lunedì 9 luglio 2012

Il bianco e il nero #4: Ingrid e il neorealismo.


"Se pensa di avere bisogno di un'attrice svedese che parla l'inglese molto bene, non ha dimenticato il suo tedesco, si fa capire non troppo in francese e in italiano sa dire solo ti amo, sono pronta a girare un film con lei." Ingrid Bergman a Roberto Rossellini 30 aprile 1948.

Con questa lettera Ingrid si dichiarava a un uomo che non conosceva ma che dopo aver visto Roma città aperta qualche mese prima, avrebbe poi dichiarato "non lo conoscevo ancora (Roberto) eppure già lo amavo. Lo amavo per quel film".
Ma perchè un'attrice al culmine della carriera hollywoodiana, nominata quattro volte all'oscar e vincitrice una volta, lodata, amata e rispettata da tutti nell'ambiente, la preferita di Hitchcock, voleva fare un film in Europa con un "registucolo" neorealista? In questo breve spazio cercherò di fare un piccolo riassunto del perchè e di come andò.

Il famoso fotografo Robert Capa, amante di Ingrid nel periodo 48-49, disse parlando di lei, "non sa nulla di cinema all'infuori di quello di Hollywood degli ultimi sette anni. Io guardo cinema europeo, molto più vero e forte". Fu così che quindi una sera la portò a vedere Roma città aperta di Roberto Rossellini. Per ore, dopo, lo tormentò con domande sul film e il regista, ne andava pazza, doveva essere un genio e Robert concordava. Per mesi poi, lo raccontò e raccomandò a amici e amiche.
Ingrid venne poi a sapere che Selznick era in contatto con Rossellini per fare una versione neorealista di Giovanna D'Arco (il suo ruolo  preferito, ricalcato poi anche in Italia) con Jennifer Jones, amante di Selznick. Ma il regista italiano era inaffidabile e incapace di rimanere fedele a programmi e orari o di scrivere una vera sceneggiatura o addirittura capace di mollare il set a inizio mattinata per andare a pescare o farsi un giro in macchina a tutta velocità. Perciò il progetto naufragò.
Il "colpo di grazia" per la Bergman avvenne un anno più tardi quando in America arrivò Paisà. L'attrice riteneva che mancasse qualcosa nella sua vita e nella sua carriera, voleva cambiare, uscire da Hollywood (ricorda il personaggio che interpreterà in Europa 51). Un ruolo e un film rosselliniano, con quegli attori dilettanti tipici del regista, potevano colmare questa necessità, e magari con la sua celebrità rendere famoso lo sconosciuto Rossellini. Scrive così la lettera di cui sopra, ricevuta l'8 maggio, giorno del compleanno di Roberto. Risponde:
"(dopo aver ricordato la fortunata ricorrenza) che grande emozione [...] E' assolutamente vero, da tempo sognavo di fare un film con lei e d'ora in poi farò in modo che tutto ciò succeda. A breve le manderò una lunga lettera dove le esporrò tutte le mie idee."

In realtà, il furbetto non aveva in mente di lavorare con lei e la conosceva ben poco, ma aveva già in mente di farsi un viaggetto in america, venire corteggiato dai produttori, prendersi un bel po' di grana e fare i suoi film tranquillo e beato. Questo rende l'idea di chi fosse Rossellini, ma ci ritorno.

Si incontrarono per la prima volta a Parigi a metà strada tra Roma e Londra dove lei stava girando Il peccato di Lady Considine (terzo e ultimo film con Hitchcock, il quale aveva un cotta per lei e soffrirà molto per il suo addio). Rossellini, vestito con un abito due volte maggiore la sua misura, tutto stropicciato, parlò animosamente della sua idea, l'amore tra due persone su un isola con un vulcano. Lui non parlava inglese, lei non parlava italiano e un traduttore era essenziale ma Ingrid era già rapita e avrebbe accettato di tutto. Lo lasciò con le mani che tremavano. Ora il suo amore aveva anche un volto e una voce.
Quello che però non sapeva era che Roberto in quel periodo aveva cinque amanti. Una era la celeberrima Anna Magnani, capace di fare incredibili scenate, nonostante lei fosse appunto l'amante e non la moglie. Impose quasi che qualsiasi fosse il progetto in piedi con Selznick, lei dovesse esserci per forza. Le altre erano Marilyn Buferd (miss america e in Italia per La macchina ammazza cattivi), Roswita Shmidt, ballerina di night club, una non nota ungherese di nome Ava e ovviamente la moglie, Marcella de Marchis.
Tornata sul set a Londra arrossì quando Hitch le chiese chi avesse incontrato a Parigi, mentre lui arrossì per la rabbia e la delusione. Lo mollava per un altro, un altro regista, uno che ancora nel dicembre di quell'anno non aveva scritto una sceneggiatura e che ogni giorno cancellava righe o scene intere.

Poi Roberto riuscì a venire in america (il visto gli era spesso negato perchè dichiarato pazzo in giovane età) e si fece conoscere nell'ambiente, dal quale non era per nulla impressionato. Ospite a casa di Ingrid e Petter Lindstrom (suo marito) non passarono molti giorni prima che lui si dichiarò ufficialmente pazzo di lei, e non intendeva artisticamente. Stavano tutto il giorno insieme, si insegnavano a vicenda l'inglese, il francese e l'italiano, andavano a mangiare a Malibu e parlavano del film, Terra di Dio (poi Stromboli). Sebbene iniziasse a capire quanto lui fosse lunatico, non gli dava importanza.
Samuel Goldwyn, possibile produttore dopo il no di Selznick, chiese a Rossellini un copione, una scaletta dei tempi e una sceneggiatura, ma fu proprio Ingrid a dirgli che non le avrebbe mai avute, ma era certa che tutto fosse nella testa di Roberto. Allora Goldwyn volle vedere un suo film. Scelse Germania anno zero, ne uscì frastornato e depresso. Lasciò quindi ma per fortuna Howard Hughes, follemente innamorato di Ingrid, e nuovo capo RKO accettò e diede tutti i soldi necessari.
Venne data la notizia e la Magnani scattò all'attacco annunciando che avrebbe fatto un film con Dieterle, Vulcano, chiaro tentativo di battere sul tempo il progetto dell'ex amante. Intanto Ingrid era arrivata in Italia e tutto lasciava presagire che ci sarebbe rimasta per poco, tre o quattro mesi per le riprese, nessuno poteva pensare che ci sarebbe rimasta per anni.
I fotografi li avevano già sorpresi mano nella mano e ben presto Ingrid scrisse al marito Petter in cui chiedeva, per l'ennesima volta, il divorzio. Scrisse anche Roberto sottolineando che non volevano ferire i suoi sentimenti ma che era successo.
Le riprese iniziarono e furono davvero problematiche dall'inizio. Stromboli era fin troppo un set realistico e si poteva girare e sopravvivere solo grazie al generatore portato dalla troupe. Mancavano viveri e acqua corrente. Ingrid si sentiva come la Karin protagonista, voleva fuggire da lì. Forse stava già cambiando idea, il passaggio dai set americani era stato troppo brusco, ma resistette e sfornò una prestazione meravigliosa e realistica. La aiutava anche l'amore per Roberto, ormai noto a tutti e non più nascosto generando così uno scandalo impensabile.

In america la notizia shockò il pubblico che la considerava una santa immacolata. Giovanna D'Arco suo ultimo film, sprofondava al botteghino e le cose potevano solo peggiorare. Ingrid scoprì di essere incinta proprio mentre il vulcano eruttava costringendo tutti alla fuga dal set-isola. L'incidente riuscì a tenere nascosta la gravidanza (fuori dal matrimonio!) per un po', la notizia avrebbe distrutto l'incasso del film, causando numerosi boicottaggi.
A Hollywood però il processo alla Bergman iniziò e solo lei fu accusata (non Rossellini) e come la sua eroina Giovanna, arsa viva. Prima le scrisse Breen, direttore della MPPC, difensore della purezza morale americana, minacciandola che questo scandalo le avrebbe rovinato la vita, quella della figlia e del marito e la sua carriera. In seguito le migliaia di lettere dei fans che la condannavano.
Se da un lato tutti li giudicavano, in Italia tutti erano dalla loro parte. Venivano sempre salutati con amore e ancora più importante, la moglie di Roberto, Marcella, acconsentì facilmente al divorzio, al contrario di Petter, forte della nuova cittadinanza americana e di avere sempre avuto con sè la figlia, Pia. Intanto la gravidanza continuava e nell'impossibilità di nasconderla, la coppia non si faceva vedere spesso in pubblico.
Purtroppo per loro, la notizia era trapelata e Hughes, pensando comunque di fare pubblicità al film, la diede a Louella Parson, giornalista numero uno di Hollywood. Cary Grant e Hitchcock le mandarono lettere di supporto ma non potevano fermare il Senato americano, poichè la vicenda era un "potente condizionamento al male" o la nazione svedese dal definirla una macchia per la patria.

Fu così che un senatore della Georgia riuscì a far passare una risoluzione che metteva all'indice la proiezione pubblica di un qualsiasi film di Rossellini o con la Bergman, perchè la coppia "faceva apologia dell'amore libero". Gli ambienti religiosi la accusavano di immoralità e addirittura di insozzare la sensibilità altrui o di essere in combutta con il demonio. In Indiana e nell'Ohio il film venne bandito in quanto rappresentazione della decadenza dell'occidente.
Nonostante tutto la National Legion of Decency dichiarò "noi valutiamo i film e non le vite degli attori" e ritenne il film accettabile per la visione. Stromboli uscì quindi e dopo tutto lo scandalo venne ovviamente sonoramente bocciato, ma non per i motivi noti, ma perchè artisticamente debole, senza ritmo e privo d'ispirazione. Uscì in sole 19 città e attirò pubblico solo per i primi giorni.
Ben presto venne tolto, Petter concesse il divorzio ma non tutto finì. I politici entrarono in scena, bisognava fare qualcosa per evitare che situazioni simili, così incresciose, non accadessero più. Ed essendo Ingrid Bergman una straniera rea di aver commesso turpitudini, secondo la legge sull'immigrazione, le doveva essere vietato di mettere piede in america (il suo secondo oscar per Anastasia lo ricevette in sua vece Cary Grant) tutto ciò in un forte clima di avversione per il diverso e il sovversivo (i rossi) che aleggiava sul mondo degli artisti.

Banditi i loro film e loro stessi dal suolo americano, la coppia si sposò finalmente il 24 maggio 1950 in Messico (unico paese che accettasse il divorziò di Ingrid). La cerimonia fu strana. Sull'altare c'erano Javier Alvarez e Arturo Trevino, due uomini, infatti era un matrimonio per procura, in quanto i due non volevano viaggiare e attirare ancora la stampa mondiale.
La vicenda si concluse, più che altro perchè il pubblico dimenticò ben presto. Ingrid e Roberto rimasero sposati fino al 1957 e ebbero tre figli. Insieme fecero diversi film (Europa 51, Viaggio in Italia, Giovanna D'Arco al rogo) patirono la povertà, litigarono, furono amati da tutta l'Italia e infine Roberto la lasciò bruscamente quando in un viaggio in India conobbe la giovane Sonali Dasgupta. Ingrid si risposò una terza volta con il connazionale Lars Shmidt.
Gli americani seppero perdonarla e tornarono a amarla e tornò a fare un film americano solo nel 1974, Assassinio sull'Orient Express, che le valse il terzo oscar.

Nella prossima puntata: La più bella di tutte, Gene Tierney.

1 commento:

  1. Nota a margine. Il Breen che scrisse la lettera alla Bergman, anni dopo fu al centro di uno scandalo scampato. Una notte tornò a casa e trovò la moglie a letto con un altro (un "amico" fotografo). GLi sparò una revolverata all'inguine. Poi pensò "ahia, e mò come lo spiego? Io il difensore della morale e della purezza, sono pure cornuto??". Allora con la moglie raccolserò il cornificatore ferito e lo portarono in macchina in un parcheggio. Qui lo lasciarono sulla macchina e chiamarono la polizia. Dissero ai poliziotti che avevano beccato l'uomo che tentava di rubare la macchina e gli avevano sparato. Difficile credere a una storia simile senza ridere. Insomma, tutta Hollywood sapeva la verità.

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