venerdì 3 agosto 2012

L'immondo Profondo #8: Dan O'Bannon Parte 2

Dove eravamo rimasti ? Ah giusto, Dark Star trova un distributore, Carpenter si prende tutto il merito del progetto e O'Bannon rimane con un pugno di mosche. Dopo aver smaltito l'incazzatura però l'artista non rimane con le mani in mano e inizia subito a lavorare su una nuova sceneggiatura, e ancora una volta sceglie un soggetto fantascientifico.
Mi piace pensare che la decisione non sia casuale, forse O'Bannon ha ancora in mente l'idea originale alla base di Dark Star, ovvero quella storia fantascientifica a cui aveva lavorato con John Carpenter e che con il tempo si è trasformata in una parodia a basso budget. O forse, e questa è la possibilità più intrigante, sta cercando di rifarsi della delusione economica e personale di Dark Star; tirando fuori una sceneggiatura geniale dimostrerà agli altri e a se stesso di non avere niente da invidiare a Carpenter, e soprattutto attraverso il suo talento potrà provare che Dark Star è anche farina del suo sacco. Insomma il giocanotto vuole soddisfazione, e si può dire che in un certo senso se la sia presa, perché come vi ho anticipato nella prima parte lo script in questione è quello di Alien di Ridley Scott. Il ragazzo che in Dark Star aveva creato un alieno con un pallone da spiaggia e un po' di vernice è lo stesso che ha contrinuito a creare una delle creature più celebri dell'immaginario horror.
Dan O'bannon e Hans Ruedi Giger
Contribuito perché come sicuramente saprete il design del terribile xenomorfo è stato ideato da Hans Ruedi Giger ma Dan O'Bannon ci ha comunque messo lo zampino. Secondo quanto racconta in varie interviste fu infatti lui a proporre alla Fox di affidare il lavoro all'artista svizzero, la casa di produzione però non prese la cosa troppo seriamente e così O'Bannon fu costretto a contattarlo personamente e a pagarlo di tasca propria per realizzare dei disegni dimostrativi per il design dell'alieno. Sempre secondo le sue dichiarazioni, qualche tempo dopo ricevette una telefonata dalle autorità doganali dell'aeroporto di Los Angeles che lo contattavano riguardo ad una busta indirizzata a lui contenente “illustrazioni pornografiche”. La pornografia in questione erano i primi schizzi del celeberrimo facehugger, evidentemente abbastanza impressionanti da far cambiare idea alla Fox. Giger venne subito coinvolto nel progetto e visto che si dedicò immediatamente alla realizzazione dello xenomorfo fu proprio O'Bannon a rifinire il facehugger secondo le richieste di Ridley Scott.
Ma facciamo un salto indietro di 14 anni e qualche migliaio di chilometri, siamo in Italia nel 1965 e al cinema sta per uscire Terrore nello spazio (Planet of the Vampires in America), il primo e unico film fantascientifico diretto da Mario Bava. La trama si ispira vagamente al racconto breve Una notte di 21 ore di Renato Pestriniero (Bava come O'Bannon è un voracissimo lettore di racconti fantascientifici), e secondo molti ha a sua volta ispirato la sceneggiatura di Alien.
Effettivamente i punti in comune sono numerosi e abbastanza evidenti, piuttosto che elencarveli preferisco farvi un breve riassunto della trama, sperando così di mettervi un po' di curiosità:
L'artigianalissimo Terrore nello spazio
Due astronavi, la Argos e la Galyot, atterrano su un pianeta sconosciuto completamente ricoperto di nebbia (ovviamente i mezzi a disposizione del regista sono limitatissimi, ma non si scappa, la morfologia del pianeta è quella) attirate da un segnale radio indecifrabile (in Alien era una richiesta di soccorso), ma durante la discesa i membri dei due equipaggi perdono i sensi e, quando si risvegliano, iniziano ad uccidersi l'un l'altro senza motivo. L'equipaggio della Argos viene però salvato dall'intervento del capitano (Barry Sullivan) che è riuscito a rimanere cosciente durante la discesa, ma il deflettore di meteore della nave, indispensabile per viaggiare nello spazio, è andato distrutto. Così i superstiti devono raggiungere la nave gemella per recuperare pezzi di ricambio e ripartire, ma improvvisamente i soldati caduti tornano in vita e iniziano ad uccidere.
Dopo poche scene i protagonisti realizzano che i morti resuscitati sono in realtà posseduti da forme di vita aliene incorporee che possono sopravvivere solo all'interno di un ospite (anche qui è difficile non notare una grossa somiglianza, qui si tratta di entità eteree che si appropriano di un corpo, in Alien una creatura si serve di un ospite per completare la sua fase embrionale). Ad un certo punto del film scopriamo anche che questi parassiti avevano già attirato altre vittime sul pianeta, e infatti i protagonisti si imbattono in una nave aliena popolata da scheletri giganteschi che ricordano parecchio lo space jockey (per i non addetti: il gigantesco cadavere alieno che vediamo all'inizio di Alien).
Chi vi ricorda ?
Ho parlato di ispirazione ma si può tranquillamente dire che Alien sia una versione riveduta e corretta del film di Bava, un Terrore nello spazio ad alto budget con tutte le conseguenze del caso, ma queste forme di “ispirazione” sono piuttosto frequenti nel mondo del cinema, l'importante non sono tanto le idee quanto più il modo in cui queste idee vengono utilizzate, o'bannon e Scott comunque dichiararono di non aver mai visto Terrore nello spazio. Resta solo il dubbio su cosa avrebbe potuto fare uno come Mario Bava se avesse avuto gli stessi mezzi a disposizione, ma di questo magari si potrebbe parlare in una delle prossime rubriche.
Tornando a O'Bannon, con Alien arriva finalmente il colpaccio che tanto aspettava e che gli permette di diventare a tutti gli effetti uno sceneggiatore hollywoodiano, negli anni successivi collabora alla realizzazione degli altri episodi della saga degli xenomorfi, compresi i terrificanti Alien vs Predator, e tra le varie cose scrive film come Tuono Blu, Atto di forza, Screamers – Urla dallo spazio, Hemoglobin e Space Vampires.
Nel 1985 scrive e dirige il suo primo film, Il ritorno dei morti viventi, a metà tra horror e parodia romeriana. I fatti di La notte dei morti viventi sono realmente accaduti, ma Romero (anzi, “quello lì” come lo chiamano i protagonisti) ha dovuto cambiare e ridimensionare la storia dopo aver ricevuto pressioni dall'esercito. I morti viventi sono stati incapsulati e spediti in varie località, alcune delle capsule però sono andate perdute e alcune sono finite proprio nel magazzino di materiale sanitario in cui lavorano i protagonisti. Ovviamente i due liberano inavvertitamente uno dei morti viventi provocando la solita inarrestabile reazione a catena che farà risvegliare tutti gli abitanti del vicino cimitero. E qui sta l'innovazione di O'Bannon, i suoi zombie corrono (ma forse il primato spetta a quella chiavica di Fragasso o al Lenzi di Incubo sulla città contaminata, anche se in questo caso non si tratta di veri e propri zombie) non possono essere uccisi con un colpo in testa (anche ridurli in pezzi serve a poco) e sopratutto parlano, anzi, si lamentano di quanto è terribile essere morti e di quanto sia necessario mangiare cervelli per placare la loro tremenda agonia. Uno stranissimo mix di humor e dramma insomma, e secondo me questa citazione vale più di mille parole:

-Hai mai pensato a quanti modi ci sarebbero per morire in maniera violenta ? Oppure Spider, hai mai pensato a quale sarebbe la morte più atroce ?
-Ma io a morire non ci penso per niente.
-Secondo me il modo peggiore sarebbe circondata da vecchiacci, che mi mordono... mi sbranano... mi mangiano viva...
-Si, e poi ?
-Prima mi strappano i vestiti...
-Hey, portate qua le torce, Trash ci fa un altro spogliarello...

Nel 1992 fa un secondo tentativo alla regia con The Resurrected, ispirato ad un racconto di H.P. Lovecraft, ma i produttori gli tolgono il film dalle mani e lo completano con scene che lui aveva precedentemente deciso di tagliare. La cosa lo tormenterà per anni e contribuirà a peggiorare le sue condizioni fisiche e psicologiche, verrà colpito da varie infezioni intestinali che i conoscenti attribuiranno ad una grave forma di ipocondria. Dopo la sua morte, avvenuta il 17 settembre 2009, la moglie rivelerà che O'Bannon soffriva del morbo di Crohn da quasi 30 anni.


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