domenica 24 marzo 2013

Gli amanti passeggeri di Pedro Almodovar

Nelle sale dal 21 marzo

Per Pedro Almodovar Gli amanti passeggeri è l'occasione per un ritorno alle proprie origini cinematografiche, una parentesi spensierata tra un dramma e l'altro per confrontarsi nuovamente con il genere che lo ha consacrato. Ridendo e scherzando infatti sono quasi dieci anni che non bazzicava più la commedia, nonostante l'elemento comico-grottesco sia sempre vistosamente presente anche nelle sue storie più drammatiche, da Tutto su mia madre al recente La pelle che abito, film stupendo e incompreso (si, non si dovrebbe ma lo dico lo stesso, chi non lo ha adorato non lo ha capito).
E allora eccoci fuori dallo spazio e dal tempo, sul volo Peninsula 2549 costretto a girare in tondo sopra Toledo a causa di un guasto provocato da alcuni lavoratori distratti (Penelope Cruz e Antonio Banderas con uno strano difetto di pronuncia, entrambi in scena per pochi secondi). La classe turistica è stata sedata a dovere, ma i passeggeri della business class sono svegli e pronti a farsi prendere dal panico, in mezzo ci sono un sacco di facce che gli almodovarofili riconosceranno subito: i tre gaissimi steward Joserra, Fajas e Ulloa (Javier Cámara, Carlos Areces e Raúl Arévalo) il pilota Alex (Antonio de la Torre), la consumata escort Norma (Cecilia Roth) e una sensitiva esperta in decessi che sogna di perdere la verginità (Lola Duenas).

martedì 19 marzo 2013

La Madre di Andrés Muschietti

Nelle sale dal 21 marzo
Il cortometraggio è una forma di espressione abbastanza ambigua, c'è chi lo considera un esercizio preparatorio prima di passare al lungometraggio e c'è invece chi lo affronta come una forma d'arte autonoma, la fine di un percorso piuttosto che una fase intermedia. Comunque sia, quando si affronta l'argomento prima o poi qualcuno se ne esce con il solito “se sei bravo magari qualcuno ti nota...”, non si scappa, e probabilmente ogni tanto succede davvero, come nel caso di Andrés Muschietti, che con il suo secondo cortometraggio (Mama, visibile qui: http://www.youtube.com/watch?v=WRqS6pBC42w) è riuscito a farsi notare addirittura da Guillermo Del Toro, a cui l'idea è piaciuta così tanto che ha deciso di trasformarla in un film.
E quindi eccoci qua, con un cortometraggio di due minuti gonfiato a dovere con una storia su cui la mano di Del Toro si fa sentire prepotentemente:
Un uomo (Nikolaj Coster-Waldau, il Jaime Lannister di Game of Thrones ma anche il ferocissimo assassino dell'ottimo Headhunters) corre a casa stravolto e mette le sue due bambine in macchina, dalle notizie alla radio capiamo che dopo aver perso tutto con il crollo della borsa ha assassinato due colleghi e strangolato la moglie.
Mentre guida come un pazzo in mezzo a una bufera, la macchina sbanda e finisce fuori strada, così insieme alle due bambine si rifugia in una vecchia casa nel bosco. Qui decide di portare a termine il folle gesto, ma quando sta per sparare alla nuca delle ignare figlie, una misteriosa presenza lo solleva in aria e gli spezza il collo. Cinque anni dopo Victoria e Lilly sono ancora vive, sopravvissute in uno stato selvaggio grazie ad una figura materna immaginaria che chiamano Mama. Uno psichiatra le affiderà al fratello gemello del padre e alla sua fidanzata Annabel (una Jessica Chastain bassista con caschetto corvino e tatuaggi, stupenda e brava come al solito).
E qui ci starebbe bene un bel “Ma forse Mama è molto più di una fantasia infantile...”, però non avrebbe senso, perché il film non ci prova nemmeno a giocare la carta del dubbio, o se lo fa, fallisce miseramente. Mama infatti compare in scena a pochi minuti dall'inizio, è in penombra e la vediamo sfuocata perché Victoria non indossa i suoi occhiali, ma è chiaro fin da subito che esiste ed è un fantasma assassino (dopo un cortometraggio così...). E in un certo senso potrei chiudere qui la recensione, perché questo è senza dubbio il difetto più grande e deleterio del film, mostra troppo e lo fa subito. La primissima parte infatti funziona ancora abbastanza bene, c'è l'inquietudine per quello che è appena successo, c'è il mistero su ciò che è accaduto in quei cinque anni e poi ci sono le due bambine, due creature tremendamente inquietanti realizzate con una computer grafica ancora tollerabile, che camminano a quattro zampe e saltellano di mobile in mobile come due scimmiette.

domenica 17 marzo 2013

Sinister di Scott Derrickson

Nelle sale dal 14 marzo

Per me che sono un appassionato di horror, un film come Sinister non potrebbe essere meno invitante. Certo il regista è quello di L'esorcismo di Emily Rose, che proprio da buttare non era, ma è anche lo stesso del remake di Ultimatum alla terra, un mercenario senza scrupoli insomma. L'altro problema è che in alto nella locandina campeggia un bel “Dai produttori di Paranormal Activity” un segno di cattivissimo auspicio con cui viene marchiato un buon 50% delle produzioni horror recenti, nella maggior parte dei casi quelle peggiori. A confermare timori vari ci si mettono anche locandine e trailer, che mostrano un film perfettamente inserito nello standard di queste produzioni, una ghost story con ambientazione contemporanea in cui il demoniaccio di turno tormenta gli abitanti di una casa quasi sempre enorme, praticamente un Paranormal Activity senza POV, ma con le stesse identiche meccaniche.
Però partire prevenuti non è mai bello, e ad essere sinceri a me Insidious non era dispiaciuto per niente, quindi un'occasione glie l'ho voluta dare.
Ellison Oswalt (Ethan Hawke) è uno scrittore di romanzi “true-crime”, praticamente sceglie un delitto insoluto e particolarmente efferato, lo risolve, e ne ricava un succulento best-seller. E' un uomo estremamente ambizioso, ma dopo il primo grande successo che risale a quindici anni prima non è più tornato sulla cresta dell'onda, motivo per cui quando gli capita tra le mani un quadruplo omicidio con annessa sparizione di bambina non ci pensa due volte, e con tutta la famiglia si trasferisce nella casa dove si è svolto il fattaccio. Qui si imbatte accidentalmente in una scatola di filmini in 8mm e scopre che l'omicidio a cui sta lavorando è stato filmato dall'assassino, ed è solo l'ultimo di una lunga serie di misteriosi delitti.

domenica 10 marzo 2013

Spring Breakers di Harmony Korine

Who are you? Are you in touch with all your darkest fantasies? Have you created a life for yourself where you're free to experience them? I have. I'm fuckin crazy. But I am free.
Lana Del Rey, Ride.
Musica per la lettura.
Korine è tornato! A distanza di 5 anni dal suo ultimo passaggio sul grande schermo, e dopo essersi cimentato negli ultimi anni in diversi progetti e progettini tra cui vari corti, Trash Humpers -mai uscito in sala, infatti doveva essere solo lasciato in giro in posti a caso e su vhs- e una sorta di candid camera dove doveva far incazzare la gente e farsi menare di brutto, uno dei registi più pazzi e geniali d'America torna in grande stile, con un cast extralusso e un budget notevole.
Faith, Candy, Cotty e Brit stanno organizzando la loro prima vacanza di primavera in Florida. E' da inizio anno che risparmiano ma giunte a pochi giorni dalla partenza, scoprono di non avere abbastanza soldi. Candy, Cotty e Brit decidono allora di rapinare una tavola calda, al grido di "facciamo che sia come un fottuto videogioco". Ottenuta una cifra sufficente per sballarsi almeno una settimana partono alla volta di Miami. Dopo un inizio spensierato e felice, le cose vanno di male in peggio, tra galera e ferite da sparatoria. Come torneranno da questa esperienza le tre cattive ragazze, più la religiosa e pacata Faith?
Lo spring break non è solo una scusa per bere di tutto, divertirsi, ballare, stare sveglie fino al mattino, ma è l'unica via di fuga da una vita comune e banale, nella piccola provincia americana, dove l'unico sogno americano è quello di tenere un giardino ben curato davanti casa. Va vissuto come non ci fosse un domani, una giostra da cui non si scende se non cavalcando fino alla morte. E' un gioco, non è reale, non deve avere un senso -e il finale è perfetto- è il sogno americano alternativo.

giovedì 7 marzo 2013

Il Grande e Potente Oz di Sam Raimi

Nelle sale da mo (7 marzo), siamo in ritardo.
Chi vi scrive ha da sempre riservato un posticino speciale all'interno del proprio cuore per il capolavoro del 1939, Il mago di Oz. Visto, rivisto e stravisto, amato fin dalla prima volta, fatto spese folli (allego foto con cofanetto e tazza form NYC), primissima risposta alla domanda "se dovessi far vedere un film e uno solo a uno che non ha mai visto nulla nella sua vita, cosa gli faresti vedere?"(volete il podio? Il Monello e Koyaanisqatsi). Detto questo e considerato che: 1. i remake fanno sempre ca'a e 2. Sam Raimi è meglio quando fa le cose per conto suo e non per le major e i loro blockbuster 3. i produttori sono quelli dell'Alice di Burton, ecco avevo promesso a me stesso di non vedere mai e poi mai questo film. L'ho fatto, chiaramente, troppo curioso e troppo desideroso di bocciarlo. E invece.... no invece de che, lo boccio. Lassamo sta i capolavori del cinema! Eterno riposo dona loro o....o ...bo, lasciateli stare. 
Che poi stringi stringi, sto Grande e Potente Oz non è proprio emetico (volevo mettere carta per il culo ma emetico fa figo) ha dei pro e ha molti difetti, adesso li vediamo insieme, ma prima un pò di storia, che è sempre importante. Oz, o meglio Oscar Diggs e un mezzo kilo di altri nomi, detto Oz, è un prestigiatore per un circo itinerante nella zona del Kansas. Essenzialmente è un truffatore, un bastardello, un tombeur de femmes, un furbetto e chi più ne ha più ne metta. Tratta male l'unico amico che ha, ruba la donna altrui, ma l'unica femmina che lui ama non la può avere, perchè già promessa sposa. Capito no? E' uno stronzo, ma dobbiamo compatirlo. Mentre scappa da un marito furente, un tornado investe il circo e lui vola via a bordo di una mongolfiera. Si ritrova non si sa come in un a terra magica che sembra uscita da Alice nelle meraviglie il terrificante film 2010. Qui incontra Theodora che gli racconta della profezia locale, arriverà un mago che salverà la loro terra da una terribile strega. Anche Theodora è una strega, idem sua sorella, buona, e pure l'altra sorella, cattiva. Il furbo Oz finge, o forse è davvero, di essere il mago della profezia e fiutato un compenso enorme e scintillante, decide di partire alla volte delle lande desolate dove vive la strega cattiva e ucciderla, tanto che sarà mai. Colpi di scena e simpatici amici compongono il resto delle 2 ore e passa.

mercoledì 6 marzo 2013

Il lato positivo di David O. Russell

Nelle sale dal 7 marzo.
Hum difficile parlare di questo film per una considerevole quantità di righe. Il motivo è che dopo averlo visto mi è rimasto in mente ben poco, anche a soli pochi minuti dalla fine. Famola corta, famola sporca. Pat Solitano è pazzo. Dopo 8 mesi di cure in una clinica psichiatrica per il suo disturbo bipolare, è stato rilasciato, a condizione che frequenti regolarmente uno psicologo e che rimanga sotto l'occhio vigile dei genitori. Perchè è finito in clinica? Un giorno, tornato a casa da lavoro, ha trovato la sua adorabile mogliettina sotto la doccia con un collega, un professore di storia sull'anziano andante. Ha dato di matto e gli ha letteralmente spaccato la faccia a suon di pugni. Ora che è di nuovo in società punta a riconquistare la moglie, che nel frattempo si è trasferita e ha fatto emanare un ordine che vieta a Pat di avvicinarsi a lei ad una distanza inferiore ai 2 km. Pat non riesce a capire che le cose sono cambiate, che è finita, vive nel passato. 
A dargli una mano arriva Tiffany, un amica di amici. Anche lei ha i suoi problemi. Dopo che le hanno ammazzato il marito poliziotto, appena sposato, si è buttata sul sesso e si è portata a letto chiunque le passasse a tiro, comprese le donne. E' pronta a fare lo stesso con Pat che però la ferma, essendo lui ancora sposato. Forse il rifiuto lo rende amichevole e tenta in tutti i modi di farle dimenticare il passato e di ricominciare. Dio li fa e poi li accoppia.
Dopo essere stato comprato anni fà dai fratelli Weinstein e dopo essere stato via via accantonato per diversi motivi, fra cui la morte nel 2008 di Sidney Pollack e Anthony Minghella, che avrebbero dovuto, nell'ordine, dirigerlo, Silver Linings Playbook di Mattew Quick, ha trovato finalmente una troupe e un cast in vita e pronto a portarlo su schermo. In circa cinque anni ha subito 25, venticinque!, riscritture, non ultima quella di David O. Russell che si è ricordato dell'avviso lasciato da Pollack, "difficile mixare nel modo corretto la dosi di humor, romance, sentimenti e le problematiche che scaturiscono dalla malattia del protagonista", ci ha messo letteralmente del suo, perchè se non ricordo male, ha un fratello o un parente con dei problemi psichici molto simili a quelli di Pat (per altro una cosa che accomuna mezzo cast).
Il lato positivo non è una commedia, non è un dramma, non è neanche una commedia nera e neanche una romanticheria. E' un pò di tutto e di tutto niente. Di difficile catalogazione, se proprio gliela si deve dare, è un film che spiazza lo spettatore, indeciso se ridere davanti alle follie-pazzie, agli scatti di ira e di violenza, alle litigate alle 4 di notte per Ernest fottuto Hemingway, o se provare compassione e intristirsi per quel tipo di malattia. Ogni volta che ci si lascia andare e ci si concede una risata, subentra una scena che irrigidisce i toni e che disorienta.

lunedì 4 marzo 2013

Filmbuster(d)s - Episodio #24


Nonostante la notte degli Oscar abbia tentato di ucciderci a colpi di noia, con un leggero (solo quasi 3 settimane) ritardo, ecco a voi il ventiquattresimo episodio del podcast di cinema che non vota PDL.

Nel 24° episodio di Filmbuster(d)s:

[00:04:00]Re della terra selvaggia
[00:30:30]Warm Bodies
[00:40:40]A good day to Die Hard
[01:00:40]Zero dark thirty








Potete ascoltare l'episodio al link diretto al file MP3 (per scaricarlo basta cliccare col destro e poi "Salva link con nome"): Clicca qui

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Oppure ascoltate il podcast mediante il player Podtrac:


domenica 3 marzo 2013

Upside down di Juan Solanas

Nelle sale dal 28 febbraio (anche in 3D).
Esiste un famoso, quanto particolare, quadro di Rembrandt che raffigura un uomo seduto e pensieroso, vicino a una scala bizzarra, che sale e scende in base a che punto la stiate guardando (eh lo so, metto la foto più sotto). E' come se il piano superiore fosse al contrario rispetto a quello di sotto creando un simpatico effetto ottico. A questo quadro, The philosopher in meditation, si sono ispirati Timothy Reckart e Fodhla Cronin O'Reilly per il loro notevole corto, Head over Heels (qui intero), candidato agli ultimi Oscar. Probabilmente anche il regista argentino Juan Solanas si sarà fatto influenzare dall'opera del pittore olandese, trasformandola in una romanticheria in salsa sci fi.
Presente, passato, futuro? Alternativo! Upside uʍop si svolge in un universo astruso chissà dove chissà quando dove esistono due pianeti identici, che condividono l'orbita ma che sono agli antipodi. Il mondo di sopra è ricco e prosperoso, mentr quello di sotto (collegato da un enorme edificio)  è povero e in rovina. Perchè quindi non corrono tutti sopra? Perchè ci sono delle regole. 1) Tutta la materia è attratta dal centro di gravità del pianeta da cui proviene, non l'altro. 2) In virtù della prima regola, il peso di un oggetto può essere controbilanciato con la materia del mondo opposto ("materia inversa"). 3) Dopo un variabile, ma solitamente breve, lasso di tempo, la materia a contatto con quella inversa dà origine alla combustione. 
Protagonisti sono Adam e Eden (il coraggio di osare! Non l'hanno chiamata Eve), il primo abitante del pianete di sotto e la seconda del pianeta di sopra. Incontrati per caso da piccoli, nei pressi di due monti che portano quasi a contatto i due pianeti, si sono innamorati e hanno cercato di stare insieme come meglio hanno potuto per una decina d'anni. Fino a quando sono stati scoperti e in seguito a un incidente, Eden ha perso la memoria (non bastava tutto il resto a complicare la loro relazione) e Adam si è visto privato di tutto, ed era già orfano, con la zia picchiata e la casa incendiata. Purtroppo sembra impossibile creare un film di questo genere senza un mondo di sfruttatori e uno di sfruttati, dove c'è una guerra armata tra i due e guai se uno sfora nell'altro. Almeno spiegassero le motivazioni della faida. No, non dicono mai nulla.
Dopo altri dieci anni di silenzio radio però, Adam vede per puro caso Eden alla tv e rinasce in lui la speranza di incontrarla e tornare insieme. Abbandona la fabbrichetta -che ce le ha tutte, l'hanno costruita proprio sotto gli scarichi purtridi di un grattacielone- dove stava lavorando a un progetto capace di rendere ricchi tutti i suoi poveri colleghi, e lo porta nella mega industria del mondo di sopra, dove lavora Eden. La gravità si metterà di mezzo.