lunedì 2 dicembre 2013

Only lovers left alive di Jim Jarmusch

Presentato a Cannes e in anteprima italiana al Torino Film Festival

Con la consueta calma e una rassicurante puntualità (tra un film e l'altro passano quasi sempre quattro anni) l'indipendentissimo Jim Jarmusch torna dietro la macchina da presa, e per l'ennesima volta ci ricorda perché sentivamo tanto la sua mancanza.
Only lovers left alive -titolo che dice già tutto, come anche i nomi dei personaggi- è la storia di Adam e Eve (Tom Hiddleston e Tilda Swinton). Lui è un musicista dall'animo tormentatissimo, veste di nero, ha una folta chioma corvina e vive rinchiuso nel suo appartamento di Detroit, dove compone una musica funerea che non lascia ascoltare a nessuno (le canzoni in questione sono composte ed eseguite dal gruppo musicale di Jarmusch, di cui Adam è ovviamente un alter ego). Lei sembra il suo esatto opposto, raggiante e biondissima, una figura quasi ieratica che ama perdersi tra la gente e le strade di Tangeri. Non potrebbero essere più distanti, in tutti i sensi, eppure sono marito e moglie, due vampiri che nonostante i secoli si amano ancora alla follia.

In un'epoca cinematografica in cui il vampiro è solo vuota e inflazionata iconografia, potrebbe sorprendere vedere un regista come Jarmusch alle prese con una storia come questa, ma il suo è sempre stato un cinema degli outsider, figure ai margini dell'inquadratura che non riescono a trovare posto nel mondo e nel cinema convenzionale. Personaggi-isola, animali notturni perennemente in viaggio le cui esistenze si scontrano per pochi istanti creando tante piccole storie. In un certo senso quindi il regista newyorkese (acquisito) non ha fatto altro che riappropriarsi delle sue creature, gli ha restituito un significato e gli ha letteralmente donato la vita, allontanandole da schemi letterari anacronistici o da riletture teen-lobotomizzate.
Un regista che riesce ad andare contro-corrente anche quando "segue" la corrente non poteva che inventare due vampiri come Adam e Eve, bellissimi e divertentissimi, morti eppure innamorati della vita e dell'arte, ma soprattutto profondamente innamorati l'uno dell'altra (si risposano e si ritrovano in continuazione), lontanissimi quindi dall'archetipo decadente portato avanti da cinema e letteratura. Certo, Adam è un inguaribile romantico sempre sull'orlo della depressione, ma non è la condizione di vampiro a tormentarlo, sono gli esseri umani, quelli che lui chiama zombie, gli stessi che avvelenano il pianeta ed emarginano le menti geniali (di nuovo Tesla, di nuovo gli outsider). La vera decadenza sono loro e il mondo che hanno costruito, tanto che il loro sangue contaminato rappresenta una vera e propria minaccia per creature pure come i due protagonisti (mentre Ava, la sorella di Eve, lo trangugia senza preoccuparsi e ne subisce l'influenza).
Anche l'atto di bere sangue si trasforma così in uno splendido inno alla vita. Il nutrimento non viene più succhiato dal collo delle ignare vittime ("fa così sedicesimo secolo"), ma si acquista a caro prezzo da dottori corrotti e si consuma in piccolissime dosi, e quando finalmente sfiora le labbra procura un'estasi magica che lascia i vampiri intontiti e sorridenti, e noi spettatori con loro, trascinati dai movimenti ipnotici della macchina da presa.
Only lovers left alive è forse l'opera di Jarmusch più pulita ed elegante, e la cosa diventa lampante fin dai primissimi fotogrammi, osservando quella meravigliosa sequenza iniziale in cui un movimento rotatorio avvicina due personaggi lontani mille miglia. Uno splendido "tutto" tenuto insieme dall'amore (per l'arte, per la natura, per l'altro) che trasforma la decadentissima Detroit in un nuovo paradiso terrestre, dove i novelli Adamo ed Eva possono "dare un nome" ad ogni cosa, dalla puzzola alla Gibson Les Paul.
Pur raccontando un mondo il cui la bellezza sembra perduta per sempre, Jarmusch confeziona un film bellissimo e genuinamente divertente, forse una delle sue opere migliori.
Fantastica Tilda Swinton, con quei lineamenti e quegli occhioni sembra nata per interpretare la vampira, il suo personaggio è assolutamente irresistibile, un'entità in pace con il mondo che riscopre le piccole cose con l'entusiasmo di una bambina, ha un bellissimo effetto analgesico sul personaggio di Tom Hiddlestone e sull'intero film. Bravissimi anche i comprimari, in particolare Mia Wasikowska, che arriva come un ciclone e sparisce dopo pochi minuti, il tanto che basta per farmi innamorare di nuovo.

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