lunedì 22 ottobre 2012

Il bianco e il nero #19: Tanti auguri Mr. Bond

– Ammiro la sua fortuna, Mr...
– Bond, James Bond. 

Cinquant'anni e non sentirli, bè oddio, insomma. Ci sono voluti sei volti diversi, molti "lifting", ritocchini, tanti padri e tante epoche e mode alle quali sottostare. Ma il nostro agente segreto doppio zero, le ha vinte tutte. Perbacco!, persino la crisi economica che stava per bloccare il nuovo capitolo in uscita a novembre.
In occasione del compleanno della saga più famosa del mondo, ecco uno specialone sul primo film, Licenza di uccidere, con molte chicche sulla realizzazione, sulla nascita della gunbarrel scene, la musica tanto celebre dei titoli, la scelta del romanzo (non era il primo) le opinioni e le reazioni del padre e creatore di tutto ciò, Ian Fleming. E poi la prima Bond girl, il primo villain, e il primissimo Bond, che scommetto pochi conosceranno.


Scena prima dei titoli di testa:
Come ogni buon James Bond bisogna partire dall'anticamera, quella breve sequenza prima della "sigla" e del gunbarrell, che compare in ogni film (a parte il primo) e che chiude un caso precedente, portandoci a quello nuovo assegnato all'agente doppio-zero.
Siamo nel 1954 e sul canale americano CBS va in onda il telefilm Climax! composto da una serie di episodi da circa un ora trattanti vari temi ma sempre incentrati sull'azione, il pathos e la tensione. Questa sera va in onda un certo Casino Royale tratto dal best seller omonimo di Ian Fleming. Il libro fissa la nascita dell'agente più famoso della storia del cinema e non solo. Fleming lo aveva scritto un anno prima e aveva ottenuto un discreto successo tanto che già qualcuno a Hollywood voleva farci un film. Per ora riuscì a finire in un programmaccio poco seguito e prodotto dalla Crysler. 
Bianco e nero, dopo l'intro di un presentatore appare questo uomo di spalle mentre sale i gradini che portano all'entrata di un Grand Casino a Montecarlo. Qualcuno gli spara ripetutamente e lui si salva nascondendosi vicino a una colonna. Il concierge gli chiede se è stato colpito e lui risponde "No. Tutto d'un pezzo, ma non saprei dire come". Questa, e non la celeberrima, Bond, James Bond, è il primo vagito, la prima frase del Bond cinematografico-televisivo. Non proprio d'effetto.
Tutto l'episodio non entusiasma granchè. Eccezzion fatta per il cattivo, Le Chiffre, interpretato dal mitico Peter Lorre, il primo Casino Royale è di una piattezza sconcertante. Bond è interpetato dall'attore americano (l'unico e solo di questa nazionalità) Barry Nelson un signor nessuno. L'attore ricorda di aver accettato il ruolo solo perchè avrebbe recitato con Lorre, di cui era grande estimatore, ma il giorno delle rirpese era un fascio di nervi, tanto che Lorre nel climax finale gli disse "Smettila di tremare, non riesco a ucciderti!".
Niente ricorda gli elementi classici dei futuri Bond. Niente sigla, niente gunbarrell, niente viaggi per il mondo. Persino il drink è sbagliato. Nelson ordina uno scotch con acqua e non il famigerato Vodka Martini agitato, non mescolato. E poi povertà nelle scenografie, una sola Bond girl, un finale affrettato e poco altro.

L'episodio si rivelò un flop. Fleming la prese molto male perchè ci credeva molto nel personaggio, nella sua possibilità nel campo visivo e inoltre gli avevano più o meno promesso che sarebbe stato l'inizio di una serie TV tutta sua di 30 avventure. Tuttavia nel 1956 gli proposero di scrivere qualche episodio (e qui nacque Licenza di uccidere) ma poi il progetto venne abortito.
Addirittura la pellicola, unico modo di rivederlo, scomparve e venne ritrovata solo nel 1981. Poco prima della messa in onda venne anche tagliato grezzamente di qualche minuto per farlo rientrare nei tempi televisivi. Un fallimento totale che però portò ulteriore fama allo scrittore in terra americana, con la ristampa del libro, (con diverso titolo, non si sa mai, "Too hot too handle), e l'americanizzazione di alcuni idiomi, unico caso di modifica da parte di Fleming di una sua opera della saga Bond.
Dopotutto Casino Royale fruttò bene e la coda che si creò alla porta di Fleming (George Ratoff comprò i diritti per ben due volte, la prima scaddero mentre la seconda li comprò a vita. Morì nel 1960 e l'anno successivo la vedova li cedette a Charles K. Feldman, a dieci volte tanto, e riuscì a fare uscire il primo lungometraggio su Casino Royale, una parodia scanzonata nel 1967) faceva ben sperare per il futuro.
My name is Broccoli, Albert R. Broccoli.
Ian Fleming continuava a scrivere imperterrito e ogni nuovo capitolo faceva lievitare il numero di fans della serie. Tra il 55 e il 56 le avventure di James Bond finiscono ancora su carta, ma a disegni. Nasce il fumetto ed è subito un successone. Queste spy stories hanno un appeal troppo grande per rimanere semplici parole su carta. Bisogna farne un film, anzi, una serie di film!
Il primo che crede fermamente in Bond -e in tutti i Bond- è Albert R. Broccoli, detto Cubby, un americano da tempo residente a Londra. Con Irving Allen compone una casa di produzione con qualche affare all'attivo. Appena mette gli occhi sui libri di Fleming comprende la loro commerciabilità. Donne, sparatorie, un uomo affascinante perfetto per il pubblico femminile e modello per quello maschile, classe, eleganza, esotismo e trame spettacolari.
Ne parla nel 1958 al suo socio durante una cena all'hotel Ambassador e l'opinione di Allen non potrebbe essere più contraria alla sua. "Spazzatura, non andrebbe bene neanche per la TV". Forse è in questa occasione che inizia a pensare di separarsi e formare una società tutta sua.
Mentre accade ciò, Harry Saltzman, un piccolo produttore canadese, acquista i diritti dell'intera saga Bond per 50 mila dollari. Un contratto di sei mesi. Pensava di fare l'affare della vita, venderlo a qualcuno e guadagnarci bene ma il tempo passa e non riesce a trovare nessuno che gli risponda. Qualcuno interessato c'è, ed è David Picker, presidente della United Artist. Picker avrebbe già in mente un progettino e ne parla con Lew Wasserman, l'agente di Hitchcock (regista di diverse spy stories). Solo chiacchiere, proposte, ma non sembra esserci molto interesse, al momento.
Intanto Broccoli, rimasto solo, cerca nuovi progetti. Incarica un suo sceneggiatore di scrivere una stesura di un ipotetico trattamento del libro Le mille e una notte. Non lo soddisfa, in mente ha solo Bond, perciò ci riprova e scopre che questo Saltzman ha i diritti e gli stanno per scadere. L'orologio corre e Saltzman deve assolutamente vendere, perciò organizza una cena con Broccoli. Tutto va bene, i due si trovano d'accordo ma Saltzman non vuole semplicemente vendere i diritti, vuole entrare in società con Broccoli. Così nacque il sodalizio che durerà diverse decadi. In un nuovo tentativo di coinvolgere la United Artist (che avrebbe dovuto curare le eventuali perdite, la distribuzione e parte della produzione) si arriva a un contratto.
Tutto è pronto per Mr. Bond #1.

Bond va dal dottore.
No, non per visite mediche come per gli sportivi, ma per altre ragioni.
Quando stavano per iniziare le riprese, la scelta tra i romanzi di Fleming a cui attingere era già molto nutrita. C'era ovviamente Casino Royale, Vivi e lascia morire, Moonraker, Una cascata di diamanti, Dalla Russia con amore, Goldfinger, Licenza di uccidere e Solo per i tuoi occhi. Escluso d'acchito il primo, si pensò a Thunderball, appena uscito fresco fresco. Solo che c'era una spinosa battaglia legale da risolvere prima di realizzarlo.
Thunderball venne scritto nel 1961 da Kevin McClory, lo sceneggiatore Jack Whittingham e Ian Fleming, si sarebbe dovuto chiamare "James Bond, Secret Agent" e sarebbe dovuto essere il primo film. Purtroppo Fleming lo pubblicò all'insaputa degli altri e a solo suo nome, pensando così di fare la furbata commerciale di fare uscire il libro da cui è tratto il film. Thunderball diventerà il quarto film della saga e in copertina del libro verranno in seguito aggiunti i nomi degli altri collaboratori.
La scelta infine ricadde su Licenza di uccidere - Dr. No, perchè il più semplice e il meno costoso (solo un viaggio in Jamaica e basta). Fleming aveva scritto la storia già nel 1956 pensando che arebbe diventata un episodio della serie TV promessa, James Gunn, secret agent. Per la versione cinema, nel 1961, gli sceneggiatori Wolf Mankowitz e Richard Maibaum stavano pensando a una storia tutta nuova, vagamente basata sul romanzo. Narra la leggenda che avessero scritto una storia su un certo Buchwald, un magnate che tenta di far esplodere il canale di Suez. il Dr. No del titolo sarebbe stata una scimmia venerata come un dio su un'isola esotica. Una pessima idea bocciata da Broccoli. "Rimanete più fedeli al romanzo ragazzi".
La seconda stesura, quasi pedissequa al libro, venne scritta dai due precedenti sceneggiatori più Joanna Harwood e Berkeley Mather. Una volta concluso, Makowitz decise di uscire dal progetto e far togliere il proprio nome dai crediti. "Sarà un disastro (eh senza scimmie...NDR)". Nel 1967 avrebbe collaborato al film parodia Casino Royale. E questo spiega molte cose.

Si ma chi sarà LUI.
Eh già, con una sceneggiatura bella che pronta, serve ora un attore che interpreti James Bond. E non solo, deve essere proprio lui, di classe, affascinante, misterioso, letale e soprattutto inglese. Ormai i lettori si sono fatti un'idea e Ian Fleming non tollererebbe mai un "impostore" a impersonare la sua creatura.
Broccoli, fin da quando aveva preso in mano il progetto, aveva una ideuzza. Il suo amico, nonchè testimone di nozze, Cary Grant. E la cosa sarebbe andata anche in porto, dato che Grant aveva sempre figurato bene negli spy movies (Intrigo Internazionale, Notorious) e dato che Fleming aveva immaginato il suo Bond sulle sembianze dell'attore, ma Cary avrebbe firmato per uno e un solo film, mentre l'idea di partenza era già quella di farne il più possibile. Quindi l'idea sfumò.
Saltzman propose un affascinante attore di sicura presa. Peccato che fosse impegnato con una serie TV, Il santo, e dovesse rinunciare. Eh si, era proprio Roger Moore (il preferito di Fleming), il James Bond numero 3 della storia, ma questo succederà molto più in là nel tempo.
Così vennero fatte ulteriore ricerche. Vennero testati tra i tanti, Trevor Howard, Rex Harrison, Richard Johnson, William Franklyn, Stanley Baker, Ian Hendry, Richard Burton e John Frankenheimer. David Niven invece venne scartato subito perchè troppo vecchio per essere credibile. Si vendicò interpretando Bond nel film parodia.
Non se ne usciva proprio, fino a quando, Broccoli non si ricordò di un certo Sean Connery, un attore sconosciuto presentatogli a un party da Lana Turner, qualche mese prima. Volle vedere qualche suo film e rimase conquistato. Fece vedere Darby O'Gill and the little people, dove ha una scena di lotta, alla moglie Lana e a Saltzman e anch'essi si dichiararono entusiasti. Affascinante, rude ma anche delicato, un bell'uomo, atletico. Ma nessun'altro era convinto della scelta. Alla United Artist telegrafarono che si poteva fare di meglio e di continuare a cercare. Fleming rimase stupito. Connery era scozzese e figlio di minatori, Bond è inglese e figlio della upper class britannica, come si poteva scegliere lui! Un idea destinata a mutare per sempre dopo aver visto la sua interpretazione nei panni dell'agente segreto (tanto che nel libro Al servizio segreto di Sua Maestà, paragonerà Bond a Connery stesso).
Intanto a Londra venne indetto un concorso pubblico per la ricerca del nuovo Bond. I sei finalisti vennero provinati da Broccoli, Saltzman e Fleming. Vinse un modello di 28 anni, Peter Antony, perfetto per la parte, ma un cane come attore. E quindi venne scartato.
Alla fine Connery venne imposto con la forza da Broccoli e Saltzman e il nuovo regista, Terence Young (inglese, scelto dopo il rifiuto di Guy Green, Guy Hamilton, dirigerà altri Bond più in là, e Ken Hughes), promise che l'avrebbe trasformato, sarebbe diventato un perfetto gentiluomo della aristocrazia inglese, sia nel vestire, che nel parlare, che nel comportamento. E Connery sia allora.
Young lo portò nel famoso negozio di Londra, Turnbull and asser per farsi fare un intero guardaroba. Si fece preparare un abito apposta, qualcosa che fosse elegante, comodo , sportivo e molto resistente. La muta perfetta per un agente segreto che bazzica i casino e i ricevimenti di gala. Una volta confezionato l'abito, Young consiglia a Connery di dormirci dentro una notte e dirgli se al mattino fosse ancora confortevole e non troppo stropicciato. Con somma sorpresa dell'attore, dorme una notte da favola e al mattino è elegante e privo di una piega. L'ultima modifica comprende un accessorio da ... testa. Un toupèe indossato da Sean per tutta la saga. Quel dommage!

E ora, il cattivo.
Chi sarebbe stato il letale Dr. No, un asiatico, freddo e spietato, con mani d'acciaio dopo uno sfortunato incidente? Fleming aveva in mente l'amico e vicino di casa in Jamaica, Noel Coward. Gli mandò per telegramma la proposta e la risposta fu "Dr. No? NO, NO, NO!".
Dr. No era basato sul personaggio fittizio Fu Manchu inventato da Sax Rohmer a inizio secolo. Se solo avesse saputo che suo cugino, Christopher Lee (quel Christopher Lee), lo avrebbe interpretato magnificamente nella saga cinematografica a lui dedicata, la ricerca sarebbe finita, ma non poteva saperlo (Lee sarebbe stato in seguito un cattivo in un film di Bond, ovvero Scaramanga in L'uomo dalla pistola d'oro, uno dei migliori).
Max Von Sydow dovette rinunciare perchè impegnato nel ruolo di Gesù in La più grande storia mai raccontata (ma anche lui sarebbe finito a fare il cattivone in Mai dire mai). Venne scelto Jospeh Wiseman un notevole attore di teatro, newyorkese, molto facile da far passare per un uomo dai tratti asiatici. La sua recitazione nervosa e al contempo posata rappresenterà uno standard con cui tutti i cattivi della saga dovranno confrontarsi.
Il resto del cast venne scelto velocemente. Jack Lord avrebbe fatto un collega di Bond, Antony Dawson il professor Dent, John Kitzmiller sarebbe stato Quarrel, Bernard Lee il capo di Bond, M., e per le quote rosa, Lois Maxwell, inizialmente incaricata di essere la prima Bond girl, ovvero Sylvia Trench, si scambiò di ruolo con Eunice Gayson diventando così Miss Moneypenny, il simbolo della segretaria efficente. Zena Marshall fu un aggiunta dell'ultima ora, la sua miss Taro sarebbe stata una ulteriore conquista di Bond, non presente nel romanzo. Dimentichiamo qualcuno? Direi, manca la Bond girl principale del film, Honey Ryder.

Ursula goes to Jamaica.
Forse ai tempi nessuno badava alla figura della Bond girl o semplicemente non avrebbero mai pensato che avrebbe riscosso un tale successo e coperto una tale importanza. Perciò a pochi giorni prima di partire per le riprese in Jamaica, c'era un buco nel cast. Per caso, saltò fuori una foto in bianco e nero, di una bellissima bionda, scattata dal fotografo professionista John Derek. Informatisi su chi fosse la donna, scoprirono che era la moglie di Derek, tale Ursula Andress. Le mandarono il copione. Lei manco le lesse fino a quando, una sera, lo fece, insieme al marito e all'amico di famiglia Kirk Douglas. Dopo aver riso ad ogni pagina per un paio d'ore, i due uomini le consigliarono di accettare. "E' divertente, prenderai un pò di sole e sarà come andare in vacanza, perchè no?". Fu così che venne scelta. Nessuno sarebbe stato in grado di predire la incredibile fama che la sua uscita dall'acqua in bikini avrebbe suscitato nel mondo e nell'immaginario degli appassionati di cinema.

16 gennaio 1962, si parte.
Il 16 gennaio del 1962 venne girata la prima scena della storia di 007 - James Bond. E' la sequenza dove James arriva all'aeroporto, in Jamaica, e viene seguito da una strana fotografa (una donna, miss Jamaica in carica, trovata per caso in loco, anzi, proprio in aeroporto. Era l'addetta al controllo biglietti e Saltzman le chiese "Vuole fare cinema?" "Ok, certo, ma mi dia il biglietto" rispose lei) che leccava le lampadine del flash. Intorno a mezzogiorno era tutto pronto. Young filava come una scheggia.
Il 18 venne girata la prima scena di lotta, prima di un centinaio della saga. Il 24 la sequenza nel locale dove tutti ballano e cantano. All'orchestra, la Byron Lee and the Dragonaires (la miglior band locale, ancora oggi) il compositore Monty Norman chiese di suonare il pezzo Jump Up, il più famoso del loro repertorio. Questa divenne la prima hit song di un Bond movie, facendo un successone di incassi in tutto il mondo.
Il 26 Bond arriva all'hotel King House. Ypung suggerisce a Connery di improvvisare, nasce così quell'umorismo salace e grottesco, caratteristica tipica del personaggio. Nel pomeriggio viene girata la prima scena insieme tra Connery-Bond e Ursula-Honey, ovvero l'ultima che li vede insieme nell'ordine del film.

Dal 6 febbraio si va nell'entroterra, guidati da Fleming che ha casa nei paraggi. La troupe scopre un vero paradiso terrestre dove girare alcune riprese di azione e dialogo. Ma l'8 febbraio arriva il momento de LA scena numero uno, la comparsa dalla acque di Honey Ryder in bikini (nello script originale nuda, coperta con alghe nei punti strategici).
Ma chiaramente qualcosa non va. Honey Ryder è un'orfana locale allevata da una famiglia a lavoro nelle piantagioni. Ursula Andress è uno svizzerona bianca come il latte che mai potrebbe essere scambiata per un indigena. Bisogna pitturarla tutta per, almeno, abbronzarla un pò. Viene fatta spogliare, la mattina, e spennellata dappertutto, eccetto la testa. Chiunque fosse in zona si armò di un vassoio con la colazione per fare irruzione e sbirciare nel suo camerino. A fine "tinteggiatura" si ritrovò con 8 colazioni diverse.
Fleming ci rimase sotto. Quella era la Bond girl per antonomasia e come fece per Connery la inserì nella descrizione di un suo libro. Peccato che poi nella trasposizione in film, l'attrice non ci andava neanche vicina.
Il 12 febbraio tocca la dragone sputafuoco del Dr. No. Siccome si girava in una palude, portare un mezzo troppo pesante era un impresa. Venne preso un trattore e venne agghindato come una macchina della morte. Ad ogni ciak si doveva correre a tirarlo fuori dalla palta e quindi a ricoprirsi di moscerini e sanguisughe. Il tutto per quel risultato abbastanza...ridicolo.

Back to England.
Il 23 febbraio le riprese si spostarono nei leggendari studi di Pinewood. Il 2 marzo venne il momento dell'introduzione, la prima storica, di Bond. Young prese l'idea da Juarez di Paul Muni in cui c'è un continuo gioco di inquadrature a particolari e a mezzo busto del protagonista, senza mai vedere la sua faccia prima che venga introdotto. Dopo tutte queste riprese, miss Taro si complimenta con Bond dicendo "Ammiro la sua fortuna mister..." e qui ecco la battuta, forse più famosa della storia del cinema, "Bond, James Bond".
A farla da padrone in Inghilterra sono i favolosi set di Ken Adams (fortemente voluto l'anno dopo da Kubrick per il suo Il Dottor Stranamore). La casa di Dr. No, il laboratorio nucleare, le varie torture, tutto denota un lavoro magistrale dell'architetto inglese.
La scena dove Ursula Andress viene attaccata da un orda di granchioni (fatti venire dall'oceano e ancora mezzi ghiacciati e smorti, per niente spaventosi) venne girata in un set, comprendenti tutti i laboratori, da 100 mila dollari, ovvero un decimo del budget totale. Il grande tocco finale, venne in mente a una sua collaboratrice che consigliò di mettere un quadro di Goya, scomparso realmente e introvabile per circa cinque anni, nella casa del Dr. No. Un vero criminale!
Adesso, a film quasi completato, tocca pensare alla musica. Monty Norman rifiutò la proposta di Broccoli di usare Underneath the mango tree, la canzoncina allegra che Bond canticchia a metà film (unica volta di un Bond canterino) perchè troppo fuori posto, non abbastanza seria. Allora pensa a un motivetto che aveva scritto per un musical poi abortito, A house for mr. Biwas. Non è del tutto convinto, fino a quando John Barry non porta alcuni arrangiamenti da sottoporgli. Il risultato finale, quello che conosciamo, è strepitoso, è quello che cercavano, è Bond.
Infine Maurice Binder propose una scena, girata con una pinhole camera, come se si fosse all'interno di una canna di pistola, in cui dall'altro lato vediamo James Bond. La nostra soggettiva sarebbe quella della pistola di un assassino, freddato da Bond. Ovvero la gunbarrell scene, la scena che apre ogni capitolo della saga (o quasi, adesso apre ogni nuovo capitolo con un nuovo attore a interpretare Bond). L'attore che intepreta l'agente doppio zero però non è Connery, bensì Bob Simmons. Solo da Thunderball in poi Connery in persona reciterà la scenetta.

Fischioni e ovazioni.
Ora che il film è pronto, viene presentato ai dirigenti della United Artist e a Fleming. La proiezione inizia alle 10 di mattina. Alle 12 circa finisce e la sala piomba in un silenzio opprimente. I capi europei dicono che l'unica cosa buona è che almeno non ci perderanno troppo, essendo costato solo 1 milione di dollari. Fleming è di poche parole. "Terribile, semplicemente terribile". Saltzman e Broccoli sono agitati e rimescolati per bene.
Il film viene presentato al grande pubblico il 6 ottobre 1962 al cinema London Pavillion a Picadilly Circus a Londra. Proprio nello stesso preciso istante, un gruppeto di Liverpool pubblica il primo singolo della loro storia (durata un quinto circa di Bond) Love me do. Una giornata campale per gli inglesi, se solo avessero potuto sapere.
Dr. No (titolo originale. In Italia uscì come Licenza di uccidere, il che causò qualche problema quando un successivo capitolo della saga verrà chiamato proprio così. Ma anche in Giappone non andò bene. Capendo male il titolo, lo tradussero come Un dottore? No!, ovvero Non abbiamo bisogno di un medico. Per fortuna se ne accorsero in tempo) divenne un successo mondiale. Incassò venti volte tanto il budget irrisorio che gli venne dato e lanciò la saga più longeva (Godzilla permettendo) della storia del cinema.
Broccoli sapeva tutto, aveva previsto tutto questo successo. Un successo proseguito anche dopo la sua morte e arrivato fino al suo 23esimo capitolo, in uscita a novembre in tuto il mondo, messo in grave pericolo dalla bancarotta della MGM degli ultimi anni.
Auguri James Bond, non ci libereremo mai di te.

-Piccola chiusura personale. Ho visto quasi tutti i Bond, andrò al cinema a vedere il prossimo, come ho fatto per gli utlimi due, ma non sono un fan della saga. Trovo che i capitoli davvero buoni siano pochi, il resto è un insieme di film che passano dalla striminzita sufficenza a delle cadute di stile evitabili (quasi tutti i capitoli di Moore, anche se alcuni suoi sono tra i più belli). Bond è un icona, un evento l'uscita del nuovo film, un importante pagina nella storia del cinema, ma, vi prego, non venitemi a dire che sono bei film, perchè non è così. Diamine, molti di questi non sono neanche buoni film di spionaggio.
Ma allora perchè hai dedicato uno speciale a sta roba? E fateve i fatti vostri.

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La prossima puntata sarà la numero 20, si festeggia. Parlerò di uno dei miei film preferiti e tramite esso, dell'epoca di cui tratta. E poi anche lui compie gli anni, ben 60; Cantando sotto la pioggia.

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