domenica 17 giugno 2012

Paura 3D dei Manetti Bros

Nelle sale dal 15 giugno
Il film è stato visto in versione 2D.

Che titolo ragazzi! Ci avranno pensato almeno una settimana.
Nella loro carriera i Manetti Bros si sono macchiati di numerosi crimini, prima di tutto i film scritti e diretti da loro, e poi quelli che hanno solo prodotto, come i due abominii di Gabriele Albanesi: Il Bosco Fuori e Ubaldo Terzani Horror Show. L'horror per fortuna lo avevano lasciato in pace, fino ad oggi, perché incredibilmente ci ritroviamo nelle sale questo Paura 3D, un film dell'orrore scritto e diretto da loro che viene pubblicizzato con questo slogan: “Ci sono occasioni nella vita che sarebbe meglio non cogliere.” Un bel consiglio che i Manetti Bros e gli spettatori dovrebbero seguire.
Ma andiamo per ordine, la trama:
Il Marchese Lanzi (un Peppe Servillo da querela, il fratello lo ha disconosciuto) si prepara a partecipare ad un raduno di auto d'epoca con una macchina soprannominata La Piera (viene ribadito diverse volte, c'è anche La Giovanna). Prima di partire riferisce tutti i dettagli al suo meccanico di fiducia (Paolo Sassanelli, l'Ubaldo terzani del film citato pima), ma ad origliare c'è anche Ale (Domenico Diele, che interpretava Adriano in ACAB e ha deciso di porre subito fine alla sua carriera d'attore), un coatto da manuale che convince subito due suoi amici ad introdursi illegalmente nella casa del Marchese per festeggiare durante la sua assenza; trama terrificante e sviluppi prevedibilissimi, quindi non vado oltre.
Il resto è un disastro, i Manetti Bros sono alla loro quinta esperienza cinematografica e non hanno la più pallida idea di quello che fanno. La regia è il problema minore, poco oltre il livello amatoriale, a parte quando il magico duo tenta di tirare fuori qualcosa di leggermente più originale, e allora la macchina da presa inizia a ruotare su se stessa o si mette a girare in tondo, perché la nausea non è mai abbastanza.
Neanche a dirlo i veri problemi riguardano la sceneggiatura, non sto neanche ad approfondire perché si tratta del solito pasticcio all'italiana con linee di dialogo prepotentemente didascaliche e tanta tanta ingenuità, però non mancano problemi più gravi e vistosi, un prologo con una voce narrante perfettamente inutile che non verrà usata più per tutto il film, personaggi che quando non sono in scena smettono di esistere, e il cattivo di turno che a passo tranquillo raggiunge le vittime in un attimo. Insomma una cosa proprio sfacciata.
Direte voi, almeno è violento ? E' divertente ? Ma magari, purtroppo anche il divertimento latita. Nel primo tempo i tre giovinastri entrano nella villa e se la spassano con le chitarre elettriche, i palloni e i videogiochi (?) dell'attempato Marchese, peccato si divertano solo loro. A metà circa arriva l'attesissima svolta, che naturalmente delude, il film prima prende una piega torture-porn, con poco torture e poco porn, e poi si trasforma in un horror più classico, con i nostri eroi della borgata perennemente in fuga dall'assassino, una fuga senza senso, perché gira e rigira finiscono sempre per rientrare nella stessa stanza. Il tutto è condito con musiche heavy metal (…) e i trucchi del mitico Sergio Stivaletti, roba che sarebbe andata benissimo nel 1970 e che tra l'altro viene usata molto poco, perché, come già detto, nel film non succede assolutamente nulla.
Insomma in questo Paura ci si annoia, tanto, e quando non ci si annoia si ride per la comicità involontaria, che purtroppo è molto poca (memorabile Domenico Diele che grida AOH! Quando l'assassino inizia a sparargli addosso). I Manetti Bros tentano di realizzare un prodotto grezzo e underground, filmano la depilazione di una vagina (quasi me li immagino, che sghignazzano e si danno gomitate) e addirittura cercano di fare il verso a gente come Bustillo, Maury, Pascal Laugier e Lucky McKee, ma quando non sei nemmeno bravo a copiare allora forse è arrivato il momento di farsene una ragione.

Voto... boh 2 ? 2.
Una curiosità: in sala eravamo meno di venti e 5 spettatori erano sicuramente omosessuali. Un altro stereotipo cade, gli omosessuali non sono tutti raffinati.

Intrinseco

4 commenti:

  1. Per non parlare della mancanza di senso della presenza di cose come Guitar hero (chitarra e batteria) pallone da calcio e set volante-pedali per giocare a giochi di corse. Che pensi, vabbè, ovvio che al marchese con il buco del culo stretto, non importano, saranno per qualcun'altro, magari proprio quella persona in cantina. Eh.... proprio segno di ncoerenza nella scrittura della sceneggiatura. Ce li mettiamo così i ragazzi ci giocano. Si, ma ricordati il contesto. Vabbè, se ne riparla in trasmissione con le matte risate

    Il Monco

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