Visualizzazione post con etichetta documentario. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta documentario. Mostra tutti i post

venerdì 14 agosto 2015

Locarno 68 – I genitori visti da un figlio e da una figlia (documentaristi). Futebol, No Home Movie

Al  Concorso Internazionale di Locarno 68 erano candidati molti film che potremmo dire viaggiavano in coppia, per i più svariati motivi. I due asiatici, infilati negli ultimi giorni come da tradizione, i due Americani, i due maestri del cinema europeo (Zulawski e Ioseliani) e i due documentari, No Home Movie di un colosso del cinema sperimentale come Chantal Akerman e O futebol del brasiliano Sergio Oksman.

Due opere molte simili per il soggetto, il rapporto con un proprio genitore anziano,  ma totalmente diversi per l’approccio e lo sviluppo.

martedì 21 aprile 2015

Citizenfour di Laura Poitras

Al cinema dal 16 aprile
Vincitore Oscar 2015 per il Miglior Documentario

Trama: La regista Poitras viene contatta da un misterioso personaggio che si nasconde dietro il nome Citizenfour. Si tratta di Edward Snowden, un tecnico della NSA pronto a rivelare in che modo il governo americano viola ogni giorno la privacy di milioni di cittadini, senza alcun motivo. Il documentario segue i giorni in cui le rivelazioni di Snowden diventano di dominio pubblico.

Citizenfour è il terzo capitolo di una trilogia sull'America post 11 settembre a firma di Laura Poitras (gli altri due sono My country my country (2006) sulla guerra in Iraq e The Oath (2010) sulla prigione di Guantanamo), regista impegnata e che proprio a causa di queste pellicole scomode, si è trasferita a Berlino in pianta stabile. Sarà proprio su consiglio di Snowden, ancora whistleblower (non esiste una traduzione fedele in italiano, in quanto il termine vago spia, è denigrante) anonimo nascosto dietro mail criptate, che deciderà di lasciare il suo paese natale.
Citizenfour ha la sfortuna di uscire tardi, ovvero quando tutto il polverone legato a Snowden, non che sia esaurito e dimenticato, ma si è sicuramente attenuato. Purtroppo la memoria media è sempre molto labile su cose fatte volutamente passare nel dimenticatoio dopo poco tempo. Eppure la sua forza e i suoi molti pregi sono ancora vividi rendendolo un documentario dall'importanza enorme.

domenica 27 aprile 2014

The Search for Weng Weng di Andrew Leavold

Speciale Far East Film Festival 16.

Andrew Leavold è un pazzo, e chiunque lo conosce ve lo può confermare. Andrew è un movie geek australiano, un patito di cinema all'ultimo stadio, uno che se incontrasse Tarantino ne verrebbe fuori una discussione interessantissima che durerebbe anni (e hanno in comune anche il medesimo backgound da videonoleggio). E' talmente esperto di cinema che avendo visto tutto quello vale la pena vedere e che è conosciuto a tutti, si è dato ai b-movies di più infimo livello. Si è così imbattuto in un paio di film filippini strani quanto spettacolari; uno era The Impossible Kid e l'altro For Y'ur Height Only. Il secondo è addirittura una parodia dei film di James Bond. Protagonista di entrambi è Weng Weng un attore adulto alto 90 cm -guai chiamarlo nano. I film sono davvero spassosissimi, con il nostro piccolo agente segreto 00 alle prese con super criminali, sparatorie, esplosioni e naturalmente tante focose amanti.
Leavold, che ricordiamo, è pazzo, si è innamorato talmente di Weng Weng che ha deciso di partire alla volta delle Filippine per trovarlo o per lo meno per coprire qualcosa su di lui, come il vero nome, cos'altro avesse fatto etc... Tranquilli se non avete idea di chi sia sto Weng Weng, neanche nella sua patria d'origine se lo ricordano più in tanti. Leavold alla fine ci ha messo 7 anni, ma ha scoperto tutto quello che era possibile scoprire e ne ha tirato fuori questo bellissimo documentario su uno dei più grandi eroi sconosciuti dell'exploitation.

sabato 22 marzo 2014

The Imposter - L'Impostore di Bart Layton


Nelle sale dal 20 marzo*.

1994, San Antonio, Texas. Nicholas Barclay, 13 anni, esce di casa un pomeriggio per andare a giocare a basket al campetto. Nessuno della sua famiglia ha il tempo o il modo per andarlo a prendere e il ragazzo scompare misteriosamente.
1997 Linares, Spagna. Da una cabina telefonica arriva una misteriosa segnalazione alla stazione di polizia locale, da parte di due turisti americani. Hanno trovato un ragazzino, un connazionale, solo e impaurito. Quando la polizia va a verificare, trova solamente quest'ultimo. Dopo varie ricerche si scopre che si tratta proprio di Nicholas, rapito e sottoposto a violenze fisiche e sessuali, per 3 anni e mezzo dai suoi ignoti aguzzini. Viene subito avvisata la famiglia che corre a riprenderselo, ma qualcosa non funziona, in quasi quattro anni Nicholas è cambiato molto, persino troppo. Alcune cose possono essere spiegate dal passaggio dalla pubertà all'adolescenza, altre dal terribile trattamento a cui è stato sottoposto, ma molte non trovano alcuna spiegazione logica. Nicholas presenta dei connotati diversi, colore di occhi e capelli totalmente cambiati e uno strano accento non molto anglofono. Inoltre sembra molto più maturo di un normale diciassettenne. Eppure la famiglia lo riaccoglie senza battere ciglio, per loro quello è decisamente Nicholas. Che cosa c'è realmente sotto, qual'è la verità? 

giovedì 8 agosto 2013

Omaggio a Jacqueline Veuve - Locarno66

Appellation Suisse presentato da Swisscom.

Il Festival di Locarno ha dedicato il pomeriggio di oggi al ricordo di Jacqueline Veuve, prolifica documentarista svizzera scomparsa all'età di 83 anni lo scorso aprile. Alla presenza del marito e del suo capo operatore Hugues Ryffel sono stati proiettai due suoi lavori: il cortometraggio Les Frere Bapst, charretiers (I fratelli Bapst, carrettieri) e il mediometraggio La Petite Dame du Capitole, rispettivamente del 1989 e del 2005.
Il primo raccconta una tipica giornata di lavoro invernale dei fratelli Bapst, Romain, Maurice e Jacques, nella loro casa di La Roche, nel canton Friborgo. Durnate i mesi freddi tagliano la legna e la trasportano a valle sulla loro slitta trainata da cavalli.
Il lavoro certosino, gli sforzi fisici immani dei fratelli e dei loro splendidi animali, il clima ingeneroso, rendono ogni spedizione un'avventura ma anche un'occasione per scherzarci sopra. Le riprese, come ha raccontato Ryffel, sono state condotte da lui personalmente con ampia libertà, mentre la Veuve si trovava a valle pronta per montarle nel miglior modo. La voce fuori campo (un classico di Veuve) di uno dei fratelli, racconta e descrive ogni passaggio del complesso processo.

domenica 9 giugno 2013

Il bianco e il nero #41: I sottogeneri del Noir - Il Docu-noir

Ok, fin qui semplice. Riconoscere un film noir sembra un gioco da ragazzi. Abbiamo capito lo stile, le riprese, gli elementi principali e i suoi protagonisti. Quindi quando manca qualcosa delle cose appena elencate non è un noir, o meglio, magari ne può mancare uno o due ma non di più, giusto? Sbagliato. 
E' ben più complicato di quanto sembra. Per esempio, una sorta di documentario, può essere un noir, un classico film di evasione (letteralmente) lo potrete trovare catalogato sotto noir, idem per certi drammi storici o quei film che hanno tutto per essere dei gialli ma che invece non lo sono. Va bene, l'ho detto, non è semplice -e forse neanche importante, anche io non amo molto catalogare e etichettare- ma nelle prossime puntate cercherò di rendere la nebbia meno fitta analizzando i sottogeneri e dedicando alcuni numeri interi a un film particolare per volta, quelli che mai avreste giurato che sono noir.
Oggi tocca al docu-noir, a metà tra un film e un mockumentario.

Una delle caratteristiche del noir è proprio quella di essere terra terra, realistico, di parlare di cose concrete e reali e quindi di parlare del quotidiano, della società in cui viviamo ogni giorno. Certo il lato oscuro, quello che non vediamo, quello che si nasconde nel sottosuolo, che esce la notte e che si nasconde nei vicoli bui. 
Molto spesso dentro queste pellicole c'è una amara quanto sincera analisi sociologica e antropologica, degna di un documentario. Non è un caso che queste pellicole fossero viste malamente dai benpensanti, quelli dei telefoni bianchi, quelli con la paura dei rossi, quelli che guai criticare la pura e florida America.
E siccome questi erano una buona fetta di pubblico, anche le major (e ne abbiam già parlato) preferivano evitare di fare questi film "scomodi" e dall'incasso incerto e potenzialmente nullo.
Intanto in Europa una certa guerra stava finendo e il cinema tornava a respirare oltre che a far uscire i film realizzati sotto i bombardamenti e in gran segreto. Capolavori come Paisà (1946), Ladri di biciclette (1948), Germania anno zero (1948) e Roma città aperta (1945) raccontavano di un Italia distrutta dal conflitto mondiale e della difficile ripresa e ritorno alla vita normale. Girati con pochi soldi, in esterni -ovviamente impensabile girare negli studios- con attori non professionisti e con tecniche nuovissime, improvvisate, furono i primi grandi mattoncini de il neorealismo.
Quando arrivarono in America furono una piacevolissima scoperta. Si possono fare film, bellissimi, con due lire. Non siamo più schiavi di pubblico e produttori. Dopo l'espressionismo tedesco e il realismo poetico francese, il neonato genere americano viene così influenzato da una nuova corrente, il neorealismo italiano.

I noir cominciarono a distaccarsi dai romanzi, hard boiled e non, e iniziarono ad attingere da fatti di cronaca tratti da giornali, riviste e archivi aperti al pubblico. Le scene girate in studio vennero montate con quelle girate in esterni, nelle grandi città americane. In Chiamate Nord 777, ispirato a un articolo del Chicago Time, si narra la storia dle reporter P.J. McNeal (James Stewart), che tenta di difendere una donna delle pulizie il cui figlio è stato ingiustamente arrestato. Ne La città nuda (1948) il narratore riassume il tono documentaristico nella nota frase "Vi sono otto milioni di storie nella città, ed eccone una".