domenica 26 maggio 2013

La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino

Nelle sale dal 21 maggio e in concorso al 66esimo festival di Cannes.

Cara nonna Isotta,
ti scrivo questa lettera per raccontarti di quel mio viaggetto a Roma che ho fatto recentemente. Nella capitale c'ero stato molte altre volte, ma una volta in più non guasta mai, vero? Sono andato perchè tentato da questa offertona della Sorrentino Line, una compagnia di bus molto quotata anche all'estero che proponeva il pacchetto "La Grande Bellezza", comprendente un tour di due ore e mezza (ma che poi si sa, sono sempre di più) della città, con soste organizzate nei punti più famosi e in quelli più nascosti. Per 8-9 euro, dipende da chi fai il biglietto, e senza l'extra 3D che tanti ti piazzano dappertutto, mi sembrava un'occasione irrinunciabile.
Che poi, la Sorrentino, l'avevo già presa per un tour in America, un viaggione da New York allo Utah tipo, pure bello eh, perchè i paesaggi erano proprio da cartolina e la guida, era tanto simpatica, con quella faccetta un pò così, ma che alla fine del viaggio dicevi "Embè, ma tutto qui?". Insomma non è che ti lasciasse tanto dentro oltre quei bei scorci.
Siamo partiti di mattina e con me c'erano anche tanti romani che volevano provare l'ebrezza di vedere la città da turisti. Proprio loro sono sbottati quando sulla fiancata del pullman pronto a partire abbiamo intravisto una grossa scritta, diverse frasi tratte da Viaggio al termine della notte di Cèline. "Annamo bene, annamo, mò vuoi vedè che parlano di nuovo tutti i personaggi per aforismi come quel Divo", hanno commentato.
Prima tappa al gianicolo con tanto di colpo di cannone. Vedessi quanti giapponesi c'erano, tutti con la macchinetta, come te li immagineresti. Poi c'hanno portato a sta mega festa che più che un party pareva uno spot della Martini. In pratica a sta festa c'era tappezzato da tutte le parti -che dopo un pò dà pure fastidio- decadenza, persone vuote, dissolutezza, cafonaggine, barocco. Qui c'hanno presentato la nostra guida, Gep Gambardella, uno giornalista ex scrittore. La festa è sua, per i 65 anni. Gep c'ha la classica faccia da schiaffi, e anche di gomma, ma nonostante sia una faccia che si fa vedere un pò troppo e che non azzecca proprio sempre tutte le volte che decide di mostrarsi, è così bravo e simpatico che alla fine te lo fai piacere.
Gep si è presentato attaccando sin da subito con queste frasi, con questa filosofia spiccia, gigante tra i suoi invitati al compleanno. Cita grandi autori europei, Celine, Flaubert, Dostoevskij -"Hu come la Poline de Il giocatore!"- e le persone gli muoiono attorno come mosche, stecchite dalla sua magniloquenza.
Quando Gep partiva con le sue tiritere, rovinava tutto il gusto della nostra gita. Apriva queste enormi parentesi con cardinali, spogliarelliste, Isabelle Ferrari, artisti del cavolo, e noi che volevamo vedere Roma o per lo meno seguire il percorso organizzato -ma poi c'era?- dovevamo starci (stacce rmn.) e subire un altro pippotto. 
Sorrentino, presente, appariva ogni tanto, a ridestare il gruppo, facendoci scoprire punti inaccessibili di Roma, irrintracciabili, e a cospargere tutto di mistero, di surreale, anche quando non c'era alcuna necessità. Tutto bello da vedere, il bus volava sui tetti di Roma, poi andava anche sull'acqua del Tevere, ma sembravano più esercizi di guida, di stile, al punto da risultare inutili. 

Passavamo poi da una festa all'altra dove c'era sempre la stessa gente, le stesse facce, lo stesso vuoto e gli stessi problemi. Tutti infelici, tutti alla ricerca non tanto della bellezza ma della normalità, senza sempre dover apparire come qualcosa che non si è, e magari ogni tanto stare a casa a guardare la tv, piuttosto che andare d qua e di la a fare presenza. Io però alla terza festa di fila m'ero già rotto le scatole e sinceramente dei problemi dei ricchi cafoni me ne facevo anche a meno.
Perchè, abbiamo capito che vuoi renderli macchiette, delle maschere, esagerare i difetti, ma sembrava di assistere a un tour parodia, con attori da teatro sperimentale e dialoghi al limite della commedia dell'assurdo -"Oggi nel jazz va la scena etiope". E quando compare Dario Cantarelli, sei sicuro che sia una presa in giro. Tanto più che la cafona del gruppo, Romina, è la vera coscienza, l'unica a capire e condannare -co' 3 G.
Il viaggio proseguiva a strattoni nonna, sempre, non ci fermavamo mai troppo in un posto, saltavamo subito in un altro e lasciavamo persone e personaggi che dopotutto poco avevano da dire. Tutto questo sali e scendi dal bus, e inchioda, e parti, l'ho trovato insopportabile. Anche perchè quando Sorrentino voleva fermarsi a un angolo, tendeva a sottolineare didascalicamente alcuni concetti sui monumenti o sui personaggi, in maniera sufficientemente tediosa da far sbuffare tutti quanti.
Tra i miei colleghi di viaggio, quelli rimasti svegli, c'era chi si chiedeva quale fosse il senso, il perchè di certe scelte. Non penso sia stato così difficile capire quel percorso dissestato, in quanto viene strillato dall'inizio alla fine a intervalli regolari. 
Quando tornavamo sul bus, iniziava la classica vendita di pentole e prodotti per la cucina, sai per ripagarsi le spese, visto che abbiamo pagato poco. Solo che stavolta hanno tentato di venderci altra roba, e platealmente. La Martini di nuovo, la Peroni, poi alcune scenette tipiche da spot, a cui mancava solo il prodotto e lo slogan alla fine, come quando passeggiavamo a lume di candela in vecchi palazzi e ti aspettavi da un momento all'altro un profumo francese che sbucava fuori, o come quando ci aggiravamo la notte, per una Via Del Corso deserta e ti aspettavi una Lancia Y tutta metallizzata che spuntava da un incrocio con tanto di prezzo chiavi in mano.
Altre volte sembrava di essere dentro a un video musicale di grande livello, di quelli lunghi 10 minuti con un grande regista dietro. Immagini suggestive, ralenty, suoni, sguardi, eh...solo che la musica non partiva mai, la band non suonava e invece tornava Gep e ne diceva una delle sue. 
La musica però c'era. Dagli altoparlanti sparavano a mille queste sinfonie celestiali, tipo canti religiosi, molto belle, forse la cosa migliore del tour. Scommetto che l'addetto ai dischi deve essere stato influenzato da un certo Malick, tanto che io sta gita l'avrei chiamata "'A pianta da'a vita" più che la grande bellezza. Le musiche cozzavano tuttavia con alcuni quadretti, creando un mix geniale o assurdo tra sto albero e la vacanza-marchetta di un americano di qualche anno fa.
Assieme a queste c'erano le canzonette delle festicciole, anche della Carrà, di cui tu vai pazza, e che sono giorni che non mi levo dalla testa, accidenti. "A far l'amore comincia tu! Ahhh ahhh". 
Eh c'era pure Venditti! Ti giuro, mancava la partita della Roma col pupone, magari un bel derby, per fare la cartolina stereotipata perfetta. D'altronde abbiamo visto e sentito anche molti romani coi loro "Li mortacci", "Te possino ammazzatte", "Ha rotto li cojoni".

Mi ha ricordato tutto un pò quel viaggio che facesti tu ai tempi. Lo ricordo dalle tue parole e dalle foto. Mi pare che tu a Roma ci andasti nel 1960 con la Guide Fellini e il pacchetto "La Dolce Vita". Sai tante cose si assomigliano, nonostante la Sorrentino neghi tutto, dalla guida principale, all'itinerario, anche una certa imitazione della direzione -e c'è pure la nana. Alcuni mi hanno detto "eh quelli erano altri tempi, non si possono creare oggi". Io penso che non sia quello il problema, una visita guidata la puoi fare su quello che vuoi ma lo scimmiottamento, la ricerca dell'assurdo, il collage pasticciato di tante cose, le frasi fatte e il quadro della romanità e dell'italianità oggi, senza un filo conduttore, un vero programma ragionato a priori, rimangono solo belle immagini, da cartolina, degli spot.
Manco la cartina c'hanno dato.
Mi è venuto anche in mente che nei giorni prima di partire, avevo visto dei brevi spezzoni, dei filmatini che mostravano più o meno quello che il tour sarebbe stato. E a ripensarci bene, bastavano quelli. Tutto quello che abbiamo visto e fatto nel tour erano già lì. Ma perchè allora farlo così lungo? Così strascicato?
L'unico che si salva, in tutti i sensi, è Romano, un romano de Roma, l'unico vero romano, stanco della sua città e che abbandona lei e il tour, lasciando un ricordo piacevole con un pò di umorismo. Solo verso di lui si ha un pizzico di empatia e simpatia. Ha frignato tutto il tempo, ma alla fine ha avuto il coraggio di andarsene.
C'erano anche dei turisti francesi con noi, direttamente da Cannes. Loro erano contenti, soddisfatti, -forse perchè hanno delle quote nella compagnia- ma non erano poi così convinti, nel caso, metti, si debba dare un premio al tour o alla Sorrentino se glielo darebbero. Dicono che quest'anno decide un americano, vedremo.
Ah! A proposito di Francia, abbiamo pure visto Fanny Ardant! Così di sfuggita. Ma era lei? Non era lei? Non ha neanche importanza e poi pochi hanno davvero capito.
Alla fine sono tornato a casa da una lunga, interminabile giornata davvero stanco e abbastanza insoddisfatto da quello che mi è stato proposto. Deluso dal tour operator, pretenzioso e ingiustificatamente elevato e ricercato letterariamente. La Sorrentino Line è caduta di nuovo negli stessi errori di quel viaggio in America; svolge un ottimo lavoro per la pro loco locale ma manca di contenuti, e forse questo è un bene, così le gente andrà a vederseli per conto suo certi posti. E' un grande autista, conosce tutte le strade e come raggiungerle,  e questo già la sapevamo, ma qualcuno dovrebbe affidargli una guida a piedi o uno scrittore, perchè non può fare entrambe le cose, pare ormai evidente.
Rimango certo tuttavia di una cosa; Roma è la vera grande bellezza.
Ciao nonna.

PS: va bene tutto ma la giraffa e i fenicotteri fatti al computer fan proprio cagare.

1 commento:

  1. Un film che mi è piaciuto a sprazzi.

    Indubbiamente Sorrentino aveva un'idea in mente sulla sceneggiatura, ma si perde continuamente in virtuosismi, sinceramente, inutili. Alcune scene potevano essere tagliate in tronco senza che il film ne risentisse minimamente.

    Quello che mi è piaciuto è il personaggio. Toni Servillo è bravo ad immedesimarsi nei ruoli che gli danno e questo non fa eccezione.
    Alcuni monologhi sono interessanti, vedi quello sul funerale per esempio o quello che fa al personaggio di Stefania. Non lo so, troppo poco.

    Alla fine il film sulla Grande Bellezza, non è altro che un film sul nulla, impresa ardua da realizzare, ma che Sorrentino ha provato a fare con tantissimi virtuosismi, ripeto, e pochi spunti interessanti (ma ci sono indubbiamente).

    La Santa Maria è inquietante, e non aggiungo altro. Fatele fare la protagonista in un film horror!!!! Anche alla Ferilli! (no vabbè dai, scherzo, rimane sempre una signora milf! :D)

    P.S.: 1 ore e mezza di fila per vedere questo film ieri sera (un Martedì qualsiasi), e tu pensi che con "Solo dio perdona" e "La Grande Bellezza" ci può stare. Poi scopri che il 99% delle persone sono in fila per vedere una "Notte da leoni 3" e la tristezza ti assale inesorabilmente....

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