venerdì 10 aprile 2015

L'emancipazione della principessa Disney e la contemporanea estinzione del principe azzurro


A.A.A. Azzurro Principe Cercasi, ma anche no. Dopo aver contribuito per quasi 80 anni a creare ed inculcare nelle menti di diverse generazioni l'idea di un principe bellissimo, senza macchia e senza paura, con tanto di cavallo bianco che salva la principessa di turno, la Disney inizia a prendere le distanze e a cambiare rotta. Consapevole dei tempi moderni in cui viviamo e della maturità raggiunta da gran parte delle proprie fans, la casa di Topolino mette in panchina un archetipo mai realmente esistito e neanche poi più tanto al centro dei sogni del pubblico femminile. 

Prendiamo ad esempio tre film, tre favole con principi azzurri, degli ultimi anni*: Frozen (2013), Maleficent (2014), Into The Woods (2015). ATTENZIONE CI SONO SPOILER

Le principesse di oggi sono cambiate dalle colleghe degli anni 40 o persino da quelle dell'epoca d'oro 80-90. Sono più caparbie, più divertenti, più sbadate, in una parola sono imperfette. Niente di più lontano dalle strafighe intonse che popolavano i regni di c'era una volta. 
Non è cambiato granchè, le favole rimangono quelle ma sono cambiati i tempi. Attraverso remake, riletture, modernizzazioni e quant'altro, riscopriamo delle ragazze con cui è facile entrare in empatia per una coetanea di oggi. E proprio come il pubblico di oggi, sono indipendenti, forti e non hanno bisogno di qualcuno che le salvi. I principi non sono più necessari.

In Frozen, Anna farà di tutto per trovare la sorella Elsa, aiutarla e riportarla a casa. Entra in contatto e trova l'aiuto (attenzione, non lo chiede quasi mai, se non necessario) di due uomini: il vero principe, Hans delle isole del sud, un principe di scorta in quanto dodicesimo in linea di successione e Kristoff, ragazzotto lavoratore. Con il primo ci casca con tutti i piedi, è l'uomo che aspettava da una vita, colui che la salverà dall'esilio e le farà provare il vero amore. In realtà è un essere spregevole, che l'ha irretita solo per ottenere il suo regno. 


Kristoff invece è il classico babbione -ha persino degli amici che sono dei sassi- da prendere in prestito, come uno strumento utile. Non sto dicendo che Anna lo usi solo perchè ne ha bisogno, ma quasi. Non è il suo tipo di uomo ideale e neanche lo prende in considerazione per dell'affetto inizialmente, ma come Hans diventa un mero accessorio per salvarle la vita. Un suo bacio, o uno di Hans, un gesto di vero amore le salverebbe la vita, tuttavia la Disney dice no!

Nessuno di loro due la bacia, nessuno di loro due è indispensabile. "L'amore è mettere il bene di qualcun altro prima del tuo"dice Olaf e con questo spirito da un nuovo significato al "Vero Amore". Sarà quindi necessaria Elsa, la sorella, un membro della famiglia, per salvarla non un ragazzo qualsiasi con i connotati perfetti.


Temi che ritroviamo anche in Maleficent, la rilettura di La bella addormentata nel bosco ma dal punti di vista di Malefica, la strega cattiva . Anche in questo caso sarà un gesto di vero amore a risvegliare la bella Aurora dal sonno irreversibile in cui è caduta, ma non sarà il bacio di un principino qualsiasi di passaggio a risvegliarla, ma dovrà essere la sua madrina a salvare la "creaturina".

Qui addirittura il bacio avviene pure, ma è vano e il maschio viene scacciato di peso dalle tre fatine. Non c'è un singolo personaggio maschile positivo o di valore nel film. Re Stefano, che fu principe, è accecato dal potere e non si ferma davanti a nulla, neanche alla sua amata, per conquistarlo. Fosco, ex corvo, è solo uno schiavo. Il principe Filippo non ha alcun peso nell'economia della storia. Sono le due donne, Malefica e Aurora a tirarsi fuori d'impaccio con le proprie mani. 
Questo film è forse l'esempio più lampante della nuova emancipazione Disney.


Infine il nuovissimo Into The Woods, tratto dal musical omonimo di Stephen Sondheim, dove i principi sono addirittura due. Il film si diverte a mischiare tante storie, Cenerentola, Raperonzolo, Jack e i fagioli magici, Cappuccetto rosso e a mescolare tutte le carte in tavola, ma cambia decisamente l'eroe della storia.

Il principe di Rapunzel è quasi irrintracciabile, ma per il semplice motivo che alla loro sottotrama è dedicato veramente poco spazio. Quello di Cenerentola invece è interessante e sebbene all'inizio segue pedissequamente la natura originale della storia (balla con lei, se ne innamora, la insegue, trova la sua scarpetta, ritrova lei e la sposa), nel "seguito" si rivela per quello che realmente è, un maschio dominato dagli ormoni.

Il principe infatti la tradisce con la moglie del fornaio**, baciandola voluttuosamente. Non pentito ma sbugiardato dagli uccellini di Cenerentola, ammette che in fondo ama lei, ma se ogni tanto se la spassa che male può fare? Divorzio. Eroe della fiaba è dunque un uomo comune, il fornaio vedovo che accudisce con amore il proprio figlio e salva i piccoli Cappuccetto rosso e Jack, prendendosi in casa come moglie Cenerentola, la quale si ritrova con un marito più simile a lei, più in linea con chi è lei veramente.


Ecco i nuovi valori delle principesse Disney, non più diventare schifosamente ricche e accoppiate con il più bel manzo della provincia, ma la famiglia, gli affetti, l'indipendenza. Questi sono i desideri delle nuove generazioni e se la fuori c'è ancora qualcuna legata all'idea romantica del principe, poco male, potrà continuare a crederci e a sperare, ma la Disney non farà più film per lei.
Il principe azzurro è morto, viva il principe azzurro.

SPOTTONE: Adesso su Sky Cinema c'è il canale dedicato solo alle Principesse. Daje

*Avrei voluto considerare anche Cenerentola di Branagh ma non l'ho ancora visto e non lo escludo per alcun motivo, sebbene possa essere contrario a questa tesi, non vuol dire che la smonti.
** Che in seguito muore, come nelle migliore tradizione horror. Il peccatore è il primo a morire.

1 commento:

  1. Cambiano i tempi, cambiano le mode, i costumi ecc... ma le principesse continuano a essere scopadeliche.

    Come mai?

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