sabato 14 luglio 2012

Freerunner di Lawrence Silverstein


Nelle sale dal 13 luglio anche in 3D.
Nel totale vuoto delle sale italiane (sia di pubblico, sia di proposte) arriva questo film, spero, low budget, girato a Cleveland, nota per essere the mistake on the lake, con regista quella mente perfida che ha osato produrre The cell 2 (si esiste) e che qui si cimenta per la prima volta dietro la telecamera. Come se non bastasse ve lo potrete godere in 3D se vorrete, ma avendolo visto in versione normale, non capisco dove ce la metteranno sta tecnologia dato che non c'è una singola scena degna o non c'è neanche una qualità video decente per dare profondità o comunque rendere tale scelta sensata. 
Ma cos'è Freerunner? Presto spiegato. Trattasi di film adrenalinico con al centro un gruppo di ragazzotti dediti al parkour (quella moda di scalare i palazzi e correre e saltare per le stradine delle città). Questo gruppetto partecipa alla Freerun, una corsa per la città di Metro, nella quale non ci sono regole, basta raggiungere tre bandiere di colore diverso e in un ordine preciso, sparse per una zona molto vasta. Si può scommettere, ci sono telecamere sparse per tutto il percorso e molti ragazzini locali ne vanno matti. Tutto bene, tranne che la competizione è solo un antipasto per qualcosa di ben più grosso e pericoloso. Un giorno i ragazzi si svegliano in un capannone e con un collare esplosivo addosso. Su uno schermo appare il temibile Mr. Frank che annuncia le nuove regole: 3 scanner da passare in 60 minuti sparsi per la città, l'ultimo dei concorrenti che viene scannerizzato ha soli tre secondi dal penultimo per non esplodere, chi si leva il collare muore, chi esce dalla zona di gioco esplode premio finale di un milione di dollari. Il tutto sotto lo sguardo compiaciuto e divertito di multimilionari che scommettono ben più della paghetta settimanale.
Oh, ma che bello, eh? Si, in effetti l'idea è interessante, forse un pò scopiazzata (impossibile non pensare a Crank ma più grezzo), molto stile videogame, giovanile, che frulla dentro le mode del momento, dal parkour, alle riprese da mix tape di skate ai gesti spericolati degni delle fail compilation di Youtube. Allora perchè è brutto? In primis perchè è scritto evidentemente da un ragazzino dodicenne, amante appunto dei videogiochi e di tutte queste cose adolescenziali. Si parte già male, con una trama riassunta didascalicamente circa quattro volte che fa venir voglia di gridare allo schermo "Ok ho capito!", per poi continuare con inverosimiglianze, forzature nella "sceneggiatura", tipiche, per carità, del genere, ma eccessivamente fastidiose (una su tutte è l'esplosione finale), passando per dialoghi e battutine irritanti.
Il resto lo fa una regia che sulla carta dovrebbe essere l'unica scelta possibile. Molta POV, moltissima camera a mano e qualche camera fissa simil circuito chiuso di sicurezza, almeno per le sequenze movimentate. Eppure si rivela una scelta terrificante perchè in alcuni casi non si capisce una mazza e in altri spezza il ritmo, non aiutando quindi il montaggio frenetico. Insomma, un disastro.
Ma l'apice della "schifezzeria" si raggiunge nei segmenti di trama, quella poca che c'è. Parlavo di videogiochi prima, ecco avete presente quelle cut scene tra un livello e l'altro? Quella qualità pessima di recitazione legnosa, dialoghi orripilanti e scenette dirette da un anziano impaurito? Qui le ritrovate tutte. Incomprensibili zoomate degne della comunione del piccolo Simoncino, scambi di battute tra i personaggi che passano dall'infantile al fuori sincro (sembra parlino di cose diverse tra loro), evoluzioni della trama che lasciano a bocca aperta e occhi roteanti. E tutte le scenette e litigi tra riccastri, se non entrano nella storia del cinema, poco ci manca.
No, purtroppo ancora non basta. Manca il formidabile cast, composto da sconosciuti raccattati per strada. Gente che fa sembrare la recitazione hard di Sara Tommasi una vetta irraggiungibile. Sembra sempre che leggono da un gobbo nelle vicinanze e cosa ancora peggiore, che in Italia non si potrà godere, hanno dei seri problemi con l'inglese, perchè tutti parlano in maniera abbastanza strana, con diversi accenti bislacchi. 
Non funziona nulla in Freerunner, tanto da non riuscire neanche a far dire "potenziale mal sfruttato", perchè per materiale del genere, basta guardarsi dei video amatoriali su internet o giocare a un Mirror's Edge o uno Skate qualsiasi. La sensazione finale è proprio questa: ma vuoi vedere che questo doveva essere un gioco per consolle e non un lungometraggio? Il dubbio è più che plausibile vedendo il risultato finale.
In definitiva Freerunner è un prodotto giovanile di infimo livello, che può difendersi dietro il basso budget a disposizione (5 milioni di dollari però, mica pochi) ma fino a un certo punto. Un film degno della Asylum production (e guardate gli effetti splatterosi), un videogioco mancato. Una corsa breve e che può sembrare senza ostacoli, ma che, come gli idioti protagonisti della pellicola, deve complicarsi la vita rimbalzando su un muro, picchiando su un cassonetto, inciampando in una ringhiera e cadendo in una pozzanghera.
Ma magari!


Voto 4-

Ma non andate via subito di corsa a sciacquarvi gli occhi e a punirvi con il cilicio per accomunare nella memoria, la visione al dolore, perchè a fine film c'è anche una scenetta extra del tutto inutile e deprimente. Come affondare ancora meglio il coltello nella piaga.

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