Recentemente ci avete fatto notare come raramente recensiamo in maniera positiva il cinema italiano. Ci teniamo a ribadire che non è una questione di nazionalità, se è bello è bello se è brutto è brutto, aldilà che sia italiano o no, e ci tengo io, in questo caso, a sorprendervi, perchè ho trovato un film italiano appena uscito, che vale la pena di essere visto. E come avrete già capito è Cha Cha Cha di Marco Risi, un noir.
Corso (Argentero) un detetctive privato, ex poliziotto, da qualche giorno sta tenendo sott'occhio il figlio di una sua ex amante (Herzigova). La madre è preoccupata perchè il ragazzino è sempre più scontroso e misterioso, sospetta che possa essere entrato in un giro pericoloso. Corso non riscontra niente di strano fino a quando il teenager viene ucciso durante un incidente stradale (un suv nero distrugge la sua piccola minicar) molto sospetto. Avendo fiutato che qualcosa non va, come per esempio due figuri loschi che seguivano il giovane all'interno della discoteca, il detective inizia a fare qualche domanda e più scopre quanto marcio c'è sotto, più aumentano i cadaveri e la sua stessa vita viene ripetutamente messa in pericolo.
Un noir italiano è più raro di un Gronchi rosa, sia perchè li abbiamo sempre camuffati molto bene, sia perchè li cataloghiamo sotto altri generi -il poliziesco, il poliziottesco, il giallo, il thriller- e sia perchè, semplicemente, non li facciamo, chissà poi perchè. Da amante spasmodico del genere (vedasi le ultime puntate della mia rubrica) non me lo sarei perso per nessuna ragione al mondo.
Cha Cha Cha si apre con una notevolissima ripresa aerea di Roma per poi concludersi, nei primi minuti, con una festa in zona fori imperiali, festa di carnevale della Roma bene e di quella ricca. Poche scene, ma un risultato di gran lunga migliore dell'intero film di Sorrentino, La grande bellezza, che tanto voleva riprendere un certo aspetto della capitale e dei suoi abitanti. La Roma di Risi è ugualmente bella, segreta e zozza ma per lo meno non ci ammorba con 130 minuti di un semplice concetto gridato, perchè qui, una sceneggiatura c'è.
Polemica chiusa, si, la sceneggiatura è il punto di forza del film e ci mancherebbe anche, dato che è un noir. Per un semplice gioco del destino il detective scopre cose ben più grandi e scandalose rispetto al piccolo traffico di stupefacenti del ragazzino. Inizia un viaggio dentro una Roma -e più generalmente un'Italia- notturna, corrotta, violenta, dove non si salva nessuno; potenti e forze dell'ordine, dove si chiude un occhio e se ne chiudono due talvolta.
Risi continua con il suo cinema di denuncia ma stavolta, al contrario di Fortapasc, sceglie la via del racconto di completa finzione, che ovviamente risulta molto più reale-credibile di quanto dovrebbe. Sotto l'occhio onnipresente di telecamere di sicurezza, citofoni, obbiettivi di fotografi assoldati, si dipana un intrigo complesso ma raccontato con chiarezza e linearità. E' un noir misurato, privo di eccessi o soluzioni ardite. Per una volta si sceglie di giocare al ribasso ed è una soluzione efficace.
Rispetta inoltre tutti gli elementi tipici del noir; la notte, il detective idealista con un passato scomodo e da cui non riesce a distaccarsi, la femme fatale oggetto in dotazione a un uomo di potere, incapace o disinteressato dall'appagarla sessualmente -il figlio non è suo, un altro classico, ma di un compagno precedente della donna-, gli informatori, la scia di sangue, il fumo delle sigarette, c'è persino spazio per un night club, ma solo nell'ultima scena sui titoli di coda, dove si balla il cha cha cha del titolo.
Nota dolente sugli attori. I tre principali non sfavillano e paradossalmente, la migliore è Eva Herzigova, al suo primo film. Per lo meno lei ci mette passione e voglia, si butta e ci crede. Argentero, mi piace molto e lo ritengo il nostro attore più futuribile, cade nella trappola del classico detective da noir al cinema e invece di modellare la sua performance sulle forme di Bogart, lo imita in tutto tanto da risultare una macchietta, una parodia seria. Per le lettrici femminil: ALERT Argentero nudo nudo come mamma l'ha fatto, sotto la doccia e in una lotta à la La promessa dell'assassino. Amendola invece è poco credibile in qualsiasi ruolo, all'infuori dei Cesaroni. Si segnala la presenza sporadica anche di Shapiro, Nino Frassica e Bebo Storti, il Grande Fratello.
Cha Cha Cha non è il capolavoro dell'anno, ma non è neanche una "pessima fiction televisiva" come ho letto in giro o molto peggio. E' un solido noir, ben diretto, con qualche vezzo registico che non appesantisce il racconto ma anzi lo correda e aiuta. Soprattutto non merita la pessima distribuzione (neanche tanto, ancora oggi lo trovate in molte sale) e la terribile esposizione mediatica. Io non lo avevo mai sentito se non fosse stato per Il Cinematografo di Marzullo, unico passaggio su tutte le tv nazionali.
Bisogna essere un Sorrentino o un Tornatore per essere sponsorizzati, bisogna fare film brutti?
Un noir italiano è più raro di un Gronchi rosa, sia perchè li abbiamo sempre camuffati molto bene, sia perchè li cataloghiamo sotto altri generi -il poliziesco, il poliziottesco, il giallo, il thriller- e sia perchè, semplicemente, non li facciamo, chissà poi perchè. Da amante spasmodico del genere (vedasi le ultime puntate della mia rubrica) non me lo sarei perso per nessuna ragione al mondo.
Cha Cha Cha si apre con una notevolissima ripresa aerea di Roma per poi concludersi, nei primi minuti, con una festa in zona fori imperiali, festa di carnevale della Roma bene e di quella ricca. Poche scene, ma un risultato di gran lunga migliore dell'intero film di Sorrentino, La grande bellezza, che tanto voleva riprendere un certo aspetto della capitale e dei suoi abitanti. La Roma di Risi è ugualmente bella, segreta e zozza ma per lo meno non ci ammorba con 130 minuti di un semplice concetto gridato, perchè qui, una sceneggiatura c'è.
Polemica chiusa, si, la sceneggiatura è il punto di forza del film e ci mancherebbe anche, dato che è un noir. Per un semplice gioco del destino il detective scopre cose ben più grandi e scandalose rispetto al piccolo traffico di stupefacenti del ragazzino. Inizia un viaggio dentro una Roma -e più generalmente un'Italia- notturna, corrotta, violenta, dove non si salva nessuno; potenti e forze dell'ordine, dove si chiude un occhio e se ne chiudono due talvolta.
Risi continua con il suo cinema di denuncia ma stavolta, al contrario di Fortapasc, sceglie la via del racconto di completa finzione, che ovviamente risulta molto più reale-credibile di quanto dovrebbe. Sotto l'occhio onnipresente di telecamere di sicurezza, citofoni, obbiettivi di fotografi assoldati, si dipana un intrigo complesso ma raccontato con chiarezza e linearità. E' un noir misurato, privo di eccessi o soluzioni ardite. Per una volta si sceglie di giocare al ribasso ed è una soluzione efficace.
Rispetta inoltre tutti gli elementi tipici del noir; la notte, il detective idealista con un passato scomodo e da cui non riesce a distaccarsi, la femme fatale oggetto in dotazione a un uomo di potere, incapace o disinteressato dall'appagarla sessualmente -il figlio non è suo, un altro classico, ma di un compagno precedente della donna-, gli informatori, la scia di sangue, il fumo delle sigarette, c'è persino spazio per un night club, ma solo nell'ultima scena sui titoli di coda, dove si balla il cha cha cha del titolo.
Nota dolente sugli attori. I tre principali non sfavillano e paradossalmente, la migliore è Eva Herzigova, al suo primo film. Per lo meno lei ci mette passione e voglia, si butta e ci crede. Argentero, mi piace molto e lo ritengo il nostro attore più futuribile, cade nella trappola del classico detective da noir al cinema e invece di modellare la sua performance sulle forme di Bogart, lo imita in tutto tanto da risultare una macchietta, una parodia seria. Per le lettrici femminil: ALERT Argentero nudo nudo come mamma l'ha fatto, sotto la doccia e in una lotta à la La promessa dell'assassino. Amendola invece è poco credibile in qualsiasi ruolo, all'infuori dei Cesaroni. Si segnala la presenza sporadica anche di Shapiro, Nino Frassica e Bebo Storti, il Grande Fratello.
Cha Cha Cha non è il capolavoro dell'anno, ma non è neanche una "pessima fiction televisiva" come ho letto in giro o molto peggio. E' un solido noir, ben diretto, con qualche vezzo registico che non appesantisce il racconto ma anzi lo correda e aiuta. Soprattutto non merita la pessima distribuzione (neanche tanto, ancora oggi lo trovate in molte sale) e la terribile esposizione mediatica. Io non lo avevo mai sentito se non fosse stato per Il Cinematografo di Marzullo, unico passaggio su tutte le tv nazionali.
Bisogna essere un Sorrentino o un Tornatore per essere sponsorizzati, bisogna fare film brutti?
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