martedì 3 settembre 2013

Due chiacchiere con Adriano Ercolani, un cinepatico a New York

Essere pagati per andare al cinema e scrivere di ciò che si è visto, non avere orari fissi, incontrare celebrità e attori tra i migliori al mondo e, come se non bastasse, vivere a New York City. E' il sogno di tutti. Un sogno irrealizzabile? No, qualcuno ci è riuscito e ci spiega come ci è arrivato e com'è vivere questo sogno ogni giorno.
Adriano Ercolani molti di voi lo conosceranno già molto bene, sia come personaggio televisivo, sia come amico e consigliere fidato sui social network. Ho deciso di fargli un paio di domande perché rappresenta, senza esagerare, un modello di vita per tutti noi blogger di cinema o semplicemente appassionati di cinema e di scrittura. 
Una veloce intervista -Adriano è impegnatissimo tra festival, prime visioni, viaggi da una parte e dall'altra dell'America- sul suo passato italiano, il suo presente newyorkese e il nostro futuro cinematografico.
Oltre a collaborare per diverse riviste online e siti di cinema, Adriano ha anche un blog personale, La Fiamma del Peccato e può essere "importunato" su Twitter (@AdrianoErcolani) e su Facebook per ulteriori approfondimenti.

-Ho iniziato a seguirti quando eri ancora ai Cinepatici con Donzelli e Gironi, -oddio sembra passata una vita- eri un po' l'ospite/extra critico, da quel momento cosa è successo? Ed intendo proprio a te, eri a Roma e adesso sei da un pò a New York, come ci sei arrivato? E quindi, qual'è la tua carriera, i tuoi studi, come si diventa come te? moltissimi se lo chiedono e magari te lo chiedono. Ma poi, i Cinepatici sparirono da Coming Soon, perchè? Era un ottima trasmissione, come le tante che c'erano su quel canale.
- Mi permetto subito di correggerti: io de I Cinepatici sono stato l'autore originale insieme a Mauro Donzelli. Federico è subentrato nella terza stagione, quando mi sono trasferito a New York. E' successo semplicemente che volevo tentare nuove esperienze, professionali ma soprattutto di vita. Così ho pianificato il trasferimento per un anno intero e nel 2011 l'ho messo in atto. L'ho potuto fare grazie all'esperienza accumulata negli anni di lavoro a Coming Soon, che mi ha formato come giornalista e autore televisivo. I Cinepatici è durato ben tre anni, moltissimo per un programma settimanale. Penso abbia avuto una "vita" più che soddisfacente e longeva.

-Com'è vivere a New York, vivere negli Stati Uniti?
-Emozionante, propositivo. Avere tempo libero e vivere qui è la miglior combinazione che potesse capitarmi.

-Com'è organizzata la tua giornata di lavoro? E come organizzi il tuo lavoro? Sei in una lista a cui mandano tutti gli inviti stampa per le premiere, le conferenze stampa, le interviste o sei tu che ti fai un mazzo tanto? E lavori ancora per Coming soon o freelance?
-Sono un freelance a tutti gli effetti, ma con Coming Soon ho ancora un rapporto di lavoro privilegiato e molto soddisfacente. Nella maggior parte dei casi sono io che cerco di procurarmi interviste lavorando in sinergia con gli uffici stampa italiani e stranieri, che sono totalmente collaborativi. Di solito la mattina vado al cinema o in biblioteca sulla 42nd Strada, dove lavoro fino a tardo pomeriggio. Poi però stacco e mi godo New York!

-In confronto a noi sei decisamente nel futuro, vedi film che in Italia arriveranno tra le 2 settimane o 2 mesi o addirittura 2 anni,. Cosa c'è da tenere d'occhio per il nostro futuro?
- Senz'altro Blue Jasmine, il nuovo film di Woody Allen. Per l'immediato direi We're the Millers (ndr: Come ti spaccio la famiglia, in uscita settimana prossima), divertentissimo, la miglior commedia americana 2013.
-La soddisfazione più grande da quando sei a New York, la più grande emozione? E l'intervista più strana? La celebrità che più ti ha impressionato (Eastwood?)? Quella che mai avresti creduto fosse così dal vivo o quella che è stata più "stronza"?
- Clint Eastwood senz'altro, ma anche Jennifer Lawrence e Denzel Washington mi hanno emozionato. La più bella di tutte però è stata quella con Michael Mann, quando vivevo ancora a Roma. In generale non mi trovo sempre a mio agio con gli attori comici, soprattutto quando ci tengono ad essere presi sul serio. Talvolta un po' troppo. Saper far ridere è una dote straordinaria, non si dovrebbe tenerla nascosta...

-Ma si, visto che siamo entrambi appassionati di basket, cosa pensi dei miei Knicks? Brooklyn destinata a dominare? I tuoi Lakers in lotteria? Ehehe
- Secondo me quest'anno Nets e Knicks arriveranno almeno alle finali di Conference, di sicuro una delle due. I Lakers? Mi accontenteri di un primo turno di playoff...

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