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lunedì 8 aprile 2013

Il bianco e il nero #32: Scandals of Hollywoodland. Episode I: Homicides

Suicidi, stupri, figli illegittimi, omicidi avvolti dal mistero, tendenze sessuali deviate... in una parola scandalo. Ad Hollywood nel suo periodo d'oro e non, sono sempre successe le peggio cose e nella maggior parte dei casi, nessuno ha mai scoperto la verità se non a distanza di anni e anni. Feste sregolate, uomini senza ritegno e con poteri tali di insabbiare di tutto ma anche povere anime arrivate in una terra spietata e insensibile, imbrogli e simulazioni. 
Dietro alle dive e ai divi perfetti modelli di vita, ai set luccicanti e ai ristoranti di lusso c'era un mondo sotterraneo nero come la notte. Alcune storie forse le conoscerete, altre sarò felice di portarvele a conoscenza. Dagli scatenati anni 20 fino ai più moderati anni 50, lanciamoci in questo viaggio nella peccaminosa città delle stelle. 
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Nel primo episodio mi dedicherò a due morti abbastanza strane, di due registi consegnati alla storia solo per la loro dipartita e non per la loro carriera. Ovvero,
-La volta in cui Chaplin andò tanto così, vicino al creatore.
-Fate largo sono dottore.
Due storie di cui non si sa con certezza come andarono le cose e allo stesso tempo di cui si sa fin troppo.
Nel prossimo episodio invece un paio di suicidi, struggenti in alcuni casi e pieni di mistero in altri.

Puntata numero uno: Episode I: Homicides.
Puntata numero due: Episode II: Suicides.
Puntata numero tre: Episode III: Sex.
Puntata numero quattro: Episode IV: Drugs.
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-La volta in cui Chaplin andò tanto così, vicino al creatore-
Se vi è mai capitato di leggere il romanzo Murder at San Simeon di Patty Hearst, vi sarete imbattuti in un giallo molto particolare. Uno yacht, gente molto ricca, un litigio d'amore, forse un triangolo amoroso, molta confusione e un morto. Forse, ma forse, degli spari. Patty Hearst porta un cognome che in America dice pure troppo. William Randolph Hearst, il nonno, fu un editore di grande successo. Così però non rende l'idea. Avete presente Murdoch? O in Italia Berlusconi (solo nel campo dei media, per carità)? Ecco Hearst era molto peggio, in quanto possedeva qualsiasi giornale o quasi (Cartello? Oligopolio? Altri tempi). Aveva un tale potere che controllava l'informazione pressochè totale di un intera nazione come gli Stati Uniti -leggi, controllava quindi ben oltre. Hollywood si è divertita più volte a parlarne o a inscenarne la sua figura, non ultimo Orson Welles in Quarto potere, quindi in qualche modo ne avrete di sicuro sentito parlare.

sabato 24 novembre 2012

Il bianco e il nero #24: L'impassibile Buster Keaton

*(causa impegni, lunghi viaggi e poco tempo, questa puntata andrà "in onda" in edizione breve).

"Il silenzio è degli dei: solo le scimmie ciaccolano".

Da discreto appassionato di film muti e fervente spettatore di commedie, uno dei miei attori (e registi) preferiti è il funambolico Buster Keaton. Con i suoi film riesce sempre a farmi spuntare un sorrisone a 32 denti e a spazzare via in un colpo tutte le delusioni di una giornata storta. La magia terapeutica del cinema! 
Aimè, Keaton è famoso si, ma vuoi perchè appartiene a quei "brutti filmacci senza audio" e vuoi perchè, normalmente viene eclissato dalla mole del collega Charlie Chaplin (anche lui silenzioso ma famoso anche e soprattutto per le pellicole sonore), non ha tutta quella gloria che meriterebbe, ed inoltre raramente il pubblico guarda interamente i suoi film. 
Con questo però non voglio sminuire Chaplin, un altro dei miei preferiti, nè voglio fare un'analisi delle diverse comicità dei due (forse più profonda e celebrale quella di Chaplin, mentre più fisica e malinconica quella di Keaton), voglio solo scrivere due righe su uno dei miei eroi e darvi dei link giusti.

Con una faccia simile si potrebbe pensare tutto di Keaton fuorchè sia un attore da commedia che ha fatto ridere milioni di persone e diverse generazioni. Eppure, senza mai fare la benchè minima espressione, è riuscito a firmare le più belle e divertenti pellicole della storia del cinema. Capolavori come Io e il ciclone, Io e la vacca, oppure Come vinsi la guerra, Calma, signori miei! ed ancora Il cameraman e Il navigatore sono in grado ancora oggi di surclassare commedie infarcite di grandi dialoghi e situazioni spassosissime. Grandi come Woody Allen, Orson Welles, e poi Maurizio Nichetti e Carmelo Bene hanno sempre sottolineato, e omaggiato talvolta, l'importanza di Keaton nel loro modo di fare cinema e di esprimersi. Molti invece hanno voluto lavorare con lui, come Wilder che l'ha inserito nel suo ritratto nostalgico del cinema del passato in Viale del tramonto, o Chaplin con cui ha fatto coppia nel celeberrimo Luci della ribaltà, o ancora Samuel Beckett nell'unico corto da lui scritto ed infine persino gli italianissimi Franco e Ciccio in Due marines e un generale.

domenica 1 luglio 2012

Il bianco e il nero #3: La scelta di Rossella O'Hara.


"David, meet your Scarlett O'Hara"

Vivien Leigh, Rossella
Nel 1937 il giovane produttore David O. Selznick in una lettera dettata alla sua segretaria declinava l'acquisto dei diritti del libro di Margareth Mitchell, Via col vento, a poche settimane dalla pubblicazione. Non lo convinceva pienamente e riteneva il costo, 65 mila dollari, davvero eccessivo. In pochi giorni però cambiò idea e riuscì a abbassare il prezzo a 50 mila dollari (che rimaneva comunque un record per l'epoca).
Selznick era il tipo che non perdeva mai, che superava ogni ostacolo, testardo, caparbio, attento e con l'eterna paura del fallimento (suo padre, uno dei fondatori del sistema degli studios finì sul lastrico).
Voleva trasformare Via col vento, che in breve tempo divenne un successo editoriale clamoroso, il film dei film, vincere l'oscar e vincere la scommessa di trasporre su pellicola quelle centinaia di pagine e personaggi.
Suo suocero, Louis B. Mayer, capo della MGM, glielo sconsigliò fin da principio. I film sulla guerra civile non funzionano e poi aveva speso uno sproposito, mentre lui con Il mago di Oz aveva speso pochissimo e era sicuro del successo. David però non gli badava e gli chiese in prestito il suo attore di punta, Clark Gable, per il ruolo del protagonista maschile, Rhett Butler. Mayer ci pensò su, sapendo che Gable non sarebbe stato entusiasta della cosa (anche se l'ultimo "prestito" gli portò un oscar per Accadde una notte).
Intanto Jack Warner, della Warner Bros. promise la coppia Bette Davis, la preferita del pubblico, e Errol Flynn, una pallida copia di Gable, in cambio dei diritti per la produzione. Selznick rifiutò e ottenne Gable dalla MGM. La Warner si vendicò facendo una versione tarocca e prematura di Via col vento, tale La figlia del vento (Jezebel) con Bette Davis e Henry Fonda.
Tutto sembrava sistemato, Gable era quello che il pubblico voleva, se si legge il romanzo, per Rhett Butler si immagina solo lui. Ma Rossella? Iniziò così una travagliata ricerca della durata di quasi due anni a metà tra una infinita e insensata pazzia e una fantastica trovata pubblicitaria, che portò a provinare 1400 aspiranti, di cui 400 arrivarono a leggere delle battute e 240 fecero un vero provino in costume.

Sempre nel 1937, una radio di Los Angeles indisse un sondaggio su chi dovessero essere Rhett e Rossella. Gable stravinse chiaramente, ma per Rossella c'era più gara. Prima era Bette Davis, seconda Katharine Hepburn (in lizza fino alla fine ma che Selznick definì "perfetta, se fosse un film di 8 anni fà"), terza Miriam Hopkins, quarta Margaret Sullavan, quinta Joan Crawford e sesta Barbara Stanwick. Tutte le altre seguivano con ampio distacco, tra cui alcune suggestive scelte: Mae West, Lana Turner, ZaSu Pitts e una certa Vivien Leigh, sconosciuta attrice inglese, con una sola preferenza data da un signore neozelandese.
Selznick aveva già delle sue idee per la testa però: o Tallulah Bankhead, donna del sud, dell'Alabama, e figlia di un senatore, o Miriam Hopkins, ma essendo il ruolo troppo importante, non riesce a decidere e ogni giorno ha un nuovo nome per la testa. In più vuole trasformare la ricerca in un evento epocale. Aiutato dai giornalisti Russell e Birdwell, pubblica un comunicato in cui garantisce che Rossella verrà cercata in tutti gli Stati uniti, tra vere attrici o dilettanti, nelle scuole e nelle fabbriche e che non avrà pace finchè non troverà quella perfetta. In totale arriverà a spendere più di 100 mila dollari solo per i provini.

Una nuova candidata è Paulette Goddard, compagna di Charlie Chaplin. Il leggendario comico gliela raccomanda caldamente e promette che se la sceglierà, gli cederà i diritti di distribuzione del suo prossimo film, "una satira su Hitler".
Come se non bastasse ci si mette la stampa a creare un vespaio. Hedda Hopper dice che il ruolo è già stato assegnato, Rossella è Joan Crawford (di cui si sospetta avesse una relazione con Selznick). Chaplin chiama infuriato ma viene subito tranquillizzato da David che intanto però chiama Margareth Sullavan e Loretta Young. Un altra giornalista, Louella Parson, dà il ruolo per ufficiale a Talullah Bankhead, amica di George Cukor, regista (fino a che non dovrà mollare il progetto), mandando su tutte le furie la Crawford. Anche qui Selznick deve mediare e negare.
Ci si mette anche Gable che candida la compagna Carole Lombard (con cui non è ancora sposato ma in cambio del ruolo di Rhett era riuscito a divorziare dalla moglie e il nuovo matrimonio era vicino), la quale però non è convinta e non le piace Rossella. Cukor riesce tuttavia a far desistere Gable dicendogli che è un film al femminile e che Carole, sarebbe la vera protagonista. Gable non la propone più.

A inizio 1938 la corsa comprende anche Katharine Hepburn che però non accetta di fare provini e Norma Shearer (Selznick "si, ma lei vorrebbe fare Rhett"), due maschiacce.
Arriva il momento della cena di presentazione alla stampa di Gable, nella quale Selznick da il via alla ricerca tra le dilettanti, suddividendo gli Stati uniti in 3 zone: sud, nord-est e ovest. Kay Brown, donna di fiducia, e Cukor iniziano un estenuante tour che li porterà a visitare decine di città ogni giorno e a provinare centinaia di donne, ragazze, madri. Tra il caldo, il freddo, le malattie di stagione, la spossatezza, le risse e gli svenimenti delle Rosselle, si intrufolano anche dei truffatori che si fingono della produzione e in cambio di denaro o sesso promettono un ulteriore provino a Hollywood. Selznick verrà incriminato ma è chiara fin da subito la sua estraneità ai fatti.

Le cose vanno sempre più per le lunghe e l'inizio delle riprese è sempre più vicino. Dopo una nuova proposta (Ingrid Bergman appena arrivata nella scuderia di Selznick ma già promessa per il film Intermezzo) in pole position sembra esserci Paulette Goddard. Ha talento, è perfetta per il ruolo e Chaplin darebbe qualcosa in cambio. La cosa ridicola è che abita di fronte a Selznick, cioè dopo una ricerca su un territorio di migliaia di kilometri, la futura Rossella è a 100 metri da casa sua. Pazzesco.
Viene preparata una nuova cena dove vengono invitate tutte. Crawford, Lombard, Bankhead, Joan Bennett, Jean Arthur, Hopkins. E' una serata piena di elettricità e battutine al veleno, che culminerà con Selznick innaffiato dalla coppia Lombard-Bankhead. Ma il peggio lo subirà Cukor subissato per ore dalle adulazioni delle attrici. Il sornione regista risponde nella stessa maniera a tutte "Fosse per me, sceglierei te, ma sai com'è...Però! ho un progetto pronto per te. Si chiama Women (Donne), parla d'amore e non ci sono uomini". E lo farà, e con molte di loro.
Leigh, Gable, Mitchell, Selznick e moglie.

Siamo a dicembre del 1938 e il film inizia ufficialmente le riprese il 10, ma tutto è in altomare ancora, tanto che Selznick dice al costumista di fare i costumi per Rossella in tre taglie (corto, lungo e medio). E' sull'orlo di una crisi di nervi, la sogna persino di notte ma è una donna senza volto. Ha paura di fallire miseramente e di dover mandare all'aria tutto.
Le ultime quattro in lizza rimangono Crawford, Arthur, Bennett o Goddard, con quest'ultima a un passo dalla firma quando scoppia la bomba: non è sposata con Chaplin, convivono e basta. Il pubblico non lo accetterebbe mai e metterebbe in croce l'eventuale scelta (altri tempi ndr). Nonostante Selznick cerchi in tutti i modi, anche illegali, di superare l'ostacolo, deve infine cedere e scartarla.
Intanto il fratello Myron, agente delle star, sta contrattando per un inglese, un certo Laurence Olivier che il fratello vuole piazzare nel film Rebecca di Hitchcock. Si fa mandare un suo film, Elisabetta d'Inghilterra. Non serve a nulla perchè Olivier è già ormai acquistato ma nota un'attrice (compagna di Olivier), molto brava e che potrebbe essere una Rossella perfetta. La fa venire a Hollywood e la porta di corsa dal fratello.
David è sul set, si sta girando l'incendio di Atlanta (bruciando vecchi set tra cui King Kong, Anime nel deserto). Il film è partito senza una Rossella quando Myron, arrivato in ritardo, batte sulla spalla al fratello e gli dice "Hey, ecco la tua Rossella". E' Vivien Leigh. David la guarda negli occhi e ne rimane abbagliato. La sceglie al volo, la ricerca è finita.

All'edizione degli oscar del 1940, Vivien Leigh sarà premiata per il suo incredibile ritratto di Rossella con una statuetta, la prima di due, e per aver consegnato il ruolo alla storia del cinema, mentre Via col vento ne vincerà otto, compreso miglior film per un Selznick ormai alle prese con altri film e imprese.


Nella prossima puntata: La passionale Ingrid Bergman.