Visto al TFF, ma già proiettato in diversi festival nel corso dell'anno.
No, non mi lamenterò più del caotico TFF e tirerò avanti. Dolph si sveglia una mattina (alle 7.60) e scopre che il suo cane, Paul, è scomparso. Dopo una chiacchierata con il vicino, in procinto di partire per sempre, e una telefonata a una pizzeria, in cerca di una voce consolatrice, sconfortato va al lavoro. Tornato a casa trova davanti alla porta un mazzo di fiori e un bigliettino, "Se vuoi rivedere il tuo cane, chiama questo numero". Quindi dietro alla sparizione del suo amato Paul c'è una banda ben organizzata che rapisce gli animali domestici. Intanto il suo giardiniere gli comunica che dovrà fare alcuni lavoretti nel suo giardino. Fin qui tutto normale no? Bene, adesso scenderò nei particolari.
Il suo vicino di casa, nega con tutte le sue forze di fare jogging, nonostante lo faccia tutte le mattine da anni, e non riesce a parlare a Dolph se non a circa 50 cm di distanza. Dolph è stato licenziato dal lavoro da circa un mese ma vi si reca ogni giorno, tuttavia all'orario che vuole. Il suo luogo di lavoro è un normalissimo ufficio, se non fosse che piove, anzi, diluvia, dentro tutto il tempo, e nessuno ci bada. La ragazza delle pizze che ha chiamato, si innamora di lui, vuole fare sesso con lui, ma finisce a letto con il giardiniere, che si finge Dolph. La ragazza molla il marito per il finto Dolph e il giorno dopo scopre di essere incinta. La banda ruba-animali è comandata da un certo Mr. Chang, un guru che scrive libri su libri sui cani e la telepatia. Un detective viene assunto per trovare i rapitori del cane e ci riuscirà tramite un macchinario che legge la memoria degli escrementi canini. La palma che Dolph aveva nel giardino si è trasformata in un piccolo abete. Etc.. No, non sono pazzo, nè sto inventando, è tutto nel film.
Mr Oizo AKA Quentin Dupieux è tornato! Dopo aver stranito tutti con il suo Rubber, e allo stesso tempo ottenuto grande fama, il produttore discografico e musicista elettro-beat francese torna alla regia, per il suo quarto lungometraggio (bisogna recuperare i suoi primi due). Chi si era perdutamente innamorato di Rubber, come me, non tema, non è stato un colpo di genio, o un ictus, ma è proprio il modus operandi di questo folle parigino. Wrong, ovvero sbagliato, continua su quella linea surreale che contraddistingueva il precedente film.
E' difficile parlare delle sue opere senza citare ogni singola folle sequenza, perchè è un cinema prettamente fatto di scene, gag, situazioni, più che profondi contenuti o messaggi. Persino la trama, seppur sempre ben scritta e delineata, non ha una importanza centrale.
Il pregio maggiore, e riscontrabile in tutta (spero) la breve (qui invece spero cresca) carriera di Dupieux è quello di costruire un mondo totalmente assurdo, caotico, incredibile, ma allo stesso, paradossalmente, realistico, basato su regole, su una struttura contenitiva, che non solo limita e delimita il nonsense infinito ma lo rende più che accettabile. All'inizio, entrare in un suo film è un esperienza straniante, ma man mano che il tempo passa, si accetta tutto ma si deve andare oltre il semplice patto di finzione, di sospensione dell'incredulità, si firma un vero e proprio manuale di regole, assurde e sensate allo stesso tempo, per cui quando scatta fuori l'ennesima gag senza senso o il personaggio stralunato, non pensiamo che sia wrong, sbagliato, ma che si trovi nel suo contesto più ideale. Sarebbe folle dire che non ha senso o che è fuori posto.
Quindi Dupieux fa un film, appunto, sbagliato, ma così sbagliato che ha fatto tutto il giro ed è diventato giusto, o ggiusto come dicono i ggiovani.
Certo, c'è chi si lamenterà, anche giustamente, lo capisco, che è facile fare film del genere, mettere insieme una serie di gag à la Monty Pythons e dargli un tocco visionario, e che è un pò paraculo. Vero, ma un conto è fare un film del genere e un conto è fare un buon film del genere. Wrong è una commedia dell'assurdo, esilarante dal primo all'ultimo minuto, fatta si di infinite scenette che potrebbero essere a se stanti, ma soprattuto con una struttura (stessa cosa che aveva Rubber) e un inizio e una fine classici. Ovvero, dietro al divertissement più smaccato e sciocco, c'è comunque una storia con una trama. E' per questo che Oizo-Dupieux si distacca dai tanti squinternati che mettono insieme semplici carrellate di idee(ine).
Per concludere, Wrong farà impazzire sia i fans di Rubber che i neofiti. In sala c'era una risata continua contagiosa. per tutti i 90 i minuti. Forse il grande talento umoristico di Dupieux sta nel fatto di dire tante barzellette, con ottime premesse; prepararti alla fragorosa risata, ma poi non concludere la storia, ma tirarne subito fuori un altra. Si è sempre in trazione e in attesa del gran finale, che non arriva, lasciando spiazzati. Tuttavia sta nelle premesse il nocciolo della battuta.
Viva Dupieux e viva i folli come lui.
Prima del film è stato proiettato anche un corto di 20 minuti.
Bobby yeah di Robert Morgan.
Qui il trailer. E' un corto in stop motion totalmente folle che mixa David Lynch con Polanski, il Burton dei primi tempi e gli incubi notturni causati dalla peperonata della nonna. Inutile raccontarne la trama (c'è un simpatico sgorbietto simile a un diavolo che si ritrova con dei mostri mutaforme dotati di un pulsante capace di cambiare il mondo in cui vivono), va visto. Interessante anche il suo autore, Robert Morgan, un tipino, come si può capire dalla sua breve autobiografia. Stralunato e disgustoso, in senso buono, ha stranamente convinto tutta la sala.
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