Magari molti di
voi lo conosceranno già molto bene, ad altri il suo nome farà
suonare qualche campanello, altri ancora probabilmente non ne hanno
mai sentito parlare, fatto sta che Dan O'Bannon tra le tante cose è
stato anche lo sceneggiatore di Alien, motivo per cui si merita un
posticino di riguardo nella storia del cinema e un piccolo spazio in
questa rubrica. Più che parlarvi degli anni di Alien però
preferisco fare una piccola panoramica sulla sua vita, perché la
prima parte della sua carriera da un certo punto di vista è ancora
più interessante.
Dan O'Bannon nasce
a St. Louis nel Missouri il 30 settembre 1946, da bambino passa il
tempo a divorare racconti fantascientifici e fumetti horror, e
probabilmente sono proprio quelle storie ad influenzare lui come
tanti altri registi della sua generazione. Queste letture sono un
forte impulso per la sua creatività e Dan sviluppa molto presto un
interesse per la scrittura e per il modellismo, passioni che a loro
volta lo spingono ad intraprendere una carriera nel mondo dell'arte.
Prima studia disegno e pittura alla Washington University e poi viene
ammesso alla University of Southern California, e qui avviene il
fatidico incontro con il destino; Dan stringe subito amicizia con un
compagno di corso appassionato di cinema che un giorno gli propone di
recitare in un progetto cinematografico da presentare come esame
finale. Dan accetta, ma pretende di partecipare anche alla stesura
della sceneggiatura e alla realizzazione degli effetti speciali. Il
compagno accetta e i due studenti si mettono subito al lavoro su una
sceneggiatura fantascientifica, la storia che avevano in mente però
si trasforma molto presto in qualcosa di completamente diverso, una
sorta di parodia della fantascienza cinematografica classica. Il
progetto si intitola Dark Star e il giovanotto in questione si chiama
John Carpenter.
I due studenti
squattrinati faticano sempre di più a mettere insieme i soldi
necessari per il set e le altre spese, così quello che doveva essere
un progetto a breve termine si trascina per più di quattro anni.
Quando il mediometraggio è finalmente completato Dan festeggia
tagliandosi i lunghi capelli, ma per ironia della sorte poco dopo si
fa avanti un investitore che si offre di finanziare il progetto
affinché diventi un lungometraggio. I due studenti si rimettono a
lavoro e Dan finisce di girare le sue scene con una bella parrucca.
Nel 1974 Dark Star
arriva addirittura nelle sale cinematografiche ma il risultato è
molto deludente, forse perché viene pubblicizzato come una normale
pellicola fantascientifica mentre in realtà è un prodotto
particolarissimo che riesce ad omaggiare contemporaneamente due
capolavori di Stanley Kubrick piuttosto diversi, 2001 Odissea nello
spazio e Il Dottor Stranamore. E qui apro una doverosa parentesi per
consigliarvi il film in questione, divertente e particolarissimo, non
dovrebbe nemmeno essere troppo difficile da trovare.
A questo punto si
verifica un'altra svolta importantissima, dopo quattro anni di
convivenza e collaborazione i due amici si separano. Anzi, secondo la
versione di O'Bannon è Carpenter a tagliare definitivamente i ponti
per prendersi tutto il merito del progetto, e lo fa con una
telefonata.
Ora, permettetemi
di sollevare le giuste perplessità: non dico che Carpenter sia un
santo e non nego che possa aver fatto il furbacchione, però queste
sono pur sempre le accuse di un ragazzo che ha visto un amico
arrivare ad Hollywood molto prima di lui, e leggendo le interviste di
O'Bannon è difficile non captare un po' di condivisibilissima
invidia. E poi diciamo le cose come stanno, O'Bannon avrà anche
scritto la sceneggiatura di Alien, ma Carpenter è Carpenter, e a me
basta uno solo dei suoi film a giustificare un gesto da infame come
questo, ammesso che sia mai accaduto.
Ecco questa doveva essere un'introduzione ma mi sono dilungato abbastanza, quindi mi lascia la parte più succulenta per la prossima volta. Si parlerà sempre di Dan O'Bannon ma anche di Il ritorno dei morti viventi, Alien, Hans Ruedi Giger e Mario Bava.
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