domenica 16 giugno 2013

Into Darkness - Star Trek di J.J. Abrams

Nelle sale dal 12 giugno

Dopo avere resettato la saga con il reboot del 2009, J.J. Abrams torna a mettere le grinfie sull'universo fantascientifico creato da Gene Roddenberry nel lontanissimo 1966.
Into Darkness (dodicesimo film della saga) si apre con un bell'inseguimento spielberghiano su un pianeta sconosciuto, Kirk (Chris Pine) sta scappando da un popolo di primitivi a cui ha rubato una pergamena e Spock (Zachary Quinto) sta piazzando una bomba in un vulcano per evitare una catastrofe naturale.
Fughe rocambolesche, esplosioni colossali e battutine fuori luogo, per una volta si corre addirittura il terribile rischio di divertirsi, e invece no, il titolo è Into Darkness e bisogna essere cupi, quindi dopo il primo di molti tagli repentini eccoci sulla terra, dove Kirk si becca il solito cazziatone perché è un incosciente e uno spericolato. E' un deja vu, con queste cose ci avevano già ammorbato nel film precedente, e poi non erano state proprio quelle doti a portarlo all'attenzione della Federazione e sulla poltrona di comando dell'Enterprise ?
Poco importa, quest'ultima bravata è la poverbiale goccia che fa traboccare il vaso. Kirk si becca uno scappellotto, viene degradato e perde il comando dell'Enterprise... per non più di quattro secondi, perché il pericoloso terrorista John Harrison (Benedict Cumberbatch) ha lanciato un attacco alla Federazione e ora si nasconde su Kronos, pianeta natale degli ostili Klingon.
Dicevo, si corre il rischio di divertirsi, ma è un rischio che si concretizza raramente, perché ogni volta che il tono leggero e spensierato comincia a funzionare o a diventare vagamente tollerabile, viene bruscamente abbandonato in favore di scene goffamente drammatiche in cui non funziona quasi niente. Un attimo prima dobbiamo prendere per buono l'ennesimo battibecco tra Spock, Uhura e Kirk in un momento di reale pericolo, e in quello dopo ci dovremmo sentire emotivamente coinvolti da situazioni drammatiche ingenue e omologatissime. Se però il film comincia a prendersi troppo sul serio, anche lo spettatore comincia ad osservarlo con un occhio più critico, e se poi ci si mette anche la noia diventa praticamente impossibile soprassedere su tutta una serie di schiocchezze e forzature piazzate sempre ben in vista.
L'altro motivo per cui risulta abbastanza difficile abbandonarsi ad un po' di sano divertimento è la sensazione che Into Darkness sia strapieno di cose già viste. Non solo in altri film (a me è venuto in mente Skyfall) o all'interno della saga di Star Trek (senza spoilerare, è una storia già raccontata) ma anche nel film immediatamente precedente. Oltre ad una struttura narrativa estremamente simile, ritroviamo gli stessi scambi di battute tra personaggi che dovrebbero aver superato determinati conflitti, ma anche sequenze action stranamente familiari, una sequenza iniziale con esplosioni e un inseguimento che termina su uno strapiombo, salti nel vuoto ad alta precisione (e qui è lo stesso Kirk a far notare la somiglianza) e un finale quasi speculare. Una mancanza di idee o una forma di autocitazionismo che ad un solo film di distanza lasciano alquanto interdetti.
"alla ricerca di nuove forme di vita e di civiltà"
Il punto è che Into Darkness con Star Trek c'entra poco o niente (infatti in molti casi il sottotitolo è stato promosso a titolo); Con la scusa della linea temporale alternativa Abrams lo ha trasformato nell'ennesimo action fantascientifico, la tipica baracconata hollywoodiana che cerca di abbagliare gli spettatori con la mole di effetti speciali e di arruffianasi i fan della saga (i trekker) con una valanga di citazioni e strizzatine d'occhio. Un polpettone di oltre due ore che ha il solo pregio di scorrere via rapidamente, ma che altrettanto rapidamente scivola via di dosso. Rimangono solo un ottimo Benedict Cumberbatch, che per quanto possibile ruba la scena a tutti, e il rimpianto di non averlo sentito in lingua originale, comunque niente di tanto grave da giustificare una seconda visione.

P.S. Per chi se lo stesse chiedendo, il celeberrimo effetto lens flare è ancora fastidiosamente presente. E' un viaggio nell'oscurità da affrontare con gli occhiali da sole.

1 commento:

  1. Povero Gene... si sarà rivoltato nella tomba una seconda volta...

    Comunque:

    "L'altro motivo per cui risulta abbastanza difficile abbandonarsi ad un po' di sano divertimento è la sensazione che Into Darkness sia strapieno di cose già viste."

    Ma a dire il vero anche il primo era pieno di scontatissimi cliché, a partire dal figlio ribelle e orfano di padre che saprà dimostrare di avere le palle.

    Gesù, e pensare che JJ si è fatto sugli stessi film che apprezziamo noi matusa. Mi chiedo quanto di più peggiorerà la situazione quando i film verranno fatti da chi si sta appassionando alla produzione attuale...

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