giovedì 26 luglio 2012

L'immondo profondo #7: Dan O'Bannon Parte 1


Magari molti di voi lo conosceranno già molto bene, ad altri il suo nome farà suonare qualche campanello, altri ancora probabilmente non ne hanno mai sentito parlare, fatto sta che Dan O'Bannon tra le tante cose è stato anche lo sceneggiatore di Alien, motivo per cui si merita un posticino di riguardo nella storia del cinema e un piccolo spazio in questa rubrica. Più che parlarvi degli anni di Alien però preferisco fare una piccola panoramica sulla sua vita, perché la prima parte della sua carriera da un certo punto di vista è ancora più interessante.
Dan O'Bannon nasce a St. Louis nel Missouri il 30 settembre 1946, da bambino passa il tempo a divorare racconti fantascientifici e fumetti horror, e probabilmente sono proprio quelle storie ad influenzare lui come tanti altri registi della sua generazione. Queste letture sono un forte impulso per la sua creatività e Dan sviluppa molto presto un interesse per la scrittura e per il modellismo, passioni che a loro volta lo spingono ad intraprendere una carriera nel mondo dell'arte. Prima studia disegno e pittura alla Washington University e poi viene ammesso alla University of Southern California, e qui avviene il fatidico incontro con il destino; Dan stringe subito amicizia con un compagno di corso appassionato di cinema che un giorno gli propone di recitare in un progetto cinematografico da presentare come esame finale. Dan accetta, ma pretende di partecipare anche alla stesura della sceneggiatura e alla realizzazione degli effetti speciali. Il compagno accetta e i due studenti si mettono subito al lavoro su una sceneggiatura fantascientifica, la storia che avevano in mente però si trasforma molto presto in qualcosa di completamente diverso, una sorta di parodia della fantascienza cinematografica classica. Il progetto si intitola Dark Star e il giovanotto in questione si chiama John Carpenter.
I due studenti squattrinati faticano sempre di più a mettere insieme i soldi necessari per il set e le altre spese, così quello che doveva essere un progetto a breve termine si trascina per più di quattro anni. Quando il mediometraggio è finalmente completato Dan festeggia tagliandosi i lunghi capelli, ma per ironia della sorte poco dopo si fa avanti un investitore che si offre di finanziare il progetto affinché diventi un lungometraggio. I due studenti si rimettono a lavoro e Dan finisce di girare le sue scene con una bella parrucca.
Nel 1974 Dark Star arriva addirittura nelle sale cinematografiche ma il risultato è molto deludente, forse perché viene pubblicizzato come una normale pellicola fantascientifica mentre in realtà è un prodotto particolarissimo che riesce ad omaggiare contemporaneamente due capolavori di Stanley Kubrick piuttosto diversi, 2001 Odissea nello spazio e Il Dottor Stranamore. E qui apro una doverosa parentesi per consigliarvi il film in questione, divertente e particolarissimo, non dovrebbe nemmeno essere troppo difficile da trovare.
A questo punto si verifica un'altra svolta importantissima, dopo quattro anni di convivenza e collaborazione i due amici si separano. Anzi, secondo la versione di O'Bannon è Carpenter a tagliare definitivamente i ponti per prendersi tutto il merito del progetto, e lo fa con una telefonata.
Ora, permettetemi di sollevare le giuste perplessità: non dico che Carpenter sia un santo e non nego che possa aver fatto il furbacchione, però queste sono pur sempre le accuse di un ragazzo che ha visto un amico arrivare ad Hollywood molto prima di lui, e leggendo le interviste di O'Bannon è difficile non captare un po' di condivisibilissima invidia. E poi diciamo le cose come stanno, O'Bannon avrà anche scritto la sceneggiatura di Alien, ma Carpenter è Carpenter, e a me basta uno solo dei suoi film a giustificare un gesto da infame come questo, ammesso che sia mai accaduto.

Ecco questa doveva essere un'introduzione ma mi sono dilungato abbastanza, quindi mi lascia la parte più succulenta per la prossima volta. Si parlerà sempre di Dan O'Bannon ma anche di Il ritorno dei morti viventi, Alien, Hans Ruedi Giger e Mario Bava.

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