Quindi, messi da
parte rancori personali e filippiche sulla questione remake, passiamo
oltre: La Cosa è stato pubblicizzato e venduto fin da subito come
prequel, e tutti abbiamo subito capito dove sarebbe andato a parare,
ovvero le vicende della base norvegese vista nel film di Carpenter. E
qui finisce lo sforzo creativo dietro questa operazione commerciale;
fare un remake, perché stringi stringi di remake si tratta, e
giustificarlo nel modo più comodo possibile. Una buona idea che da
sola non basta, perché in fondo sapere cos'è successo ai norvegesi
non ci interessa, lo abbiamo già visto, perché Carpenter con grande
eleganza ce lo ha raccontato attraverso le immagini, attraverso quei
corpi bruciati immersi nel silenzio dei ghiacci, e dopo scene così
non c'è nient'altro da dire.
Allora non
rimaneva che scrivere e dirigere un prodotto degno, o magari fare un
bell'esercizio di stile, ma senza girarci troppo intorno vi dico
subito che La Cosa non ci riesce, ma che ve lo dico a fare ? Molti di
voi lo avranno già visto da mesi visto che la data di uscita nelle
sale veniva trascinata avanti da un anno.
Per quanto mi
riguarda si storce il naso fin da subito, entri in sala, ti metti
comodo e ti aspetti subito di vedere un bel branco di norvegesi
barbuti e festaioli, e invece no, bisogna subito americanizzare la
spedizione perché altrimenti gli spettatori non si immedesimano,
serve la scienziata bella e intelligente che mette tutti in riga,
perché gli uomini, e soprattutto gli uomini non americani, sono
tutti irreparabilmente stupidi. Non chiedevo un film in norvegese con
i sottotitoli, però...
Altra
stonatura è proprio la primissima scena, un veicolo che macina
chilometri sul ghiaccio in cerca di un segnale sconosciuto,
suggestivo, di colpo il ghiaccio sotto di lui si spezza e lo fa
sprofondare, sotto di lui c'è un astronava colossale tutta
luccicante. Eccola qui, l'adrenalina, l'effettone, la soluzione per
chi non è in grado di creare e gestire un minimo di atmosfera,
eppure a volte basta mostrare il ritrovamento di un filmato a bassa
qualità su un gruppo di scienziati che si tengono per mano intorno a
una sagoma scura nel ghiaccio, di nuovo immagini che dicono tutto.
Invece Matthijs van Heijningen Jr. ti deve sbattere in faccia
l'astronave, perché evidentemente per lui questo è l'unico modo per
tenere desta l'attenzione dello spettatore.
Cito questa scena in particolare perché
tutto il film è così, più che l'originale di Carpenter ricorda
l'omonimo videogioco uscito qualche anno fa, uno sparatutto in terza
persona piuttosto frenetico.
All'inizio infatti succede
l'impensabile, la creatura ci viene mostrata subito, salta fuori dal
ghiaccio, divora un uomo e viene arrostita a dovere,
molta azione, forse troppa. Poi c'è l'inevitabile autopsia, nella
creatura c'è il corpo della vittima ma anche una placca di titanio
per uso chirurgico, fuori dal corpo. Insomma la creatura non riesce a
replicare materiali non organici, da qui la trovata per il test, chi
ha delle otturazioni non può essere un alieno. Una bella idea, forse
una delle poche in tutto il film, peccato che metà dei protagonisti
abbia problemi dentali.
Purtroppo
la fase d'incertezza dura poco, perché la creatura non vede l'ora di
mostrarsi e di massacrare tutti. Nel film del 1982 era il membro di
una specie letale che tentava di sopravvivere, qui diventa
immediatamente un predatore nella concezione umana del termine, un
bestione che punta le sue vittime e le carica a testa bassa. Lì la
scelta di mostrare la creatura era l'occasione per mostrare quei
memorabili effetti speciali, qui invece anche questo aspetto lascia a
desiderare. La CG renderà anche le cose più semplici ma senza
creatività serve a poco, e infatti gira e rigira La Cosa assume
sempre le stesse forme, le solite bocche dalla forma vaginale
stracariche di denti da cui spuntano tentacoli e antenne; non si ha
per niente la sensazione di osservare un alieno che ha attraversato
l'universo divorando e imitando abitanti di galassie lontanissime,
quando va bene diventa una pallida copia dell'originale, quando va
male sembra semplicemente un mostro prodotto dalla Umbrella
Corporation. L'impressione è che abbiano solo cercato di deformare
forme che conscevano già invece di provare a crearne di nuove e
sconosciute.
E
poi, a costo di passare per nostalgico, devo precisare che questa CG
per quanto discreta non ha proprio nulla a che vedere con i make-up
artigianali di Rob Bottin, manca proprio di concretezza, basta
pensare a cosa hanno rappresentato quegli effetti allora e a cosa
rappresentano questi oggi, un'impatto decisamente meno significativo.
Manca
il mistero, manca la tensione che scaturisce dalla diffidenza
reciproca dei personaggi, e, cosa più grave, manca il fascino
minaccioso dell'Antartide dove il gelo ti congela i baffi e ti
scarica addosso bufere di neve che azzerano la visibilità e
nascondono nel buio un assassino senza forma.
E
ancor più grave, la colonna sonora è totalmente anonima, non
accresce la tensione e non la sottolinea, praticamente potrebbe
benissimo non esserci, e la cosa diventa abbastanza deprimente se si
pensa a cosa combinava quel geniaccio di Carpenter con le sue musiche
o con quelle di Morricone.
P.S. Il collegamento tra il finale di questo prequel e il memorabile inizio dell'originale è una forzatura sfacciatissima, chi ha visto i titoli di coda capirà.
Intrinseco
Uno di quei pochi film che vorrei dimenticare di aver visto, per non vederlo mai più
RispondiEliminaQuale film ?
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