domenica 30 giugno 2013

Blood di Nick Murphy

Nelle sale dal 27 giugno.
Periodo infido per il cinema e lo spettatore l'estate. O non c'è nulla, o ci sono solo schifezze, o ci sarebbe anche del buon cinema, ma o non ce ne accorgiamo o non ci fidiamo, perchè mai dovrebbero far uscire qualcosa di buono nei mesi peggiori per gli incassi? Non saltate questi tre mesetti passando direttamente a settembre, ci siamo noi a dirvi cosa c'è da vedere. per esempio il fresco Blood DIRETTO da Nick Murphy e prodotto da SAM MENDES (maiuscolo come da locandina).
Basato sulla serie tv del 2004 di Bill Gallagher Conviction (e si nota dicono gli esperti), vede i fratelli e entrambi detective, Joe e Chrissie Fairburn alle prese con un orribile delitto. Nel locale skate park viene ritrovato il corpo stuprato e trafitto da decine di pugnalate della piccola Angela, 12 anni appena. I sospetti ricadono su Jason Buleigh, un ex pedofilo del luogo ora tutto casa e chiesa. Nonostante la sua posizione sia traballante e lo abbiano visto diverse volte in compagnia di Angela, viene scagionato per mancanza di prove. Dopo una serata culminata con una bella sbronza, Joe e Chrissie vanno a prendere Buleigh per portarlo sulle isole, una landa desolata lontana dal paese, dove faranno di tutto per farlo confessare. Ma il tentativo va terribilmente male e Joe uccide Buleigh in uno scatto di ira. Poche ore dopo si scoprono i veri colpevoli, ora il delitto in questione è cambiato e i due detective dovranno investigare sul delitto che loro stessi hanno compiuto.

Penso ci sia qualcosa che non va nel mio giudizio perchè sono uno dei pochissimi a cui è piaciuto e molto questo Blood. Dappertutto è una gara al massacro. Io sono rimasto stupito (non avevo visto il trailer che mostra tutto il film) dalla svolta che prende poco dopo l'inizio, e soprattutto da alcune piccole finezze come la specularità che si crea tra i due detective colpevoli ma di cui nessuno conosce la colpevolezza e i due ragazzini colpevoli anch'essi, dove Chrissie è il perfetto doppio del ragazzo che fa di tutto per proteggere l'amico.
Davvero ben scritta la figura di Chrissie, il fratello minore, innocente ma complice perchè protegge Joe, tanto da rimetterci anche la sua vita privata e il matrimonio con la fidanzata. E' eroso dal senso di colpa, acuito dall'incontro con la madre di Buleigh. Joe invece è freddo, fino a quando il cappio intorno al collo si stringe sempre più. Diventa violento, nervoso, non ha via di scampo, neanche sulle isole, magari spazzato via dal vento. E' un personaggio per cui non si riesce a provare empatia come forse si dovrebbe.
Un sottile gioco di contrasti, di opposti, in cui nel mezzo di piazza Leny, il padre ex capo della polizia e ora con seri problemi di alzheimer. Proprio da uno dei suoi infiniti, e ripetuti fino alla nausea, racconti sulle maniere forti che aveva un tempo la polizia, viene l'idea a Joe per far confessare Buleigh. In preda all'alcol si fida di un uomo malato mentalmente. Il finale, dove è coinvolto papà Lenny è in questo senso la conclusione perfetta.

Il maggior difetto che gli si imputa è quello di voler raccontare una storia che richiede ben oltre i suoi 92 minuti, e non è un caso che Gallagher ci impiegò una intera serie. In effetti il passaggio dalla prima parte, da giallo-crime solving à la CSI, alla seconda parte, dove subentra il dramma e il cuore del film, può apparire repentino, ma Murphy e lo stesso Gallagher in veste di sceneggiatore svolgono un ottimo lavoro nel compattare il più possibile la storia e le vicende dei protagonisti. Certo qualcosa rimane fuori o rimane tagliato, si sente una certa necessità di approfondimento di alcuni personaggi collaterali (come il padre o la moglie di Joe), ma in definitiva non sono punti negativi tali da svalutare il film nel suo insieme.
Nell'ultima parte sembra però avere qualche strascico, non può aggiungere altro per motivi di tempo ma non riesce a tenere più alta la tensione e sembrare girare un pò in circolo. Questione di pochi minuti perchè dopo una sequenza dove la regia di Murphy mostra il suo meglio, arriva al sospirato e doloroso finale.
Un enorme plauso va fatto al cast di grandi attori che mantengono vivo l'interesse e alte le emozioni per tutta la durata. Da Paul Bettany, bravo in tante piccole cose, in piccole mosse, come quando sfiora il volto della piccola Angela sotto il lenzuolo, a Mark Strong, sempre munito di grande classe (perchè ha fatto quella robetta di Kick Ass?), passando per Stephen Graham, sempre una delizia in lingua originale e per una volta il "debole" della situazione, e Brian Cox nella parte del padre smemorato.

Insomma, il periodo è fiacco, ma Blood merita di certo una scappata al cinema. E' un dramma intenso, con una solida e coesa sceneggiatura e un cast di grandi professionisti prima che nomi. Per giunta è ambientato in un paesaggio inglese freddo come non mai (e anche molto affascinante), l'ideale per sbollentare queste infernali serate estive.

1 commento:

  1. Visto Venerdì sera al cinema, sottoscrivo tutto.

    Pensavo di essere l'unico a cui era piaciuto XD

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