lunedì 29 luglio 2013

Il bianco e il nero #48: Classic noir: Il Terzo Uomo (1949)

Il terzo uomo
(titolo originale The Third Man)
 nelle sale inglesi il 31 agosto 1949, in Italia il 19 gennaio 1950.

Regista: Carol Reed.
Sceneggiatore: Graham Greene (anche racconto), Carol Reed.
Direttore fotografia: Robert Krasker.
Montaggio: Oswald Hafenrichter.
Compositore: Anton Karas, autore dell'unica canzone.
Produttori: Carol Reed, Alexander Korda, David O. Selznick.
Studio: Carol Reed's Production, London Film Productions.
Interpreti: Joseph Cotten, Alida Valli, Orson Welles, Trevor Howard, Bernard Lee.
Durata: 98 minuti.
Colore: b/n.

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*Trama:

domenica 28 luglio 2013

Se sposti un posto a tavola di Christelle Raynal

Nelle sale dal 25 luglio.

"Magari nella vita ci fosse il rewind come in Forza Motorsport!". Lo sceneggiatore di questo film.
Dai su, voglio battere il record di minor letture per singolo post. Ahhh i matrimoni, l'evento perfetto per fare nuove conoscenze, tra una sbevazzata e l'altra, le danze, l'atmosfera di gioia, quante coppie felici sono nate così, per caso. Due perfetti sconosciuti uniti da una remota conoscenza o parentela con lo sposo o la sposa, si incontrano e scoprono la propria dolce metà.
Ma è un caso? E soprattutto il caso esiste? O siamo noi che delineiamo il nostro futuro, attraverso le nostre scelte, perché una scelta c'è sempre. Ed è così che le vite di un gruppo di persone al matrimonio di amici vengono scombussolate come i segnaposto a loro assegnati, rimescolati -e anche no- maldestramente o con giudizio da uno di loro. I possibili scenari futuri sono infiniti, chissà come finirà per ognuno di loro.
Mo ecco che riattacca con la solita tiritera del filmetto francese scritto bene, diretto bene, con un bel gruppo di attori, e la classica storiella che in mano ai cugini transalpini diventa interessante. Eh si.... quindi...bè....CIAO!

No stavolta l'entusiasmo è un po' minore. Ribadisco più o meno i soliti giudizi, anche se stavolta mi ha fatto innamorare molto meno.

sabato 27 luglio 2013

The ABCs of Death di A.A.V.V.

Proprio qualche mese fa, chiacchierando a proposito di V/H/S, riflettevo sul fatto che l'horror antologico sta tornando di moda con molta discrezione, almeno nel panorama del cinema indipendente. Proprio mentre quell'esperimento non proprio riuscito si preparava a (non) arrivare nelle sale, già si vociferava di questo ABCs of Death, un film che si proponeva di portare la struttura antologica alle sue più estreme conseguenze, coinvolgendo la bellezza di 26 registi più o meno noti nella realizzazione di ben 26 cortometraggi diversi.
Ad ogni regista è stata assegnata una diversa lettera dell'alfabeto anglosassone che sarà l'iniziale di una parola a scelta, un input per inventare una storia dell'orrore che insieme a tutte le altre andrà a costruire una macabra enciclopedia delle morti violente.
I nomi in ballo sono veramente tanti e i vari continenti sono molto ben rappresentati, accanto ai padroni di casa americani troviamo infatti un folto gruppo di registi sudamericani, un paio di europei (italiani esclusi naturalmente), qualche pazzo giapponese e poi australiani, indonesiani, inglesi, canadesi... insomma ce n'è per tutti i gusti, talmente tanta gente che è difficile dedicare il giusto spazio ad ognuno dei cortometraggi, quindi per ragioni pratiche mi soffermerò sui più interessanti o su quelli di registi particolarmente promettenti, (s)fortunatamente la maggior parte dei corti galleggiano tra il mediocre e l'insignificante.

venerdì 26 luglio 2013

42 - Jackie Robinson di Brian Helgeland

Non uscito al cinema ma disponibile dal 4 luglio per il download in HD e in italiano su ITunes.

"Jackie sei la nostra medicina".
Nel 1946 la Major League di baseball americana contava 16 squadre e 400 giocatori, tutti bianchi. All'inizio del campionato del 1947 i giocatori bianchi erano 399, "un uno in meno che non passò inosservato". Come tante cose, nel dopoguerra, anche il baseball cambiò. Branch Rickie, storico proprietario dei Brooklyn Dodgers (da decenni oramai a Los Angeles), decise che era giunto il tempo di prendere un giocatore di colore in squadra, fino a quel momento relegati in leghe minori e impossibilitati per legge (! la legge Jim Crow) a giocare nello stesso campo con i bianchi.
Toccò a Jackie Robinson, talento puro dell'Alabama, uno dei migliori ruba basi del mondo. Dopo un anno a Montreal per fargli fare un rodaggio, venne promosso nei Dodgers. Jackie dovette affrontare il razzismo feroce all'interno e fuori dal campo, le minacce, le violenze, gli insulti peggiori di una società troglodita (quella che vota Lega ancora oggi) ma tirò avanti e vinse, vinse tutto quello che poteva cambiando le mentalità di un intera nazione.
Nel celebrare i propri eroi, reali o fittizi (i supereroi), gli Stati Uniti non hanno rivali. Sarà per la loro storia relativamente breve o perchè questi personaggi hanno in qualche modo influenzato il mondo intero e non solo il continente americano, o semplicemente ce l'hanno nel sangue, ma non hanno rivali. Talvolta viene criticata questa loro pomposa retorica ma se c'è da fare un film/evento/concerto/etc... per celebrare una persona, perchè non calcare pesantemente la mano?

martedì 23 luglio 2013

The Last Exorcism – Liberaci dal male di Ed Gass-Donnelly

Il titolo prometteva che sarebbe stato l'ultimo, e invece no, ancora una volta ci hanno mentito spudoratamente, perché L'Ultimo Esorcismo (2010) ha un nuovo e minacciosissimo seguito (anzi una "Part II", così sembra che è sempre l'ultimo ma diviso in due parti) arrivato in Italia come The Last Exorcism – Liberaci dal male, ma conosciuto anche come The Last Exorcism - L'ultimo e poi basta, lo giuro!.
La storia parte lì dove l'avevamo felicemente lasciata: dopo un rapido riassuntone allunga-brodo ritroviamo Nell, la posseduta del primo film, che si intromette in casa di una coppia spaventandola a morte. Dopodiché la ragazza viene prelevata dalla polizia e piazzata in un centro di accoglienza per adolescenti problematici. Qui Nell riesce a vincere le proprie paure grazie all'amicizia delle coinquiline e al primo amore per un ragazzo, ma proprio quando sta per lasciarsi il passato alle spalle il male torna a tormentarla.

lunedì 22 luglio 2013

Pain & Gain di Michael Bay

Nelle sale dal 18 luglio.
"My name is Daniel Lugo, and I believe in fitness".
Famola breve. Storia vera, 1995, Daniel Lugo è un fitness trainer e bodybuilder in una palestra di Miami con alle spalle precedenti penali, qualche anno di galera per truffa. La vita da comune mortale gli va stretta e vuole viverselo in pieno il cosiddetto american dream. Ha un piano, -stranamente quando deve pensare a un crimine, il cervello gli funziona a pieno regime- ripulire un riccastro colombiano-ebreo stronzo come non mai. Coinvolge nel progetto anche Adrian Doorbal, afroamericano, amico e ed ex cliente della palestra, ora collega, che crede in lui ciecamente tanto da crederlo infallibile. Gli servono i soldi per farsi operare e riportare in auge il suo pisello, completamente andato dopo una dieta di steroidi su steroidi. Infine, si unisce al gruppo Paul Doyle, anch'esso con precedenti, tentata rapina, possesso di cocaina. Paul è un uomo redento, pulito e sobrio, ha conosciuto la religione in prigione e continua questa vita fuori, finchè il parroco locale non cerca di inchiappettarlo letteralmente. E' il più deficiente dei tre. Rapiscono l'ebreo, riescono a farsi intestare tutto, diventano straricchi ma essendo degli idioti, dovranno pagare tutte le conseguenze.
Dunque, è di Michael Bay, quindi chi è interessato, non sa leggere, e chi non è interessato, non leggerà.
Sorpresa sorpresa, Bay ha fatto un film decente, addirittura Pain & Gain è il suo miglior film finora. Chissà che non abbia finalmente trovato il suo genere nella commedia action. E perchè, Bad Boy cos'era? E i Transformer? E Pearl Harbor? No quello faceva solo ridere è vero. 

domenica 21 luglio 2013

Il bianco e il nero #47: Classic noir: Niagara (1953)

Niagara
(titolo originale identico, in sudamerica Torrente pasional)
 nelle sale americane il 21 gennaio 1953.

Regista: Henry Hathaway.
Sceneggiatore: Charles Brackett, Walter Reisch, Richard L. Breen.
Direttore fotografia: Joseph MacDonald.
Montaggio: Barbara McLean.
Compositore: Sol Kaplan.
Produttori: Charles Brackett .
Studio: 20th Century Fox Corporation.
Interpreti: Marilyn Monroe, Joseph Cotten, Jean Peters, Max Showalter.
Durata: 85 minuti.
Colore: si.

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*Trama:

martedì 16 luglio 2013

Il bianco e il nero #46: Classic noir: Stasera ho vinto anch'io (1949)

Stasera ho vinto anch'io
(titolo originale The Set-up)
 nelle sale americane il 29 marzo 1949, in Italia il 4 febbraio 1950.

Regista: Robert Wise.
Sceneggiatore: Art Cohn, Joseph Moncure March (racconto).
Direttore fotografia: Milton R. Krasner.
Montaggio: Roland Gross.
Compositore: è privo di musica.
Produttori: Richard Goldstone, Dore Shary.
Studio: RKO Radio Pictures.
Interpreti: Robert Ryan, Audrey Totter, George Tobias, Alan Baxter, Percy Helton
Durata: 73 minuti.
Colore: b/n.

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*Trama:

lunedì 15 luglio 2013

Pacific Rim di Guillermo Del Toro

Nelle sale dal 11 luglio.

"Robbott robbott ti ammazzo di bott".
Nel 1974 la Toho, come nuovo rivale per il suo quattordicesimo sequel della saga di Godzilla, se ne uscì con un robot gigante comandato dalla polizia anti mostri, la G Force; il super robot era  Mechagodzilla. L'esperimento funzionò e Mecha ritornò in un paio di episodi compreso Godzilla Vs Mechagodzilla 2 dell'epoca Heisei (ps: è nell'aria anche un 3). Questi non è che una delle tante fonti (Tengen toppa Gurren Lagann., Evangelion e la lista potrebbe non finire mai) a cui attinge Del Toro insieme al suo sceneggiatore Travis Beacham, per il suo Pacific Rim.
2020, da circa sette anni la terra è in lotta contro mostri alieni alti decine e decine di metri, comunemente chiamati con il termine giapponese, kaiju. Spuntano fuori non dal cielo, ma da una faglia tettonica creatasi sul fondo dell'oceano pacifico. Le loro apparizioni, prima sporadiche, si intensificano sempre più, tanto che tutti i popoli si uniscono per escogitare un modo per fermarli. Ne creano due: una enorme muraglia che tenga fuori i mostri, facilmente trapassabile e dai lavori infiniti; dei robot alti quanto i mostri, comandati da super soldati addestrati e connessi tra loro neurologicamente. I robot, o meglio, i jaeger, cacciatore in tedesco, se la cavano più che bene, fino a quando non arrivano dei nuovi kaiju, di livello avanzato, più pericolosi e possenti di prima. Tra la muraglia che non regge, i mostri che spuntano sempre più rapidamente e il fondo stanziato per i jaeger bloccato, pare evidente che bisogna fermare i kaiju in un altro modo e definitivo. Ma come?

domenica 14 luglio 2013

To the Wonder di Terrence Malick

Dopo la tiepida accoglienza al Festival del Cinema di Venezia, arriva finalmente nelle sale l'ultima fatica di quel geniaccio di Terrence Malick, che, abbandonati i suoi tradizionali tempi biblici, riesce a completare questo To the Wonder un solo anno dopo il colossale Tree of Life.
L'americano Neil (Ben Affleck, in un ruolo inizialmente assegnato a Christian Bale) conosce la francese Marina (Olga Kurylenko), i sue si conoscono e si amano nelle strade di Parigi e sulle spiagge di Mont Saint Michel. Quando lui torna in America, lei lo segue insieme a sua figlia nel "nuovo mondo", ma il loro amore appassisce e scivola via come le maree dei luoghi in cui è nato.
To the Wonder è la logica continuazione di un ciclo ideale iniziato qualche anno fa con The New World, un ciclo che coincide anche con lo sviluppo da parte di Malick di una certa idea di cinema, completamente libera dalle convenzioni narrative tradizionali. I suoi sono film che lavorano per sottrazioni e accumulazioni: ad ellissi narrative sempre più ampie e frequenti si accostano sequenze in cui la macchina da presa lascia parlare le immagini in tutti i loro infiniti dettagli, ad una quasi totale soppressione dei dialoghi sopperisce un uso intensissimo del soliloquio, quasi un flusso di coscienza dallo stile molto letterario che ci apre una finestra sulla mente dei personaggi, continuamente tormentati da dilemmi che poi affliggono anche il regista stesso.
Quello che differenzia To the Wonder da Tree of Life è il vistoso cambio di scala, laddove il secondo metteva continuamente a confronto l'infinitamente piccolo della provincia americana con l'infinitamente grande dell'armonia universale, il primo si concentra sull'aspetto più terreno ed infinitesimale, la piccola storia di un innamoramento che è anche un piccolo spaccato autobiografico.

sabato 13 luglio 2013

Sharknado di Anthony C. Ferrante

Mandato in onda sul canale americano SyFy l'11 luglio.
Speciale sugli Shark Movies.
Intervista allo sceneggiatore di Sharknado, Thunder Levin.

In America è un istant cult, Damon Lindeloff non smette di twittare a riguardo da ore e ha già prenotato il sequel (scherza chiaramente), sui social network è argomento top con picchi raggiunti impressionanti, Mia Farrow ha commentato durante la visione e ha postato una sua foto mentre lo guardava, la sera in cui è andato in onda ha oscurato la premiere di Pacific Rim, è il fenomeno del momento, il film dell'anno estate, è Sharknado.
Non che serva parlare della trama, ma dato che siamo qua. Los Angeles, giorni nostri, le assolate giornate tipiche della cittadina californiana sono messe in serio pericolo da un grosso temporale che si appropinqua dall'oceano pacifico. Ben presto guadagna potenza e si abbatte con violenza contro la costa. 
Non è più un temporale ma sono tre tornado (o trombe marine). La città è nel panico. Si ma non per l'acqua, il vento e la distruzione causata, bensì perchè i tornado hanno prelevato di peso gli squali più cattivi e feroci della zona e li stanno spargendo come sale su tutta la città. Non sembra esserci via di scampo, fino a quando, un manipolo di coraggiosi, capitanato da Tara Reid e lo Steve di Beverly Hills 90210, prendono in mano la situazione. 

venerdì 12 luglio 2013

Speciale Sharknado: Lo squal(l)o(re) estivo.

In occasione dell'uscita del film del secolo, Sharknado (ne parlo sotto e spero di recensirlo a breve), proponiamo ora uno speciale sui "migliori" e più bizzarri film sugli squali mai prodotti.
Lo so cosa state pensando; adesso parlerai di Shark Night 3D o Bait o Deep Blue Sea o ancora Shark 3D finito al festival di Venezia chissà come. No, questi sono dei film troppo mainstream in confronto, questi sono stati discussi e accolti dalla critica internazionale (chi male, chi male), sono film anche abbastanza banali, con il solito squaletto e nulla più. No, in questo speciale si parlerà dei pesi massimi, dei colossi, di quei film con squali così ... diversi, da lasciare inermi davanti alla fantasia dell'essere umano.
Spielberg "inventò" il genere nel 1975 con il suo capolavoro Lo squalo ma ne lui ne nessun alto si sarebbero potuti aspettare il livello a cui siamo arrivati oggi. Ci serve una barca mooolto più grossa!

Direi di partire proprio da lui, Sharknado appena andato in onda, l'11 luglio sul canale americano SyFy 
(quindi reperibile a breve sul vasto illegale mondo dell'internet). Che diavolo vuol dire Sharknado? Fino a Shark ci arriviamo tutti ma -nado? Uno squalo tornado o un tornado fatto di squali? Non siamo ridicoli su. La seconda, si si, è quella corretta. Il regista Anthony C. Ferrante e lo sceneggiatore Thunder Levin se ne sono usciti con l'idea del secolo. Dietro tutto ciò c'è l'Asylum, la casa di produzione di mockbuster capace di regalarci già capilavori come Titanic 2, Transphormers, Zombie apocalypse
Non credo serva aggiungere altro. Per ora vi lascio il trailer, il link all'intervista allo sceneggiatore, Levin (aspettando quella a Ferrante, a breve), e una foto di Mia Farrow che guarda Sharknado.  E non sapete il meglio, lasciate perdere il tornado fatto di squali, c'è Tara Reid!
Nei prossimi giorni dovrei riuscire a vederlo e posterò la mia opinione a riguardo. Intanto fate un giro su Twitter, la gente sta letteralmente impazzendo.

giovedì 11 luglio 2013

Speciale Sharknado. L'intervista allo sceneggiatore, Thunder Levin

Ieri sera (11 luglio) in diretta nazionale americana, sul canale SyFy è andato in onda il film evento dell'anno; Sharknado (recensione). Di cosa si tratta? Un tornado fatto di squali che colpisce la città di Los Angeles. Qui e in fondo il trailer. Si, è l'ultima produzione della Asylum. Per parlare di mockbusters, Asylum, squali, denunce, Game of thrones, Michael Bay e processi creativi, abbiamo intervistato lo sceneggiatore del film, Thunder Levin. Dedicato a Tomas Mascali (RIP).
Non perdetevi  lo speciale sugli Shark Movie più pazzi di tutti i tempi.

-Allora... Sharknado, come diavolo ti è venuta un'idea simile?
Bè ci sono stati molti casi riportati di pesci caduti dal cielo. Noi siamo solo arrivati alla sua "logica" conclusione. ( ES: http://www.dailymail.co.uk/news/article-1254812/Hundreds-fish-fall-sky-remote-Australian-town-Lajamanu.html)

-Dopo una creatura metà piovra e metà squalo, uno squalo a due teste e un megashark, ora uno Sharknado, abbiamo raggiunto il limite? Cosa si può fare oltre?
E' finita. Questa è la fine. Non ci possono più essere film sugli squali. Infatti, mi spiace, ma credo non si faranno mai più film, in generale.

-Hai già visto il film? Cosa ne pensi? Ferrante (regista ndr) ha fatto un buon lavoro? E Tara Reid com'è?
Veramente sto aspettando ancora di vederlo come tutti gli altri. Ma dalle clip sembra grandioso! Ogni volta che incontravo Anthony (Ferrante) nei corridoi della Asylum mi mormorava "Cosa mi hai fatto fare?!". Ma alla fine sembra aver aggiunto ancora più pazzia in cima al mio già folle copione, perciò non vedo proprio l'ora.

domenica 7 luglio 2013

Il bianco e il nero #45: Classic noir: Il diritto di uccidere (1950)

Il diritto di uccidere
(titolo originale In a Lonely Place)
 nelle sale americane il 17 maggio 1950.

Regista: Nicholas Ray.
Sceneggiatore: Andrew Solt, Edmund H. North, dal romanzo di Dorothy B. Hughes.
Direttore fotografia: Burnett Guffey.
Montaggio: Viola Lawrence.
Compositore: George Antheil.
Produttori: Henry S. Kesler, Robert Lord.
Studio: Columbia Pictures, Santana pictures.
Interpreti: Humphrey Bogart, Gloria Grahame, Jeff Donnell, Frank Lovejoy, Martha Stewart.
Durata: 90 minuti.
Colore: b/n.

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*Trama:

mercoledì 3 luglio 2013

World War Z di Marc Forster

Nelle sale dal 27 giugno

Dopo sei anni e un'interminabile serie di magagne produttive, la Plan B di Brad Pitt è finalmente riuscita a portare sul grande schermo l'adattamento cinematografico dell'omonimo romanzo di Max Brooks (figlio del più celebre Mel). Arrivato sugli scaffali americani nell'ormai lontano 2006 e diventato presto oggetto di culto, World War Z è il dettagliato resoconto di un'epidemia zombie su scala mondiale, raccontata in tutti i suoi risvolti politici, sociali ed economici.
Ma a noi questo non interessa, perché il librova a parare da tutt'altra parte, o da nessuna parte, se preferite:
Gerry Lane (Brad Pitt) e famiglia stanno trascorrendo insieme una mattinata tipo, una rapida colazione e poi di corsa in macchina per andare chissà dove. L'inizio fastidiosamente standard di uno zombie/disaster movie qualunque, a cui segue una sequenza altrettanto standard: mentre sono bloccati nel traffico di Philadelphia, un'orda di zombie compare dal nulla e getta la città nel panico. I Lane trovano rifugio su una porta aerei e Gerry, ex impiegato delle Nazioni Unite, viene reintegrato in servizio per scortare uno scienziato alla ricerca del "paziente zero".
Parto subito con una premessa: non sono un lettore dei romanzi di Brooks, che conosco soltanto per sentito dire, e il mio (scarsissimo) interesse nei confronti del film era completamente spoglio da qualsiasi tipo di aspettativa, quindi concetti come alta o bassa fedeltà al romanzo non hanno influenzato in alcun modo il giudizio complessivo.

martedì 2 luglio 2013

Il bianco e il nero #44: Classic noir:
La sanguinaria (1950)

Ed ora una serie di speciali su singoli film noir, i miei preferiti, i più atipici. 
La sanguinaria 
(Gun crazy noto anche come Deadly is the female)
nelle sale americane il 20 gennaio 1950.

Regista: Joseph H. Lewis.
Sceneggiatore: Dalton Trumbo, MacKinlay Kantor.
Direttore fotografia: Russell Harlan.
Montaggio: Harry Gerstad.
Compositore: Victor Young.
Produttori: Frank e Maurice King.
Studio: Pioneer/United Artists.
Interpreti: John Dall, Peggy Cummins, Russ Tamblyn (Bart a 14 anni), Berry Kroeger, Morris Carnovsky.
Durata: 86 minuti.
Colore: b/n.

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*Trama: