Vengo da due
trasferte consecutive per esami e registrazione voti, sono stanco,
accaldato e disidratato, e soprattutto non sono riuscito a trovare un
argomento stuzzicante per la rubrica di oggi. Quindi ho deciso di
parlarvi di un paio di registi promettenti che fanno ben sperare per
il futuro del cinema horror.
Oggi tocca a Lucky
McKee
Con una faccia
così come si fa a non amarlo ?
Lucky McKee è un
giovanotto californiano classe 1975, nel 2001 esordisce con All
Cheerladers Die, un mix di horror e commedia che a quanto pare è
particolarmente difficile da reperire, ma ci tornerò quando mi
capiterà sottomano. Nel 2002 arriva il film della svolta, May.
Questa volta l'horror si mischia con il drammatico, o forse sarebbe
meglio dire che il dramma si fonde con l'horror, perché May non fa
paura, May ti cattura, ti fa innamorare e ti spezza il cuore,
soprattutto per merito dell'attrice protagonista, che si carica tutto
il film sulle spalle in un ruolo femminile per niente facile da
gestire.
L'attrice in
questione è Angela Bettis, e May segna l'inizio del sodalizio con
McKee. Lei continuerà a recitare in alcuni dei suoi film e lui
ricambierà recitando in Roman, il suo esordio dietro la macchina da
presa. Io tanto per cambiare me ne sono innamorato.
May diventa un
piccolo cult e McKee si guadagna una consistente cerchia di
ammiratori, tra cui il sottoscritto. Il lavoro successivo è Sick
Girl, un episodio della serie Masters of Horror, che però non ho
ancora visto perché il livello della serie era talmente deprimente
che dopo 3-4 episodi ero stremato.
Nel 2006 è il
turno di Il mistero del bosco, filmetto dimenticabile, infatti lo
ricordo solo la presenza di Bruce Campbell. Nel 2008 invece esce Red,
basato su un romanzo di quel pazzo di Jack Ketchum, parla di un uomo
che cerca giustizia per il suo cane Red, ucciso da un gruppo di
bulletti. Il potenziale ci sarebbe, ma per colpa di qualche magagna
con i produttori McKee viene licenziato e il film ne paga le
conseguenze. Ma poco importa, perchè questa serie di sfortunati
eventi porta ad una collaborazione diretta tra McKee e Ketchum,
collaborazione felicissima che da vita a quella bomba di The Woman,
la consacrazione di McKee e il motivo per cui adesso sto parlando di
lui.
The Woman è a sua
volta l'adattamento di un romanzo, raccontando la trama a parole si
rischia di farla sembrare ridicola, ma preferisco rischiare: un padre
padrone violento e misogino trova una donna selvaggia nel bosco e
decide di catturarla per “civilizzarla”, così la incatena in
cantina e impone la sua presenza al resto della famiglia. Le
conseguenze potete immaginarle da voi.
The Woman è un
vero e proprio pugno nello stomaco, come quelli dispensati con tanta
facilità dal protagonista del film. E' violento, cinico e un po'
sfacciato, prende una premessa inverosimile e ci costruisce sopra una
tensione che cresce continuamente e si fa sempre meno tollerabile man
mano che lo spettatore assiste a tutta una serie di violenze e
prepotenze. Certo a volte la messa in scena è piuttosto rozza, tra
musiche rock sparate a palla e situazioni al limite del b-movie, ma è
anche incredibilmente potente. The Woman è sgradevole, ti fa sentire
scomodo sulla poltrona e ti fa desiderare che finisca presto, proprio
come uno schiaffo dato ad una donna indifesa, un piccolo gesto che
nonostante tutto ci fa ancora rabbrividire.
Il merito, o forse
dovrei dire la colpa, è anche di un cast all'altezza delle immagini
mostrate.
Angela Bettis
interpreta la moglie succube del protagonista, bella e bravissima
come al solito, ha tutta la naturalezza di una donna fisicamente e
psicologicamente fragile che ha dovuto mandare giù un sacco di
rospi. Con il capello corvino è davvero conturbante.
Sean Bridgers è
portentoso, non deve essere stato facile interpretare un personaggio
tanto detestabile, ma a farsi odiare ci riesce benissimo e il suo
volto rimane ben impresso nella memoria.
Ultima ma non
ultima Pollyanna McIntosh, La Donna, una bellezza veramente
animalesca imbruttita a dovere dal make-up. Passa il tempo a
ringhiare, mordere e gridare ma sembra che non abbia mai fatto altro
nella vita, e quando cammina incurvata e furtiva è veramente
fenomenale.
Intrinseco