Come spesso succede a Locarno, le
sorprese migliori arrivano dalla sezione Cineasti del Presente (basti
pensare a Navajazo l'anno scorso). Quest'anno in particolare, con un
Concorso Internazionale dominato da autori "storici"
(Akerman, Zulawski, Iosseliani) e grandi nomi (Hong Sang-soo) è ancora più
impressionante e significativo imbattersi in un esordio come quello
del giovanissimo Gan Bi.
domenica 23 agosto 2015
domenica 16 agosto 2015
Locarno 68 - Il meglio e il meno meglio di quest'anno
sabato 15 agosto 2015
Locarno 68 – Right Now, Wrong Then. Hong Sang-soo ci regala il film del festival
Per fortuna c’è Hong Sang-soo. Al penultimo giorno di
proiezioni dei film in concorso a Locarno 68, veleggiava un certo malcontento per la qualità della
selezione di quest’anno. Film stanchi, personaggi in cerca di una fine, magari
della propria crisi personale, magari
della loro vita stessa, e in cerca di una rinascita, di una seconda
opportunità. E dal nulla di spunta il nuovo titolo del prolifico regista
coreano, re del film “a versioni”, nei quali i propri personaggi hanno
effettivamente la possibilità di riprovarci, anche più volte e a distanza di
poco tempo.
venerdì 14 agosto 2015
Locarno 68 – I genitori visti da un figlio e da una figlia (documentaristi). Futebol, No Home Movie
Al Concorso
Internazionale di Locarno 68 erano candidati molti film che potremmo dire viaggiavano
in coppia, per i più svariati motivi. I due asiatici, infilati negli ultimi giorni
come da tradizione, i due Americani, i due maestri del cinema europeo (Zulawski
e Ioseliani) e i due documentari, No Home Movie di un colosso del cinema
sperimentale come Chantal Akerman e O futebol del brasiliano Sergio Oksman.
Due opere molte simili per il soggetto, il rapporto con un
proprio genitore anziano, ma totalmente
diversi per l’approccio e lo sviluppo.
mercoledì 12 agosto 2015
Locarno 68 – Keeper, ovvero Juno cinico e al maschile
Anche quest’anno il Concorso Internazionale è stato più
volte messo in ombra dal “minore” Cineasti del presente, recinto in cui
sgambettano i giovinastri del panorama internazionale in grado di presentarsi
sempre con opere ardite, vive e emozionanti. (S)Piace dirlo ma tutte cose che
troppo spesso mancano al piano di sopra, in una selezione afflitta da troppo
cervello e intellettualismo tipica dell’era Chatrian (ci tornerò). Quest’anno
opere come Keeper, Der Nachtmhar, Dead Slow Ahead, Olmo & the seagull,
Siembra, Thithi, Kaili Blues (e l’anno scorso Navajazo) non avrebbero sfigurato
tra i senior del Concorsone. Certo sono opere di autori acerbi ma così
promettenti da essere il punto di maggiore orgoglio del Festival.
martedì 21 aprile 2015
Citizenfour di Laura Poitras
Al cinema dal 16 aprile
Vincitore Oscar 2015 per il Miglior Documentario
Trama: La regista Poitras viene contatta da un misterioso personaggio che si nasconde dietro il nome Citizenfour. Si tratta di Edward Snowden, un tecnico della NSA pronto a rivelare in che modo il governo americano viola ogni giorno la privacy di milioni di cittadini, senza alcun motivo. Il documentario segue i giorni in cui le rivelazioni di Snowden diventano di dominio pubblico.
Citizenfour è il terzo capitolo di una trilogia sull'America post 11 settembre a firma di Laura Poitras (gli altri due sono My country my country (2006) sulla guerra in Iraq e The Oath (2010) sulla prigione di Guantanamo), regista impegnata e che proprio a causa di queste pellicole scomode, si è trasferita a Berlino in pianta stabile. Sarà proprio su consiglio di Snowden, ancora whistleblower (non esiste una traduzione fedele in italiano, in quanto il termine vago spia, è denigrante) anonimo nascosto dietro mail criptate, che deciderà di lasciare il suo paese natale.
Citizenfour ha la sfortuna di uscire tardi, ovvero quando tutto il polverone legato a Snowden, non che sia esaurito e dimenticato, ma si è sicuramente attenuato. Purtroppo la memoria media è sempre molto labile su cose fatte volutamente passare nel dimenticatoio dopo poco tempo. Eppure la sua forza e i suoi molti pregi sono ancora vividi rendendolo un documentario dall'importanza enorme.
Citizenfour ha la sfortuna di uscire tardi, ovvero quando tutto il polverone legato a Snowden, non che sia esaurito e dimenticato, ma si è sicuramente attenuato. Purtroppo la memoria media è sempre molto labile su cose fatte volutamente passare nel dimenticatoio dopo poco tempo. Eppure la sua forza e i suoi molti pregi sono ancora vividi rendendolo un documentario dall'importanza enorme.
domenica 12 aprile 2015
L'importanza di Tarantino
Mi piace pensare alla Cultura come a un album di figurine. Si parte con tutte le pagine vuote e si inizia piano piano a coprire tutti gli spazi bianchi, partendo da argomenti che ci piacciono o ci interessano o cadono sotto i nostri occhi. Pensiamo al cinema, immaginiamo una ipotetica pagina/sezione/album con le figurine del cinema. Abbiamo appena visto un film francese della Nouvelle Vague, uno di Truffaut. A questo punto cercheremo di completare -se ci è piaciuto, chiaramente- la sezione Nouvelle Vague con tante altre figurine, muovendoci orizzontalmente, ovvero proseguendo con i film di Truffaut, o verticalmente, quindi passando a registi dello stesso genere o periodo (Godard, Chabrol), o diagonalmente, scegliendo di vedere un documentario su quel film, un remake, una pellicola che tratta la stessa tematica o una che non c'entra assolutamente nulla, ma che ha in comune la città in cui è stata girata o uno degli attori. Per non parlare della lettura di un libro o dell'ascolto di un disco. Ognuno traccia e percorre il percorso che preferisce.
sabato 11 aprile 2015
Il trailer del nuovo film di Paolo Sorrentino, La giovinezza
Dopo La Grande Bellezza, vincitore del premio Oscar 2014 per Miglior Film Straniero, l'attesa per il nuovo film di Paolo Sorrentino era alle stelle. Da poche ore è uscito online il trailer diYouth – La Giovinezza, questo il titolo ufficiale.
venerdì 10 aprile 2015
Into The Woods di Rob Marshall
Al cinema dal 2 aprile
Trama: Per eliminare una maledizione che grava sulla sua famiglia, un fornaio e la moglie dovranno imbarcarsi in un'avventura nel bosco alla ricerca di una mucca bianco latte, una scarpetta dorata, una chioma giallo grano e un cappuccio rosso.
C'è una strana atmosfera di deja-vu che avvolge il nuovo film di Rob Marshall, Into The Woods, ma più che di "già visto", si ha la netta impressione di aver già ascoltato le melodie che compongono la sua struttura musical. Non è una sensazione gradevole, almeno per chi scrive, quella in cui le orecchie si incamminano non per una selva mai battuta prima, ma famigliare alquanto.
Compositore del musical omonimo originale è quel Stephen Sondheim che debuttò a teatro, fornendo le parole a un classicone come West Side Story. Sondheim ha poi continuato con le proprie gambe e creato interamente opere come A Little Night Music, Sunday in the Park with George e soprattutto Sweeney Todd. Ah bingo! Ecco cosa mi ricordava tutto il tempo, il film di Tim Burton.
L'emancipazione della principessa Disney e la contemporanea estinzione del principe azzurro
A.A.A. Azzurro Principe Cercasi, ma anche no. Dopo aver contribuito per quasi 80 anni a creare ed inculcare nelle menti di diverse generazioni l'idea di un principe bellissimo, senza macchia e senza paura, con tanto di cavallo bianco che salva la principessa di turno, la Disney inizia a prendere le distanze e a cambiare rotta. Consapevole dei tempi moderni in cui viviamo e della maturità raggiunta da gran parte delle proprie fans, la casa di Topolino mette in panchina un archetipo mai realmente esistito e neanche poi più tanto al centro dei sogni del pubblico femminile.
giovedì 9 aprile 2015
A ridaje coi remake, adesso anche National Lampoon's Vacation e Rocky Horror Picture Show
Dunque cerchiamo di fare un rapido riepilogo così che anche a quelli che vivono sotto un sasso possano rimanere stupiti. Attualmente Hollywood (termine generico per definire le super produzioni americane) sta macinando idee su idee, aprendo una tomba dietro l'altra. Questo il programma per i prossimi anni:
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