lunedì 21 gennaio 2013

Flight di Robert Zemeckis


Nelle sale dal 24 gennaio.

Durante la fase di atterraggio del volo di linea 227 tra Orlando e Atlanta, un'avaria meccanica fa precipitare l'aereo; il comandante William “Whip” Whitaker salva la vita di 96 dei 102 passeggeri grazie a una manovra impossibile. Tuttavia, in seguito alle analisi di routine, gli vengono trovate nel sangue tracce di alcool e droga ben al di sopra di limiti imposti dalla legge. Nonostante le indagini sull'aeroplano rivelino che non ci sia correlazione tra lo stato di salute di Withaker e l'incidente, provocato piuttosto da un usura eccessiva di un componente e negligenze di manutenzione, la necessità di trovare un colpevole trascina il comandante in una lotta legale per dimostrare la propria innocenza.
Robert Zemeckis torna al cinema live action dopo la sfortunata esperienza della sua casa di produzione, la Image Movers, nel campo dell'animazione digitale; molti addetti ai lavori considerano il regista di Forrest Gump un grande innovatore, specie per quanto riguarda la sperimentazione nel campo della tecnica della Performance Capture. Dispiace constatare però che tale spirito pionieristico non si sia mai tradotto in pellicole di qualità: personalmente dei tre film in questione salvo giusto Beowulf che ho rivalutato di recente; gli altri due, A Christmas Carol e Polar Express sono noiose demo tecniche prive di mordente. Il flop disastroso di Milo su Marte ha costretto l'azienda a tornare sui propri passi e ad accantonare momentaneamente i progetti d'animazione.
Chi scrive da sempre subisce la fascinazione della maniera di narrare una storia a là Spielberg, ed è innegabile che Zemeckis abbia costruito il suo stile su queste basi, lo si può constatare su più livelli: tuttavia, è proprio da ammiratore che dopo 40 anni e passa di storie raccontare in questo modo, inizio a sentire scricchiolare qualcosa. Sia chiaro, Flight è un buon film e di solito giudico una pellicola per quello che è, non per quello che poteva essere, ma quando il potenziale dello script è così soverchiante rispetto all'esito finale non posso che immaginare quale sarebbe stato il risultato se dietro la macchina da presa ci fosse stato un regista più ardito e meno diplomatico, sia sul piano formale che su quello contenutistico.
Flight è un film neutrale che fa l'errore di mettere tutte le carte in tavola sin dalle prime battute (a voler essere cattivi, si potrebbe dire sin dal trailer...) e di non prendere in maniera decisa una posizione se non nelle battute di un finale, questo si duro e privo di melensi pietismi. Ed è un vero peccato perchè di carne al fuoco ce n'è tanta: l'intera sequenza del volo, sulla bocca di tutti, è cinema d'intrattenimento d'alta scuola, il protagonista è un interessantissimo personaggio pieno di ombre squarciate da pochi raggi di luce, le questioni morali poste sono notevoli ma l'elemento chiave, la critica alla fame  di scandali della società e alla conseguente caccia ossessiva al colpevole, è sommesso e poco efficace.
Al netto di ciò, Flight ha il pregio di non essere solo una scena spettacolare con parti noiose annesse, le abilità di grande narratore di Zemeckis si fanno sentire, specie dopo la grande abbuffata dell'incidente aereo, senza mai annoiare o deludere salvo che in un paio di sequenze legate al personaggio femminile interpretato dalla scialbissima Kelly Reilly: è evidente come il materiale politically uncorrect non sia nelle corde del regista e, sebbene non lo dia mai a vedere nel rappresentare Withaker, nel tentativo di dare un background a un personaggio secondario inutile nell'economia del film come l'eroinomane Nicole scimmiotta il Danny Boyle di Trainspotting generando sgradevoli disarmonie.
Bravo Denzel Washington, ormai abituato a personaggi del genere, bravi gli attori di supporto come Don Cheadle e il caratterista Bruce Greenwood, eccezionale al solito John Goodman negli insoliti panni di uno spacciatore new age dai modi schietti.
In definitiva Flight è un film coinvolgente e appassionante che vale il prezzo del biglietto, ma dal quale, viste le premesse, era lecito aspettarsi di più. A voler guardare il bicchiere mezzo pieno, ci si può quantomeno accontentare del ritorno di un buon narratore a un cinema, magari meno ambizioso, ma senza dubbio di qualità.

2 commenti:

  1. Questo è il prossimo che andrò a vedere al cinema ;)

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  2. Come promesso l'ho visto.
    Devo dire che il film ha un impatto iniziale lodevole. La scena del volo rovescio ti lascia davvero senza parole. Il tema centrale del film non è, come potrebbe sembrare dal trailer, un dibattito sulla giustizia americana, bensì, un'analisi profonda vissuta in prima persona (Denzel Washington è sempre presente in ogni scena del film) degli effetti che l'alcool e la droga fanno su ogni singola persona che cade in questo tunnel. Il film alterna momenti molto tragici a momenti di ilarità (qualcuno ha chiamato il rimorchiatore???) e lo fa nel modo più giusto, dando i giusti tempi ad ognuno. Finale per niente scontato, quando ormai ti sei fatto un'idea ben precisa del personaggio ecco che c'è il colpo di scena.
    In definitiva, decisamente un buon film.

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