 
Piccolo particolare, ai tempi non c'erano i classici programmi di riabilitazione per la dipendenza da droga. Perciò non so cosa gli fecero, probabilmente nulla, aspettarono e basta, o forse gli diedero un'aspirina che va sempre bene. Ben presto si indebolì, si prese una banale influenza, seguita da febbre che lo mandò in coma. Non si risveglierà più.
Data la sua enorme fama e la folta schiera di giovani fan, la notizia della morte in così giovane età fu uno scandalo enorme in quella Hollywood, già falcidiata da altri scandali simili. La Davenport presentò l'anno successivo il film Human Wreckage,  documentario anti-droga per mettere in guardia i giovani. 
E così, per un incidente, finisce la carriera perfetta e la vita ancora più perfetta di Wallace Reid, dimenticato da tutti.

-Ultima dose a Parigi-
9 settembre 1920, sera. E' ancora una di quelle giornate calde e lunghe che ricordano l'estate vicina a finire a Parigi. Vi trovate dalle parti di Montmartre, dove passeggiate come immersi in un quadro di Camille Pissarro. Vi siete goduti una giornata tra la basilica de Sacre Coeur, una giro tra le tombe del cimitero, qualche foto (si c'era la fotografia, e costosa) vicino ai due mulini, il Rouge e de la Galette e ora puntate a chiudere la giornata con un bello spettacolo a Le Chat Noir. Beati voi! Ma poco prima di avviarvi, notate alla vostra destra, in un vicoletto a parte la via principale, una giovane ragazza che barcolla scalza.
Molto bellina, anche se scarmigliata, si aggira senza pace, nervosa, come se non vedesse l'ora di incontrare una certa persona. Ha l'aria di essere una drogata, perciò non date troppa confidenza e vi dirigete altrove e dopo pochi secondi, quella ragazzina è già dimenticata. Bè difficile da riconoscerla ma quella era un'attrice, piuttosto famosa, nelle sue ultime ore sulla terra. Stava cercando una dose, nei peggiori locali della capitale francese. E' americana, ha/aveva 26 anni e dopo aver girovagato in vano (o forse no) per la vie parigine, è tornata all'Hotel Crillon, in Place de la Concorde, suite reale.
Il mattino dopo verrà trovata da un cameriere, entrato nella stanza del signor John Pickford, il marito, per la sveglia e la colazione in camera. Trova solo lei, completamente nuda, stesa su una cappa d'ermellino da sera, vicina a una bottiglietta di veleno, il bicloruro di mercurio in granuli.
Cinque giorni dopo, muore e i giornali pubblicano a tutte colonne "Olive Thomas si è suicidata". Il mondo di Hollywood è sotto shock. E' il primo scandalo che inaugura i selvaggi anni 20. Ed è anche il primo caso di omicidio/suicidio dove si percepisce che c'è qualcosa di non molto chiaro.
Qualche giorno dopo, all'asta dei suoi averi a New York (venduto tutto per 26 mila dollari), la collega Mabel Normand (quella legata a Desmond Taylor) si portò via un porta sigarette in oro a 14 carati per 50 dollari e molto altro ad ottime cifre. Qualche isolato oltre l'edificio dove si tenne l'asta, all'Amsterdam Theatre, si dice abbia trovato nuova casa il fantasma di Olive. 
Il pittore Harrison Fisher la definì "la donna più bella del mondo" e all'Howard Chandler Christy, nota gara di bellezza, viene incoronata con tale titolo. Per Olive tutto era in discesa grazie alla sua indimenticabile bellezza. A 16 anni è già una delle ragazze più belle d'America, ricercata da tutta New York, da Vogue e Vanity Fair. Grazie a Fisher ottiene una raccomandazione per andare a lavorare con/nelle Ziegfeld Follies (che prendevano ispirazione dal Folies Bergères de Paris, premonitore?) e vi debutta nel 1915.
Dato l'enorme successo viene promossa allo show di mezzanotte, il Midnight Frolic, piccantino lo definirei. In pratica era uno spettacolino privato tenuto nella mansarda dell'Amsterdam Theatre, dove ricchi uomini potevano ammirare le donne più belle e giovani in totale....libertà. Riceveva regali costosi ogni sera e girava voce che l'ambasciatore tedesco Albrecht von Bernstorff, le avesse regalato una collana da 10 mila dollari.
Durante questo periodo frequenta Florenz Ziegfeld, il boss. Ziegfeld era sposato con l'attrice Billie Burke, ma nel frattempo aveva storielle con molte Ziegfeld girls, incluse Lillian Lorraine e Marilyn Miller (che sposerà Pickford, post vedovanza). Quando Olive chiede a Florenz di mollare Billie per sposare lei e ottiene un rifiuto come risposta, decide di mollarlo e mollare anche lo show.
Ultimo atto newyorkese è diventare una delle Vargas girl, cioè una delle modelle del pittore Alberto Vargas. L'opera 'Memories of Olive', venne commissionata da Florenz che dovette litigarsela con Vargas. Il pittore la definì una delle più belle donne mai apparse allo Zigfield.

Il passo successivo, Hollywood, è breve quanto predestinato. Debutta nel 1916 per la International Film Company nell'episodio 10 della serie Beatrice Fairfax. Impossibile non notarla, fa carriera in un lampo e riesce a strappare cachè altissimi nel giro di un anno. 
Passa alla Triangle, poi alla Paramount. Ulteriore fama arriva dalla news bomba che scoppia nel 1917. E' fidanzata e quindi sposata con Jack Pickford, fratello minore di Mary. La loro unione doveva rimanere un segreto in quanto lei non voleva essere famosa solo perchè insieme a un Pickford. 
I successivi ruoli la consacrano nell'olimpo. Prima è in The follies girls, basato ovviamente sulle Zigfield girls, e poi è la prima attrice a interpretare la flapper (ricordate Clara Bow?) in The flapper (maddai!). Lei è la ragazza americana per eccellenza, Jack è l'idolo della famiglie, nulla potrebbe andare meglio no?
Sbagliato. In realtà i due litigano in continuazione e i Pickford non vedono di buon occhio questa ex escort d'alto bordo di New York. Inoltre i continui party, l'alcol e la droga tiravano fuori il peggio dai due. Dei bambini che volevano solo giocare, nient'altro.
Il viaggio a Parigi venne organizzato per tirare un pò il fiato e passare del tempo lontano dal cinema e dall'America. Olive andò per prima in Francia e poco dopo la raggiunse Jack, impegnato sul set ancora qualche giorno. Visitarono diversi atelier in cerca di mobili antichi e un egual numero di club per festeggiare.
I problemi di Jack si acuirono in questo periodo e la sua tossicodipendenza si aggravò. Olive girovagava per Parigi alla ricerca di dosi di cocaina o eroina per lui. La tesi principale riguardo al suo decesso vuole che si sia tolta la vita per aver deluso il suo amato. Ma la verità potrebbe essere un'altra.
Il bicloruro era presente nella stanza della coppia perchè prescritto dal medico a Jack per la sua sifilide cronica. La confezione era in francese, lingua sconosciuta dalla donna. Olive aveva appena preso dei sonniferi, creando così un mix letale. Ma possibile che abbia compiuto questo gesto d'amore estremo così repentino e accidentale? O forse si è suicidata in seguito a un litigio, l'ennesimo, per l'infedeltà di Jack, o ancora, che l'abbia fatto perchè aveva scoperto che lui le aveva trasmesso la sifilide?  O ancora, che Jack avesse messo quel mix letale nel suo bicchiere di Champagne. O invece che fosse lei in tossicodipendenza e si fosse tolta la vita per non soffrire più. Tutte voci messe in giro dalla stampa poco dopo aver appreso la notizia. Difficile capire. Venne archiviato come suicidio accidentale.
Questo fu il primo grande scandalo targato Hollywood, il primo che portò l'ambiente cattolico a chiamare la città delle star e degli angeli "peccaminosa e immorale".

Non siate troppo tristi per lei, durante la sua vita disse due frasi molto pragmatiche sulla morte "I think that you die when your time comes and not until then. I feel the same about other things as I do about death. I don't think you can change anything that is going to happen to you any more than you can change anything that has happened to you. That's why I never worry, and that is why I don't think people should get conceited and think themselves better than others. [...] Life's too short and fate too funny to get upstage, Today they may be showering us with roses on Broadway and tomorrow some fool director who used to be a waiter may be rejecting us as atmosphere in a five reel five cent feature."

--------
Si conclude qui questa miniserie ma non gli scandali. Il prossimo numero sarà tutto dedicato a Lana Turner, la pupa, e al gangster, Johnny Stompanato. Una storia finita malissimo e molto stranamente.

2 commenti: