venerdì 14 febbraio 2014

Vijay – Il mio amico indiano di Sam Garbarski

In sala dal 13 febbraio.

"Il funerale è per i vivi. Tu non ci sarai tanto".
"...vedremo"
Torna Garbarski a 6 anni dall'acclamato Irina Palm e cambia registro. Da una commedia-dramma con momenti "scorretti" e dal sapore molto british, a una commedia leggera e classica ambientata nella grande mela. 
Come si può, giunti alla quarantina, ravvivare il proprio matrimonio? Come si riesce, dopo 20 anni con la stessa donna, a riaccendere il desiderio o anche solo per un istante, sembrare una persona diversa, e non la solita (noiosa) con cui ci si sveglia ogni mattina? Dura, durissima, molti matrimoni finiscono in frantumi proprio per questo motivo: la mancanza di varietà.
Will Wilder -pronunciato all'americana, che cosa brutta-, attore tv nato in Germania e emigrato a New York si ritrova in questa situazione. Dopo tanti anni felici, riassunti da una bella animazione stile Up sui titoli di testa, con Julia, qualcosa si è rotto. Il sesso manca da 10 mesi, tanto che addirittura si dorme con due letti separati, e le chiacchiere e le gentilezze stanno a zero. In soccorso di Will arriva un'inaspettata tragedia. Il giorno del suo compleanno, mentre crede che tutti se ne siano dimenticati, gli viene rubata la macchina, con tanti di documenti e cellulare, ma il ladro, si schianta e muore sul colpo, lasciando solo un involucro carbonizzato.
Tutti credono quindi che sia morto Will, il quale coglie la palla al balzo per crearsi una nuova identità. Grazie al suo amico indiano Rad diventa Vijay Singh, un bancario amico di lunga data di Will. In questo modo vuole sapere cosa i suoi amici e parenti pensano davvero di lui e magari riprendersi qualche bella rivincita. Le cose però prendono una piega diversa.
Chi non vorrebbe andare al proprio funerale? Chi non vorrebbe sapere la verità su quello che tutti pensano di noi? Chi non vorrebbe spiare, senza essere "visto", la vita degli altri? Chi non vorrebbe essere qualcun altro? Ma cosa succede se, non solo si copre che tutti ti consideravano nulla, ma anche che il tuo nuovo personaggio piace molto di più?
Anche se il nuovo ci spaventa, chi più chi meno, lo accogliamo sempre con entusiasmo, non ne intravediamo ancora i difetti e tutto sembra una scoperta, esotico (figuriamoci con un indiano). Mentre il vecchio o il già noto, anche se sicuro ci risulta noioso, difettato. Persino Will arriverà a piacere di più il suo nuovo alter ego piuttosto che se stesso. Ma non è facile reinventarsi, sfuggire all'ordinario, neppure per un attore come lui.
Questa nuova pellicola di Garbanski, adocchiata per la prima volta a Locarno in Piazza Grande, mi ha ricordato alcune commedie anni 40-50, con quel modo di far ridere in maniera molto garbata, quelle idee originali (senza voler scomodare Wilder o Lubitsch, mi viene in mente L'inafferrabile signor Jordan) per l'epoca, si capisce. Lascia proprio quel sapore di classico, con alcune situazioni e battute dove si ridacchia più che ridere sguaiatamente. Alcuni la troveranno sotto tono, moscia, ma la preferisco di gran lunga alle infinite volgarità vomitate ultimamente da sceneggiatori sempre più molesti e sciocchi.
Resta solo una domanda: alla prossima crisi, Will-Vijay, cosa si inventerà?

Simpatico Moritz Bleibtreu nel doppio ruolo, ha una faccetta che ispira simpatia, che detto di un tedesco sembra folle. Sempre bella nonostante gli anni che avanzano, c'ho una cotta da mo, Patricia Arquette ispiratissima in alcune scene dove si incazza come una mina. Per i fan delle serie TV invece segnalo l'ex Soprano Michael Imperioli, U.F.O per le commedie ma dal grande talento comico, e Danny Pudi, noto a tutti per il suo ruolo in Community, unico vero indiano nel film tra tanti imitatori -persino ispanici.

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