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domenica 21 aprile 2013

Nella casa di Francois Ozon

Nelle sale dal 19 aprile.
Te possino Ozon.  Ormai bell'e che 11 anni fa, questo giovane regista, più che altro di corti, ed ex modello si affermò sulla scena francese e internazionale con un giallo-musical che racchiudeva tutto il meglio delle attrici francesi tra gli anni 80 e i 2000. 8 donne e un mistero lanciò nell'olimpo Ozon, fulgido esempio del suo stile registico, della sua classe e della sua bravura nella scelta dei colori, della fotografia, delle coreografie ma soprattutto nel modo di raccontare, di travolgere lo spettatore e non lasciarlo più. L'anno successivo si confermò con un opera più canonica ma non per questo meno affascinante come Swimming pool -che ha molto in comune con Nella casa-, dove riuscì nell'impresa di trattare un tema già visto e rivisto ma con tocco personale, elevandolo dal mucchio. Sono seguiti poi altri corti e il successo di critica, ma non di pubblico, Ricky e il divertente Potiche, finito a Venezia. Inutile dire che ogni volta che Ozon ritorna al cinema è quasi un evento, soprattutto per me che lo seguo costantemente.
Nella casa non è un remake horror, ok? Quello è La casa e esce tra qualche settimana. 
Germain è il professore di letteratura del liceo Flaubert. Ogni giorno è costretto a leggere terrificanti temi scritti dai suoi alunni sedicenni in cui raccontano, sgrammaticamente, le loro insulse giornate tra cellulari e pizza. Un giorno però gli capita sott'occhio un interessante racconto di Claude Garcia, il ragazzo dell'ultimo banco. Nel temino racconta di come sia finalmente riuscito a entrare nella casa di una famiglia, quella del suo compagno Rafà, che da tempo stava spiando morbosamente. Il principale motivo del suo interesse è la madre, Esther. La osserva, si inebria del suo odore, la studia. Il racconto si tronca di colpo con un Continua... Germain è rapito e affascinato dal soggetto e dal modo in cui Claude scrive, l'unico alunno con un pò di talento e un pò di cervello. Incita il ragazzo ad andare avanti, ancora non certo se i fatti che racconta siano reali o pura immaginazione, corregge i suoi errori, gli consiglia delle letture, vede in lui il figlio che non ha mai avuto e lo scrittore che non è mai diventato. Ma la storia procede sempre più in maniera particolare, a volte patetica a volte grottesca, morbosa. Quanto è giusto ancora andare avanti e quanto di quello che legge è vero?