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lunedì 12 agosto 2013

Il bianco e il nero #50: Cary Grant ci era o ci faceva?

"I have no plans to write an autobiography, I will leave that to others. I'm sure they will turn me into a homosexual or a Nazi spy or something else."

Con questo sole che picchia senza sosta, le proprie forze ridotte al minimo, le ascelle pezzate e la palpebra che cala inarrestabile, l'unica attività culturale  che ci sembra più fattibile è quella di cambiare canale al televisore o giochicchiare con lo smart phone. Ma una volta giunti in spiaggia, mentre si prende il sole e ci si annoia...che si fa? Si legge. Si comprano gli Harmony a 2 lire o le riviste scandalistiche (ci caschiamo tutti), perchè di meglio proprio non si riesce. L'impegno è rimasto a casa, anzi, è in vacanza anche lui, ma altrove.

E allora ecco una lettura da Novella 2000. Cary Grant era gay o no?
Una piccola premessa. Cary è uno dei miei attori preferiti, forse insieme a Bogart il mio preferito. Aveva un talento comico irraggiungibile, era dotato di una classe ineguagliabile e rendeva un film migliore, che fosse una commedia, una romanticheria o un dramma, solo con la sua presenza. Perciò che gli piacessero le donne o gli uomini, poco mi importa. Sia chiaro, mi importa poco anche se fosse stato un attorucolo di poco conto. Insomma, chi se ne frega dei gusti sessuali di un individuo, chiunque esso sia.

Però attorno a Grant sono circolate per anni queste voci insistenti su una sua presunta omosessualità. Una sorte toccata a tanti, come per esempio Rock Hudson, poi rivelatosi realmente tale, o come attualmente tocca a George Clooney (il Grant moderno?). Uomini bellissimi, circondati da donne ancora più belle fuori dallo schermo e sullo schermo, sicuri di se, ricchi, famosi.
Che sia solo invidia? Può darsi, e non c'è ancora oggi insulto peggiore per lavare un ingiustizia come "lui è più bello/ricco di me" che accusare qualcuno di essere una checca. Roba da quinta elementare ma sempre funzionante. Però com'è possibile accusarli di tale offesa, non è forse un paradosso? Sarebbe come accusare un capellone di essere calvo. Insomma, questi sono pieni di donne, le sposano pure sovente.

Tutto vero, ma è vero anche che questi uomini sono purosangue di scuderie rinomate da milioni di dollari mensili, che rispondono al nome di Warner Bros., Columbia, Paramount etc... le quali farebbero di tutto pur di nascondere una magagna legata a uno dei propri elementi, che sia la tossicodipendenza, la passione per l'alcol o per il gioco, fino appunto alle proprie deviazioni sessuali.
Se io vi spaccio un attore per un latin lover, per uno che tromba come un ossesso, così che, quando poi ve lo ritrovate in scena nel tentativo di corteggiare l'attrice co-protagonista, ci credete, o no? Se invece si dovesse rivelare tutta una finta (una recita? nel cinema?), non vi sembrerebbe tutto meno sincero? Meno bello? Gran gran chi se ne frega? Eh no, invece no, è ingiusto nei confronti del pubblico. Quindi meglio insabbiare tutto. Adesso arriviamo a Grant.

lunedì 13 maggio 2013

Il bianco e il nero #37: La volta in cui Natalie andò a fare un giro in barca

"At night, when the sky is full of stars and the sea is still you get the wonderful sensation that you are floating in space" .

7 luglio 2012. Il fascicolo n° XXXX (no il numero non lo so) con nome Natalie Wood poco sotto, viene riaperto da un impiegato di un ufficio di polizia di Los Angeles. Su richiesta del medico legale Lakshmanan Sathyavagiswaran (vi sfido a ripeterlo 3 volte senza errori), pochi mesi prima era stato riesumato il cadavere della famosa attrice per ulteriori controlli "in seguito all'emersione di non meglio identificati nuovi elementi".  Il medico ha ravvisato segni mai notati prima sulle braccia, sul collo e sulle gambe della donna, e ha deciso di cambiare il certificato di morte, attribuendo il decesso ad "annegamento e altre cause non definite". In sostanza, Sathyavagiswaran non se la sente di escludere la possibilità che la donna sia stata aggredita prima di cadere in acqua. Boom! Lo scoop del secolo. 
Vi siete persi? Non sapete di cosa sto parlando? State ancora cercando di ripetere il nome del medico? Urge un riassunto e soprattutto molte spiegazioni. Perchè è molto strano che un cadavere venga riesumato dopo 31 anni (e ancora più strano è che ci sia ancora della carne attaccata, visto che il medico ha trovato segni e lividi sul collo e sulle gambe. In formalina da 31 anni?) e perchè la morte della donna avvenne in una situazione che alimentò dubbi fin dal principio. 

29 novembre 1981. Isola di Santa Catalina, la più grande dell'arcipelago delle Channel Islands. Situata a pochi kilometri di distanza dalla costa californiana e qualcuno in più dal confine messicano. E' un paradiso in terra e meta di fughe di molti divi dello star system hollywoodiano. Basta prendere il proprio yacht ancorato a Los Angeles e dopo qualche decina di minuti ritrovarsi in un oasi di pace, sole e mare.
Da qualche ora, li in zona, si erano appena concluse le riprese di Brainstorm generazione elettronica di Douglas Trumbull, un filmetto di fantascienza che ha ottenuto fama nei successivi anni non certo per la sua qualità intrinseca ma per il motivo di cui vado a parlare. Alcuni membri del cast hanno deciso di fermarsi qualche giorno e godersi una piccola vacanza. L'attrice principale, Natalie Wood e il suo collega e amico Christopher Walken, decidono di chiamare il marito di lei, anch'esso attore, Robert Wagner e gli dicono di raggiungerli e portarsi dietro lo Splendour (nome preso dal film Splendore dell'erba, il preferito da Natalie tra quelli da lei interpretati) il mega yacht di famiglia di 55 piedi. 
Seguono momenti di gioia insieme, tra risate e scherzi, tipico di una compagnia gioviale. Fino alla serata del 28 novembre e le prime ore del giorno successivo. Quella sera il gruppo scende a riva per festeggiare il giorno del ringraziamento in un ristorante. Bevono moltissimo, come ricordano alcuni testimoni, e Natalie flirteggia con Walken, causando un mezzo litigio. Dopo risalgono a bordo dello yacht, ancorato nel porto.
La notte Natalie si sveglia, cammina su e giù, da poppa a prua e viceversa, forse perchè il sonno le era passato o forse nel tentativo di ritrovarlo. All'improvviso, probabilmente perchè ancora alticcia, scivola e cade in acqua. Non è chiaro cosa succede subito dopo, e approfondirò a breve. Verso mezzanotte e venti, il capitano Denis Davern si accorge che manca il dinghy (una piccola scialuppa di 12 piedi) ma non si scompone. Alle 3.30, Wagner chiama la guardia costiera quando si accorge che Natalie non c'è. Le ricerche durano fino alle 7.30 quando gli elicotteri trovano il corpo a qualche centinaio di metri di distanza.
Dobbiamo tornare ancora un pò indietro prima di approfondire al meglio la nottata.

domenica 5 maggio 2013

Il bianco e il nero #36: La diva e il gangster (e la figlia).

"Trash is something you get rid of - or disease. I'm not something you get rid of." Lana Turner.
Altro che Belen e Corona. Altro che un finto duro con mille tatuaggi e con la faccia da schiaffi. Altro che una finta diva con tanto di filmino osè visto da mezzo mondo. Una volta le cose si facevano seriamente. Eh ai miei tempi! Questa è la storia dell'amore, finito malamente, tra una delle più famose, chiacchierate e scandalose dive anni 40-50 e un vero gangster, uno che sparava, uccideva e rapinava le banche per davvero e che la prigione non l'ha mai vista perchè temuto da un intera città. Ma è anche la storia di una povera bambina, divenuta celebre suo malgrado, e si anche di Sean Connery e di un certo oscar.
Ah ma lo sapete che Lana Del Rey deve il suo nome d'arte proprio alla Turner? (Del Rey invece al modello Ford. Eh oh, a me Lana Del Rey piace un frego). Mentre To stomp in inglese significa calpestare, nomen omen.

Los Angeles, 4 aprile 1958, venerdì santo, sera, verso le 10-11. Siamo dalle parti di North Bedford Drive, zona Beverly Hills, dal numero civico 730 si sentono degli schiamazzi. I vicini neanche si lamentano o vanno a vedere cosa succede, ormai è la prassi, che sia pieno pomeriggio, mattina o sera come adesso. La lite è tra un uomo e una donna, una coppia che ha preso in affitto la casa qualche mese prima. Lei è una famosissima diva del cinema, mentre lui, sulla carta ha un negozio di articoli da regalo, ma in realtà è un semplice gigolò. Anzi, è un gigolò con la passione per il gioco d'azzardo. Anzi, è tutto questo ma è principalmente un ex gangsters, uno di quelli che ha ucciso parecchia gente, ex guardia del corpo personale di Mickey Cohen, il boss supremo di Los Angeles. 
Poco dopo squilla il telefono dell'avvocato di Jerry Geisler, il più famoso avvocato in città, con nel palmares clienti come Busby Berkeley, Erroll Flynn (si, la volta dello stupro), Robert Mitchum, Charlie Chaplin, la madre di George Reeves (si, poco dopo il suo suicidio) e molti altri. "Sono Lana Turner. È successa una cosa terribile. Può venire a casa mia?". L'avvocato esce di corsa di casa imbocca la North Bedford e arriva a casa dell'attrice. Gli viene aperto dalla donna, zampillante come una fontana. Tutta la camera da letto è sotto sopra e proprio li in mezzo, sul tappeto rosa, giace senza vita, con una enorme chiazza rossa sottostante, un uomo. In un angolo la figlia di Lana, Cheryl, sotto shock, bianca come un lenzuolo.
Dopo aver deciso bene cosa dire alla polizia e alla stampa, molto più importante chiaramente, vennero chiamati tutti quanti, compresa, massì, un'ambulanza. La causa della morte venne decretata come "pugnalata all'addome, che ha penetrato il fegato e l'aorta, provocando una massiccia emorragia".

martedì 30 aprile 2013

Il bianco e il nero #35: Scandals of Hollywoodland. Episode IV: Drugs

Dunque si, ero molto combattutto su che argomento scegliere per questa quarta e ultima miniserie sugli scandali di Hollywood. Da una parte c'era il classico gruppo misto (tanto caro a Missouri4) quindi un best of dei rimasti fuori; un pò di suicidi, omicidi, etc... però. Dall'altra c'era la difficoltà di trovare abbastanza storie per un nuovo argomento. Che, seguendo il classico motto, Sesso, droga e rock n' roll, doveva essere la droga (niente rock, al massimo jazz). E allora vada per la polverina bianca, la pipetta, il cannone, la striscia, la siringa, e chi più ne ha più ne metta. D'altronde, stars are so high!
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-Bello, onesto, con grande carriera davanti a se venderebbe la madre per un pò di morfina.
-Ultima dose a Parigi.

Nella prima riscopriremo un talentuosissimo uomo di spettacolo, divenuto tossicodipendente dopo uno sfortunato incidente e nella seconda la bellissima (per il contesto, permettetemi questo aggettivo) morte di una giovane attrice, il primo scandalo degli anni 20.

Puntata numero uno: Episode I: Homicides.
Puntata numero due: Episode II: Suicides.
Puntata numero tre: Episode III: Sex.
Puntata numero quattro: Episode IV: Drugs.
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-Bello, onesto, di successo,
venderebbe la madre per un pò di morfina-
Se aveste conosciuto Wallace Reid di persona, probabilmente l'avreste odiato. Bello bellissimo, amato da tutte le donne, uno di quelli a cui si aprono mille porte solo per l'aspetto fisico. Bravo bravissimo, ragazzo tenace, esuberante, intraprendente e mosso dalla volontà di fare di tutto. Talentuoso talentuosissimo, qualsiasi cosa lo mettevi a fare, dopo 10 minuti, la sapeva fare meglio di te e di un professionista. Inoltre persino negli hobby eccelleva. Nella musica per esempio, dove sapeva suonare il pianoforte, il banjo, il violino e il tamburo. O nello sport, atleta provetto in diverse discipline tra cui corsa, atletica in generale, football e baseball. 
Come se non bastasse era pure figlio di buona famiglia. Le sue potenzialità, come il suo futuro, erano illimitate. Dopo aver fatto persino il militare e essersi diplomato, venne instradato, a soli 19 anni, dal babbo nel magico mondo di Hollywood. Suo padre, Hal Reid era un noto regista teatrale, sposato con l'attrice Bertha Westbrook. Da qualche tempo aveva deciso di dare una chance al cinema e trasferì l'intera famiglia dal Missouri alla città degli angeli.Nel 1910 Wallace debutta con The Phoenix di Milton Nobles. Bello, aitante e fotogenico, viene messo sotto contratto dalla Vitagraph (preistoria degli studios). Siccome ci tiene al babbo e lo vede un pò in difficoltà in confronto a lui, porta ai suoi capi un suo scritto, nella speranza che decidano di affidargli la regia. Alla Vitagraph devono capire male e affidano a lui stesso e non al babbo, la direzione di Tribal Law.  E siamo solo nel 1912. 

lunedì 22 aprile 2013

Il bianco e il nero #34: Scandals of Hollywoodland. Episode III: Sex

E ora sesso! Prima che andare a letto con chiunque fosse una pratica pubblicitaria consueta e prima che se ne potesse parlare come niente fosse ed ammettere scappatelle, tradimenti e gusti bizzarri, ad Hollywood nessuno faceva sesso con nessuno. Sbagliato! Tutti già ai tempi andavano a letto con tutti, esistevano già le troiette (in accezione Battiato-iana e non) e le coppie di star erano peggio degli scambisti il mercoledì sera nel parcheggio della palestra. Per non parlare dei figli illegittimi (come quello di Gable con Loretta Young. Lei sparì in Inghilterra per un pò, poi torno con una bambina con le stesse orecchie di Gable, adottata disse. Per un paio di anni la rifilò a un'orfanotrofio, mentre il divo non la riconobbe mai, perchè prima sposato e poi insieme a Carole Lombard), dei tanti aborti (Dandridge-Preminger Gary Cooper-Patricia Neal per dirne due) o ancora dei gusti ambigui delle star più hot (Rodolfo Valentino era gay? Dicono, ma quello che è certo è che sposò due lesbiche di fila e quindi non consumò mai. E Cary Grant? Anche di lui lo dissero, ma era chiaramente invidia, suvvia, non toccatemi Cary) o delle confessioni privatissime finite in pasto alla stampa (il mitico diario di Mary Astor). 
L'unica differenza di oggi è che si tentava di tenere nascosto tutto, anzichè vendere la notizia alla stampa, fare un filmino erotico che guarda caso salta fuori su internet o pubblicare foto in deshabillè su Twitter. Pensate i social network negli anni 20-50...pazzesco quante foto sarebbe spuntate fuori. Altro che il solo filmino, vero o presunto, di Marilyn.
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Per la puntata di oggi ho scelto un paio di scandali succosi, uno al maschile e uno al femminile, che danno l'idea di come fosse trattata, già ai tempi, la sessualità maschile e quella femminile. Ovvero: "bè i maschi sono pur sempre maschi", e "le donne, brutte zoccole, guai a voi a farci innamorare di voi, così irraggiungibili. Dovete essere delle sante, ma anche farci vedere le cosce". Non è cambiato nulla eh.

-Voi non l'avreste fatto?
-The It girl.

Nel primo caso protagonista è Errol Flynn e il suo baffetto impertinente, nel secondo Clara Bow, la flapper, la It girl, la donna più amata d'America, durata solo 4 anni.
Puntata numero uno: Episode I: Homicides.
Puntata numero due: Episode II: Suicides.
Puntata numero tre: Episode III: Sex.
Puntata numero quattro: Episode IV: Drugs.
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-Voi non l'avreste fatto?-
A Hollywood qualche storia di stupro è saltata fuori nel tempo, e la più celebre rimane forse quella che coinvolse Roman Polanski e la minorenne Samantha Geimer nel 1977 (con presente Jack Nicholson). Polanski venne sostanzialmente espulso dal paese, salvo poi essere arrestato qualche anno fa con una trappola ad un festival. Il regista e attore polacco la fece franca, anche se ebbe l'umiltà di scusarsi (e venne perdonato dalla ragazza) e non protestò di certo per la "condanna". Nel 1942, un altra stella del cinema, venne accusata di stupro da una ragazzina minorenne, ma a lui andò decisamente meglio e non dovette mai scusarsi, anzi, da quel giorno venne coniato un modo di dire, "In like Flynn", per intendere uno che ci sa fare con le donne.

lunedì 15 aprile 2013

Il bianco e il nero #33: Scandals of Hollywoodland. Episode II: Suicides

Dagli omicidi più sospetti, ci spostiamo ora ai suicidi che più hanno destato scalpore. Inizierò da quello considerato il più struggente di tutti, passando per quello che coinvolse addirittura un supereroe, fino ad arrivare ad uno inscenato talmente male che non ci credette nessuno.

-La H di suicidio.
-Superman non è immortale.
-L'ultima risata.

E dopo questa puntata, basta con thanatos e passiamo a un pò di "sano" eros, con qualche scandalo sessuale, fra stupri, deviazioni e ninfomania, presunta o tale.
Puntata numero uno: Episode I: Homicides.
Puntata numero due: Episode II: Suicides.
Puntata numero tre: Episode III: Sex.
Puntata numero quattro: Episode IV: Drugs.

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-La H di suicidio-
Spoiler alert: preparate i kleenex, si piange.
I protagonisti di questa storia intrisa di infinita sfiga sono due; una celebre insegna e una svenurata attrice novizia. Partirò dalla prima. Molti di voi sapranno bene, anche senza guardare il logo di questa rubrica, che una volta la celeberrima insegna sulle colline di Hollywood era leggermente più lunga e recava il suffisso LAND. Segue breve ma esaustiva lezione di storia che spero risponderà a tutte le vostre domande sulla scritta. 
-Quando e perchè nacque? Nacque nel 1923 come trovata pubblicitaria per promuovere un progetto di sviluppo immobiliare. Era appunto la versione HOLLYWOODLAND e la sua durata doveva essere temporanea, massimo 18 mesi. Di notte era illuminata da centinaia di lampadine. Con l'espandersi dell'industria cinematografica, la scritta divenne fissa e simbolo della città. -Cosa successe alla parte LAND e quando sparì? Nel 1949 la scritta si trovava in  un grave stato di usura perciò si decise di ristrutturarla un pò. Si accollò l'onere la camera di commercio di Hollywood, comprese le spese di illuminazione. Per rispecchiare di più il nome del quartiere losangelino, e anche perchè nessuno la chiamava Hollywoodland, si decise di togliere il suffisso. La nuova insegna era lunga circa 110 metri, più o meno come quella attuale.
Infine, nel 1979, Hugh Efner e Alice Cooper, due benemeriti cittadini, pagarono di tasca propria per una nuova ristrutturazione che la proteggesse maggiormente dalle intemperie ambientali. Se come me vorrete un giorno andarla a vedere, sappiate che dovete scarpinare parecchio su per le colline o avere a disposizione un mezzo di locomozione. In ogni caso non potrete avvicinarvi troppo, ma la potrete vedere da una distanza di circa 50 metri. Chi invece si avvicinò fino a toccarla è la seconda protagonista, Peggie.

lunedì 8 aprile 2013

Il bianco e il nero #32: Scandals of Hollywoodland. Episode I: Homicides

Suicidi, stupri, figli illegittimi, omicidi avvolti dal mistero, tendenze sessuali deviate... in una parola scandalo. Ad Hollywood nel suo periodo d'oro e non, sono sempre successe le peggio cose e nella maggior parte dei casi, nessuno ha mai scoperto la verità se non a distanza di anni e anni. Feste sregolate, uomini senza ritegno e con poteri tali di insabbiare di tutto ma anche povere anime arrivate in una terra spietata e insensibile, imbrogli e simulazioni. 
Dietro alle dive e ai divi perfetti modelli di vita, ai set luccicanti e ai ristoranti di lusso c'era un mondo sotterraneo nero come la notte. Alcune storie forse le conoscerete, altre sarò felice di portarvele a conoscenza. Dagli scatenati anni 20 fino ai più moderati anni 50, lanciamoci in questo viaggio nella peccaminosa città delle stelle. 
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Nel primo episodio mi dedicherò a due morti abbastanza strane, di due registi consegnati alla storia solo per la loro dipartita e non per la loro carriera. Ovvero,
-La volta in cui Chaplin andò tanto così, vicino al creatore.
-Fate largo sono dottore.
Due storie di cui non si sa con certezza come andarono le cose e allo stesso tempo di cui si sa fin troppo.
Nel prossimo episodio invece un paio di suicidi, struggenti in alcuni casi e pieni di mistero in altri.

Puntata numero uno: Episode I: Homicides.
Puntata numero due: Episode II: Suicides.
Puntata numero tre: Episode III: Sex.
Puntata numero quattro: Episode IV: Drugs.
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-La volta in cui Chaplin andò tanto così, vicino al creatore-
Se vi è mai capitato di leggere il romanzo Murder at San Simeon di Patty Hearst, vi sarete imbattuti in un giallo molto particolare. Uno yacht, gente molto ricca, un litigio d'amore, forse un triangolo amoroso, molta confusione e un morto. Forse, ma forse, degli spari. Patty Hearst porta un cognome che in America dice pure troppo. William Randolph Hearst, il nonno, fu un editore di grande successo. Così però non rende l'idea. Avete presente Murdoch? O in Italia Berlusconi (solo nel campo dei media, per carità)? Ecco Hearst era molto peggio, in quanto possedeva qualsiasi giornale o quasi (Cartello? Oligopolio? Altri tempi). Aveva un tale potere che controllava l'informazione pressochè totale di un intera nazione come gli Stati Uniti -leggi, controllava quindi ben oltre. Hollywood si è divertita più volte a parlarne o a inscenarne la sua figura, non ultimo Orson Welles in Quarto potere, quindi in qualche modo ne avrete di sicuro sentito parlare.

lunedì 1 aprile 2013

Il bianco e il nero #31: Dorothy Dandridge, la D è muta.

Il bianco e nero è tornato e siccome per ora ha dominato il bianco, è in arrivo un pò di nero, in tutti i sensi.
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"Quella bellissima attrice di colore che si è sempre rifiutata di fare ruoli da domestica e la cui carriera fu distrutta dalla Hollywood bianca".
Wesley Snipes alias Noxeema Jackson in A Wong Foo, grazie di tutto! Julie Newmar.

In questo semplice ricordo della drag queen Noxeema, seguito dall'elenco di tutti i film più importanti interpretati, è concentrata tutta l'essenza della mitica, e sconosciuta ai più, Dorothy Dandridge. La prima donna di colore a essere candidata come miglior attrice protagonista agli Oscar, soprannominata la Marilyn Monroe nera per la sua prorompente bellezza, -o cafe au lait dalla stampa nera- come tutte le dive ha avuto una vita difficile, fatta di amori infranti, tragedie e qualche successo. L'unica differenza con una Vivien Leigh o una Gene Tierney è che lei era nera, e negli anni 50, particolare non di poco conto. Per di più era una tipetta tosta  e si rifiutò sempre di fare i classici ruoli di "colore", fra cui lo schiavo, la serva o l'uomo della jungla, una scelta ampissima e di grande livello. Nonostante tutti questi ostacoli, grazie alla sua tenacia riuscì ad arrivare in vetta, seppur per poco tempo, come ricorda Noxeema, prima che la bianchissima Hollywood la sbattesse fuori dalla porta e dall'industria. La sua breve carriera è il più fulgido esempio del perchè nessun attore di pelle scura abbia mai sfondato prima degli anni 70 e quale trattamento veniva riservato ai più talentuosi non-bianchi.

Dorothy nacque nel 1922 a Cleveland nell'Ohio, figlia di Ruby, un'attrice che trovò spazio in piccoli ruoli in alcuni film minori. 5 mesi prima dalla nascita di Dorothy, mamma Ruby prese Vivian, l'altra figlia, e fagotto e mollò il marito per iniziare una vita tutta sua, una rinascita (un particolare anche della vita futura della figlia). Non erano sole, le raggiunse Geneva, un'amica, o per meglio dire l'amante di mammà. La donna divenne una vera e propria figura paterna ed incoraggiò, con il benestare e il supporto di Ruby, o forse sarebbe più corretto dire, inculcò a forza nelle due bambine, il talento artistico e la voglia di esibirsi in pubblico. Ogni giorno le costringeva a esercitarsi fino a che non stramazzavano al suolo. 
Effettivamente le due avevano dimostrato fin dalla più tenera età un certo talento e una certa presenza scenica. Il loro primo "ingaggio", in piena Depressione, fu quello di intrattenere le povere signore anziane, e non, nelle varie chiese della zona seguendo il tour del National Baptist Convention sotto il nome di The Wonder Children. Per ben 3 anni girovagarono per le chiese di tutto il sud fino a che queste bambine non divennero ragazze e le curve iniziano a mostrarsi. Fu allora che subentrò una terza ragazza, Etta Jones, e nacquero le Dandridge Sisters nonche un tour che le portò a visitare tutta la California e a finire addirittura al Cotton Club e all'Apollo Theatre di New York City.
In tutto questo vagare da città a città nessuna delle ragazze ottenne un'onesta educazione, un altro classico.  Inoltre mamma Ruby stava ingranando a Hollywood e lasciò il gruppo improvvisamente. Dorothy si ritrovò a 16 anni, più bella che mai, a dividere un'appartamento con la perfida Geneva nella grande mela.